Mentre Francesco non si arrende e continua a cercare una soluzione ai suoi problemi,
prosegue la totale indifferenza delle istituzioni politiche nazionali e regionali, a dir poco assenti.

Ricordiamo che a Francesco è stata negata la possibilità di fare il navigatore nei rally, in quanto privo della patente di guida, un documento che lui non ha mai avuto negli anni (2005-2016), periodo in cui ha fatto lo sport che più ama partecipando a 69 gare in Italia e oltre i confini nazionali.

Ricordiamo che Francesco è ipovedente e la sua coraggiosa storia la potete rileggere in questo articolo.

Lo scorso 22 agosto Francesco ha inoltrato per vie ufficiali una comunicazione al Questore di Roma, al Prefetto di Roma, al Comandante della polizia locale di Roma, al presidente di ACI e al segretario generale di ACI Sport, informando i destinatari che in caso di non convocazione da parte di ACI o ACI Sport per un incontro con la giunta sportiva o con il presidente della FIA si sarebbe proceduto a organizzare una protesta pacifica di fronte alla sede ACI a Roma. A oggi però non è giunta nessuna risposta.

Sarebbe stata una buona occasione incontrare Francesco a Monza durante il GP di F1 d’Italia, dove erano presenti i maggiori vertici della Federazione Sportiva dell’Automobile nazionale e internazionale. Pare che si voglia cercare di insabbiare con silenzio e indifferenza questa storia, ma Francesco ha dichiarato che non starà a guardare ed è pronto a fare tutto ciò che può per venire a capo di un fatto che a molti appare paradossale.

Alcuni commenti apparsi sui social su questa vicenda, danno a Francesco
e al suo modo di operare, la responsabilità della decisione di negargli il permesso di correre. Questo aspetto dimostra che i timori di Francesco, quelli di un’azione discriminante nei suoi confronti, hanno un fondamento concreto. A quanto sembra in Italia serve andare in TV o commettere azioni forti per ottenere il giusto. Ma Francesco ha la determinazione per andare sino in fondo.

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