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Archiviato il primo round del WRC 2018 (ed in piena attesa per la Svezia), passata la prima gara italiana (su pista, sul tracciato di Franciacorta), iniziamo a spostare l’attenzione sulle gare su “vere” strade nostrane.
Si parte questo fine settimana con la Ronde della Val Merula, gara che dalla sua nascita ha sempre avuto un buon riscontro in termini di iscritti, vuoi perché normalmente non in concomitanza con altri rally, vuoi perché – dato il periodo dell’anno – i piloti hanno voglia di correre (e qualcuno anche di testare in vista del proprio programma stagionale).
Di alcuni partecipanti già si è detto (così come dell’elenco dei 93 partecipanti e dell’apripista di eccezione), è sufficiente consultare l’articolo con alcune chicche raccolte da Marco (per cui potete cliccare su questo link).
Ma io scrivo molto raramente, essendo il membro dello staff che segue quotidianamente il profilo Instagram, quindi per presentare questa gara ho deciso di disturbare un “piedone” locale (nonché sua figlia): e cioè uno dei miei idoli rallystici, Danilo Ameglio.
I più giovani probabilmente lo conosceranno per le apparizioni recenti al Sanremo: ma voglio prenderla più alla larga.
Danilo Ameglio, classe ‘67, ad oggi 109 gare all’attivo (di cui 25 non terminate, per un motivo o per l’altro) ed esordio nel lontano 1989, con tre gare (nell’ordine: Piancavallo, Sanremo e Città di Torino). Quindi, domanda di rito: ricordi della prima gara?
R: “In realtà l’esordio è stato nel 1987 con la Fiat 127 gruppo A; dopo le 200 corse non ho più tenuto il conto. La prima gara fu il Rally delle Palme (Diano Marina) e terminai primo di classe e dodicesimo assoluto ai tempi dei gruppi B: è sicuramente la gara che ricordo con più piacere proprio perché nessuno, me compreso, si aspettava un risultato del genere. Avevo iniziato con i kart a dodici anni, poi in moto e di conseguenza “rubai” la piccola 127 a mio padre”.
Inutile dire che non ho studiato abbastanza (o forse dovrei avvisare il sito di statistiche usato come fonte? Si vedrà..)
Si è concluso da un paio di settimane il Montecarlo, secondo anno con le WRC Plus: lo hai seguito? Impressioni?
R: “A dire il vero non ho seguito molto il Rally di Montecarlo, ma mi hanno riferito che sono dei veri e propri prototipi, che possono essere guidati solo da VERI piloti, che sono “pochi”, per portarle al limite”.
Proveresti una di queste nuove WRC?
R: “Risposta scontata” (ride).
Lo prendo per un si..anche se non mi dice quale, ma immagino che la risposta possa essere: “Tutte!”
A tal proposito: anno 1991, Rally di Montecarlo, vettura numero 60 (Fiat Uno Turbo), equipaggio Ameglio-Marinotto, 27° posto finale. Raccontacelo (a noi che non lo correremo mai). Com’è stato fare il Turini o Sisteron con la Uno?
R: “Ho corso il Montecarlo nel 1991 e nel 1992 con la Uno da vero professionista, in quanto il budget era amplio e a carico di Fiat. E’ sicuramente la gara più difficile a livello tecnico e psicologico, in quanto proprio il meteo influisce molto sulle prestazioni e fare un errore è dietro l’angolo. Ricordo che, al mattino al risveglio, iniziava l’ansia e terminava solo quando si riprendeva sonno..ce ne sarebbero tanti di aneddoti..”.
Resta la curiosità per questi aneddoti!
Scorrendo le gare a cui hai partecipato è impossibile non notare che, a parte agli esordi, hai sempre avuto alle note Massimo Marinotto: dire che avete il giusto feeling in macchina pare evidentemente riduttivo, come descriveresti il vostro rapporto?
R: “Abbiamo iniziato il nostro rapporto al Rally di Sanremo del 1989 e anche lui, come me, avrebbe voluto far diventare la nostra passione una professione, per cui quando smetterá lui smetterò anch’io: non troverei un amico/copilota con la sua perseveranza”.
Quindi, ricapitolando, abbiamo detto più di 200 gare: quale è la preferita in assoluto e perchè?
R: “Ce ne sarebbero molte, ma penso sia il Rally delle Valli Imperiesi, dove una delle tre vittorie assolute l’ho dedicata ad una persona particolare che per me era come un secondo padre”.
Veniamo alle macchine: se non ne dimentico, hai corso con Peugeot 205, Fiat Uno, Fiat 500, Peugeot 309, Peugeot 306, Peugeot 106, Renault Clio, Peugeot 206. Pareri?
R: “Esatto. Direi che il Marchio del Leone con i suoi trofei ti dava la possibilità, se eri competitivo, di poter correre con poco budget, contando sui premi gara: le mie vetture, anche se non a livello assoluto, erano performanti e divertenti”.
