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Di nuovo insieme, come ogni martedì sera post-gara, per il nostro appuntamento che di serio ha ben poco. Eccoci ad analizzare il lato leggero del terzo appuntamento del WRC conclusosi domenica: il Rally del Messico, gara vinta da Sebastien Ogier.
Lasciamo spazio quindi alle pagelle IGNORANTI. Come al solito, Vi chiediamo di prendere tutto ciò che scriviamo in modo scherzoso, da domani torneremo seri, è una promessa.
OGIER – INGRASSIA: VOTO 10 – Come un toro nella corrida. All’inizio se la ride sotto i baffi vedendo l’occhialuto arancione bestemmiare prima per la polvere e poi per il paracarro di I20 che gli hanno preparato, poi gli si risveglia il crimine del 2011 quando davanti a lui vede Loeb sventolargli in faccia il drappello rosso sotto forma di C3 WRC, salita nel frattempo in testa alla classifica. Decide successivamente di portare a casa un pezzo di chicane da regalare a suo figlio, facendo arrabbiare il governo messicano. Fantastica poi la grattata di fondoschiena in trasferimento trasmessa all-live, per sottolineare quale sia la parte anatomica più competitiva del transalpino – SPEEDY GONZALES
SORDO – DEL BARRIO: VOTO 9 – Sofferente di amnesia dopo la fuga nei boschi monegaschi, lo spagnolo si dimentica di essere un ottimo asfaltista autoconvincendosi di essere un fenomeno sulla terra. Tutto bene fino a quando la memoria riaffiora e Dani comincia a tagliare le gomme che neanche lo Chef Tony quando prova i coltelli Miracle Blade serie perfetta. Termina la gara in seconda posizione assoluta, sfruttando il solito giro per cactus di Kris Meeke – FUORI DAL BARRIO
MEEKE – NAGLE VOTO 6,5 – Gli organizzatori, visti i precedenti del britannico nel 2017, costringono gli spettatori a parcheggiare le macchine a distanza di sicurezza, come ad esempio in America da Trump. Kris si dimostra stranamente ordinato e competitivo, fino a quando la sua natura selvaggia non lo riporta alla realtà. Negatogli dal team il classico sombrero, Kris decide di mettersi la C3 per cappello, oltretutto perdendo l’alettone posteriore ora utilizzato come stendipanni da qualche messicano. Lodevole poi il tentativo di autocommiserazione al termine della Power Stage, che non gli eviterà però le rappresaglie fisiche di tutto il team a suon di cactus appuntiti – MEEKIATA
MIKKELSEN – JAEGER: VOTO 5,5 – Per tutta la gara il bello più famoso del WRC sente il posteriore della propria I20 WRC piuttosto ballerino, impedendogli di prendere il ritmo e staccare tempi interessanti. In realtà abbiamo scoperto che il buon Andreas ha avuto un altro tipo di ritmo in hotel, con tale Maria Dolores, vera causa della prestazione incolore del norvegese. Sorpresa finale quando si è venuto a sapere che Maria Dolores non era nient’altro che il nome d’arte di tale Luis Francisco. ANDALE ANDALE ARRIBA ARRIBA
LOEB – ELENA: VOTO 8 – Citroen riesuma dall’ospizio il nonno alsaziano, intento a gareggiare in carrozzina con gli amici Gronholm e Solberg. Il francese dimostra a suon di tempi record di non essere ancora il classico vecchio contro il quale è necessario suonare furiosamente il clacson per farlo partire al semaforo, rischiando addirittura di mettere tutti in riga come faceva quando gareggiava lui durante il secolo scorso. Mezzo voto in più per essere riuscito ad andare forte nonostante la zavorra rappresentata da quel suino di Daniel Elena, più interessato alla sagra della porchetta che al rally, e per riuscire a tenere nascosto il deambulatore con il quale si aiuta per camminare in assistenza. TIMON E PUMBAA
NEUVILLE – GILSOUL: VOTO 4 – Memori dello smacco subito nel 2014, quando il popolo messicano si è visto svuotare la loro amata Corona nel radiatore della Hyundai, i centroamericani decidono di vendicarsi nei confronti del trappista. Il belga affronta sicuro di se un guado che però è stato riempito di birra, facendo così ammutolire il già pessimo motore della I20 WRC numero 5. Rischia la rottura di ulna e radio smoccolando contro l’inventore delle centraline elettroniche, regalando così molta ilarità nel Messico tutto che finalmente ha avuto la sua vendetta – CORONA DI SPINE
TEAM TOYOTA : VOTO 3 – La casa madre in Giappone annuncia la dismissione dei motori Diesel in nome dell’ecologia, non specificando che anche i motori delle tre Yaris WRC vengono rimossi dai cofani. Jari-Matti Latvala e Ott Tanak si ritrovano quindi a competere in Messico con un calesse trainato da due cavalli, mentre Esapekka Lappi viene sbalzato dal sellino del proprio pony, terminando la sua avventura oltreoceanica in un fossato. Makinen invece è costretto a portare fuori il letame per penitenza – VARENNE
SUNINEN – MARKKULA: VOTO 3 – E’ l’unico in grado di centrare un guard rail in mezzo al nulla messicano non riuscendo di fatto a rimettersi in carreggiata. Cerca disperatamente aiuto nei tifosi locali che però sono troppo impegnati a ridere delle prestazioni del finlandese per poterlo aiutare con convinzione. Non va meglio con le interviste, durante le quali le uniche parole che riesce a pronunciare sono “YES” e “NO” – GRINGO
SPECIAL GUEST – PONTUS TIDEMAND: VOTO 9 – Lo svedese vive una tre giorni di puro godimento tra birre, tapas e balli tipici visto il suicidio collettivo dei millenials Rovanpera e Bulacia. In Skoda sono però costretti a comperare una clessidra per misurare i distacchi nei confronti degli avversari rimasti in gara, spesa che verrà decurtata dallo stipendio del biondo. Si toglie la soddisfazione di terminare la gara davanti ai calessi di Toyota, con un ottimo settimo posto finale – AFFATICATO
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