Concluso il Panda Raid 2018, ormai molti degli equipaggi partecipanti hanno fatto ritorno a casa e tra loro c’è anche Enrico Bonaso, che noi di Rally.it abbiamo ascoltato ancora una volta con piacere, che ci ha raccontato di questa avventura. La 10^ edizione del Panda Raid è scattata il 3 Marzo da Madrid, gli equipaggi hanno poi percorso i primi chilometri e si sono spostati in Marocco, nel cuore della gara, fino all’arrivo nella bellissima città di Marrakech. Sette tappe in totale per 3000 chilometri percorsi su terra, sabbia, pietre e asfalto con le mitiche e sempreverdi Fiat Panda (o in alternativa Seat Marbella). Al fianco di Enrico per questa avventura sulla Panda 4X4 c’era Igor Marconato.

Ciao Enrico! Raccontaci di questo Panda Raid, com’è andata?
“E’ stata un’esperienza fantastica. Io e Igor ci siamo divertiti tantissimo sulla nostra Panda 4X4. Direi che è stata davvero anche un’esperienza di vita, poiché ci siamo dovuti organizzare su tutto, a partire dal cibo, acqua, e poi una volta raggiunto il campo base dovevamo preparare e montare la tenda per dormire. Insomma tante cose nuove a cui non ero abituato, poi devo ammettere che sono rimasto affascinato dai posti. Scenari incredibili, un qualcosa di veramente bello e difficile da descrivere a chi non c’è mai stato. Siamo riusciti ad arrivare al traguardo, a Marrakech, e la soddisfazione era davvero molta”

Il Pandino si mette in posa

Come avete approcciato alla gara? Che tipi di percorsi avete trovato?
“Non avevo mai fatto questo tipo di gare, per cui noi siamo partiti con l’intento di vivere e gustarci una nuova avventura. Per quanto riguarda la gara, abbiamo percorso tanti chilometri su fondi diversi; c’erano percorsi su terra, poi abbiamo affrontato pietraie che hanno messo a dura prova la meccanica della nostra Panda. Nel secondo giorno abbiamo subito dovuto fare i conti con il famoso fesh fesh, quella sabbia molto fine e appiccicosa che vediamo spesso nella Dakar, che al passaggio delle macchine parte subito in aria e provoca dei nuvoloni; l’abbiamo affrontata mettendo il piede a tavoletta, con la speranza di non rimanere bloccati, e alla fine ce l’abbiamo fatta. Poi ovviamente c’erano tanta sabbia e dune, quest’ultime non a livello di quelle della Dakar poiché con la Panda sarebbe impossibile, ma comunque di tutto rispetto. Come detto il nostro approccio è stato tranquillo, non ci siamo presi rischi, ma nell’evento c’era gente che aveva già corso e che aveva grande esperienza e sapeva come destreggiarsi al volante”

Avete avuto problemi di navigazione? 
“Onestamente no, la navigazione è stata tranquilla. Al mio fianco avevo Igor Marconato. Lui nella vita fa altro, era la prima volta che saliva in macchina in gara ma devo ammettere che è stato bravissimo tra roadbook e cartine. Davvero impeccabile”

Bonaso-Marconato in azione sul loro Pandino

Il Pandino è un’icona, un auto utilizzatissima anche da molti giovani. Proprio loro magari sognano con la loro Panda di avventurarsi in una gara come questa. Cosa ci puoi dire a livello di preparazione del mezzo e dei costi del Panda Raid?
“Diciamo che io ho voluto fare le cose per bene. Ho preparato con cura la mia Panda, lavorandoci su per mesi. La macchina si è comportata bene, abbiamo avuto solo un inconveniente con il cambio. Nel Panda Raid però l’80% dei concorrenti erano iscritti con vetture praticamente originali, avevano giusto gli ammortizzatori rialzati. Per quanto riguarda i costi, la gara è assolutamente accessibile: l’iscrizione è di 2300€, per la benzina abbiamo speso sui 600€ e a questi vanno aggiunti i costi del viaggio, del mangiare e del bere. Al posto di farti una vacanza, praticamente puoi correre in gare come il Panda Raid”

Un giudizio sull’organizzazione?
“Perfetti. A livello di sicurezza non c’è nulla da dire, l’elicottero ci passava su minimo due volte al giorno, poi al campo base c’era sempre l’esercito a sorvegliare la zona. Parlando sempre del campo base, lì non ci facevano mancare niente: c’era il camion cisterna per la benzina, distribuivano acqua e cibo a volontà e non mancava ovviamente anche la tenda medica. Personalmente l’unica difficoltà è stata un po’ la lingua, peccato non ci fosse qualche italiano tra la crew dell’organizzazione”

Bonaso-Marconato felicissimi all’arrivo a Marrakech

Ti rivedremo ancora in qualche rally raid?
“Spero di si. Il tipo di competizione mi piace e non ti nascondo che in futuro mi piacerebbe fare l’Africa Eco Race. Vedremo”

Programmi 2018, puoi dirci qualcosa?
“Il mese prossimo faremo dei test con la Clio Maxi e con me ci sarà anche Alice (Palazzi ndr). Nell’ultimo periodo ho un po’ staccato dal mondo rallystico ma la nostalgia è tornata. Non so ancora dove saremo, ma tornerò a fare qualche rally”

Rally.it ringrazia Enrico Bonaso, gentilissimo nel dedicarci un po’ del suo tempo

Bonaso-Marconato insieme nel Panda Raid

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