Possiamo dire che sei un “fedelissimo” della Casa francese: secondo noi la macchina con cui fai più “numeri” è il 106 A6, puoi confermare o smentire l’impressione? Forse il 206 S1600 pativa un po’ troppe noie “meccaniche”..
R: “Il 106 è sicuramente la macchina con cui ho corso di più: piccola, ma con un rapporto peso/potenza dignitoso. Essendomela cucita addosso abbiamo trovato un feeling ottimo, con poca spesa. Il 206, invece, è una macchina difficile: Peugeot non ci ha creduto molto, anche se avendo un po’ di tempo, con un po’ più di affidabilità, sono sicuro si possa fare bene anche con lei. Ma oggi le classi “R” sono andate molto migliorando: sono davvero affidabili e veloci”.
Se dici “Ameglio” ad un appassionato di rally del nord-ovest la risposta istintiva di solito è un riconoscimento per i temponi staccati con una piccolina al cospetto dei cosiddetti macchinoni. Conta solo il conoscere certe zone e certe strade o con il 106 ormai c’è un feeling tale per cui portarlo al suo limite diventa una “passeggiata”?
R: “Sicuramente il 106 lo conosco nei minimi particolari: la parte difficile sta nel mantenere la vettura costantemente sempre quasi al limite. Ovviamente la conoscenza della strade aiuta, ma abbiamo anche dimostrato di essere competitivi fuori casa. Ad ogni modo, una passeggiata non lo è mai, anche perché la specialità dei rally ha una miriade di variabili, fortunatamente”.
La domanda precedente ci porta alla Ronde della Val Merula, quinta edizione quest’anno: tu partecipi dal 2014, fanno 4 iscrizioni, con un podio e sempre ottimi piazzamenti in mezzo a vetture di categorie superiori. Quest’anno partecipi?
R: “Si, partecipo, sempre con il 106. In alcune edizioni, come la scorsa, la pioggia onestamente ci ha particolarmente avvantaggiati”.
E per ora il meteo prevede cielo coperto con possibili rovesci..
Quest’anno la speciale cambia sensibilmente rispetto agli anni scorsi: l’hai già vista? Cosa ne pensi?
R: “Si. Sfortunatamente per noi per circa il 70% è in salita, per cui sarà sicuramente più difficile ripetersi rispetto alle passate edizioni, per via dei pochi cavalli a disposizione. Per noi, quindi, sarà una bella sfida, anche se è giusto e stimolante che gli ottimi organizzatori abbiamo scelto di variarla”.
E, in effetti, la Sport Infinity ha lavorato molto per modificare il percorso (qui il link all’on board): questa volta da Stellanello si passa solo in trasferimento, si prosegue sulla S.P. 13 e si parte nei pressi di Roggio: da lì si transita per Testico, si affronta il Passo del Ginestro e ci si dirige verso Cesio, con arrivo poco prima del paese. Il tutto per una speciale di 10,50 Km (da ripetere quattro volte per complessivi 42 Km cronometrati) che non può che far pensare al Sanremo.
Chiudiamo con un paio di domande routinarie: sai già in che gare ti vedremo quest’anno? Sanremo? Magari col sottotuta giusto stavolta: vogliamo vedere macchinoni e nomi dietro ad Ameglio-Marinotto!!
R: “Il Sanremo è sempre una gara stimolante perché ti confronti, oltre che con i big, con macchine moderne e piloti giovani che vogliono “arrivare”. Per quanto riguarda altre partecipazioni vedremo nel corso dell’anno: non abbiamo particolari obiettivi, ma c’è sempre lo stimolo di riprovare a sederci alla guida del 206”.
Il che ci fa sperare di rivedere per le strade una S1600 che non si vede così di frequente dalle nostre parti..
Ed infine: tra gli appassionati spesso si sente dire “Ameglio va forte, ha il piede, ma è tra quelli a cui è mancato il budget per fare stagioni in campionati importanti”. Secondo me la parte del piede è indiscutibile, il resto corrisponde al vero?
R: “Oltre al piede bisogna avere la testa sulle spalle, non eccedendo nei propri limiti: è chiaro che il motorsport è costoso, il budget è fondamentale. La nostra passione è durevole fin dai tempi in cui correva mio padre, per cui non ci è mai interessato correre una tantum, magari con macchine top, che magari ti fanno sperperare il budget di una stagione in una sola corsa. Ameglio-Marinotto sono nell’abitacolo, ma ho un padre e dei collaboratori che è giusto si prendano gran parte del merito dei nostri risultati, perché diamo il massimo grazie a quello che abbiamo a disposizione”.
E questo massimo direi che fa divertire da anni molti appassionati quando c’è l’occasione di vederli correre. Quindi, in bocca al lupo per il prossimo weekend, con l’augurio di trovarsi per un saluto durante le giornate di gara!
Un ringraziamento, oltre che a Danilo, va anche alla figlia Michelle, grazie alla quale abbiamo potuto realizzare e pubblicare questa intervista!
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