Africa Eco Race, un rally raid che si corre in Nord Africa di cui forse non si sa ancora molto. L’evento sta raccogliendo da qualche anno sempre più adesioni “rubando” tra l’altro anche qualche nome illustre alla gara regina dei rally raid: la Dakar. Eppure, l’intento dell’Africa Eco Race non è quello di mettersi in rivalità diretta con la Dakar, bensì di riproporre un evento che si corra sugli sterrati e nei deserti dell’Africa.

Vladimir Vasilyev, campione dell’Africa Eco Race 2017

ACCENNI STORICI — Per capire come è nata l’Africa Eco Race dobbiamo tornare con la memoria al 2007-2008. Il 5 gennaio del 2008 sarebbe dovuta partire la 30° edizione della Dakar ma tutto l’ambiente era stato scosso da un brutto fatto che accadde nella vigilia di Natale del 2007. In Mauritania, dove si sarebbe svolta parte della gara, furono uccisi quattro turisti francesi da un gruppo di terroristi affiliati ad Al-Qaeda. Il tema sicurezza fu al centro del dibattito nelle sedi dell’organizzatore ASO e nel frattempo nuove minacce di attacchi terroristici divampavano proprio contro la competizione Dakar. Dopo le pressioni fatte in un certo senso anche dal governo francese, ASO decise di cancellare l’edizione 2008 un giorno prima della partenza della gara. Fu da quel momento che la Dakar non mise più le sue ruote sulle sabbie e nei deserti dell’Africa spostandosi così in Sud America. Inutile dire che tutto ciò portò un grande vuoto nei paesi che ospitavano la gara, ma furono proprio i governi di quei paesi a volersi rialzare collaborando con due ex campioni della Dakar, Hubert Auriol e Jean-Louis Schlesser, per la realizzazione di un nuovo rally raid in Africa. Ecco che nasce l’Africa Eco Race che debuttava nel 2009 con un percorso che vedeva la partenza a Marsiglia per poi trasferirsi in Marocco e attraversare la Mauritania fino all’arrivo a Dakar in Senegal. La parola Eco nel nome non è posta a caso: l’organizzazione infatti si impegna con successo in numerose attività e progetti che hanno l’obiettivo di migliorare la vita degli abitanti delle zone remote dei paesi che ospitano la gara.

EDIZIONE 2018 — Anche quest’anno viene riproposto lo spirito dakariano grazie ad un percorso che attraversa Marocco, Mauritania e Senegal dove avviene l’arrivo nella città simbolo di Dakar. Tappe abbastanza dure che ricalcano i percorsi della vecchia Dakar, i mezzi si ritroveranno quindi ad affrontare anche tanta sabbia e moltissime dune, sopratutto quando si troveranno in Mauritania, scenario suggestivo anche per scatti fotografici epici.

Un Kamaz impegnato tra le sabbie della Mauritania

L’edizione 2018 è già partita con un prologo a Monte Carlo, i mezzi e gli equipaggi impegnati si trovano ora in azione in Marocco dove si è svolta già la prima tappa. Il grande favorito tra le auto è il russo campione in carica Vladimir Vasilyev su Mini Countryman, campione 2014 del Fia Cross Country e vincitore di numerosi rally raid internazionali oltre alle partecipazioni della Dakar in Sudamerica dove ha raccolto ottimi piazzamenti. Tra i tanti iscritti c’è in azione anche il rallista francese Lionel Baud con un buggy della FDS, presenti anche gli italiani campioni nazionali Cross Country Stefano Rossi ed Elvis Borsoi, quest’ultimo nell’insolito ruolo di copilota a bordo di un Nissan Patrol 4.8 benzina. Interessante la sfida fra i camion con un vero e proprio BIG in gara: Gerard De Rooy sarà alla guida del suo camion Iveco dopo aver deciso di non correre la Dakar visti alcuni dissapori con gli organizzatori e la competizione. Nello squadrone De Rooy-Iveco ci sarà anche un’altra vecchia conoscenza, Van Ginkel, occhio anche al Tatra del già campione Tomas Tomecek. Tra le moto l’Italia dovrebbe essere protagonista assoluta: Paolo Ceci vuole vincere la gara e in quest’occasione sarà alla guida di una KTM ma dovrà vedersela con il campione norvegese Ullevålseter anche lui su KTM. Entrambi hanno una grande esperienza nella Dakar, e parlando di grande esperienza come non si può citare il leggendario e  sempreverde Franco Picco (RGP), anche lui presente tra gli iscritti. Tra gli italiani presenti anche Simone Agazzi (Honda) che dopo la Dakar ora può far bene nell’Africa Eco Race, Paolo Caprioni su KTM e Walter Dalmasso su Yamaha.

Ecco il link dove poter seguire i tempi e le classifiche dell’evento.

 

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