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Stupore, sorpresa, tristezza. Tre sentimenti che ogni appassionato ha certamente provato dopo aver appreso l’abbandono immediato delle competizioni di Volkswagen dai rallyes e di Audi dall’Endurance.
Nell’attesa di attendere notizie ufficiali riguardanti il destino dei drivers che si sono ritrovati di colpo senza un volante, abbiamo voluto fare un quadro della situazione coinvolgendo un esperto in materia: Nicola Villani, apprezzatissimo commentatore per Eurosport Italia di ERC e WEC nonchè prima di tutto grande appassionato come tutti noi di Motorsport,
Ciao Nicola, innanzitutto ti ringraziamo per l’immensa disponibilità. Da grande esperto del mondo Endurance e dei rally, che opinione ti sei fatto e che sensazioni hai provato da appassionato per l’abbandono repentino di Audi dal WEC e Volkswagen dal WRC?
“Ovviamente da addetto ai lavori ma ancora prima come appassionato, l’abbandono di Audi e VW dai rispettivi campionati è una notizia che ha lasciato molto dispiacere e tanto amaro in bocca. Audi abbandona le scene dopo 18 anni di attività sportiva condite da 13 vittorie a Le Mans mentre VW lascia dopo quattro anni di assoluto dominio nei rally. Entrambe le squadre si sono congedate con una vittoria (in Bahrein e Australia) ma resta il dispiacere di non poter vedere correre le loro nuove armi per il 2017 che erano ormai pronte per la nuova stagione.”
Cominciamo con il WEC: dopo lo scandalo “Dieselgate”, Audi aveva già deciso che a Le Mans non avrebbero corso tre auto nel team Joest ma solamente due (tagliando tra l’altro l’equipaggio con il nostro Marco Bonanomi). Ci sono state nell’ambiente avvisaglie di addio da parte di Audi dall’Endurance oppure si è trattato anche per voi un fulmine a ciel sereno?
“Le prime conseguenze per il gruppo Audi si sono avute già la scorsa stagione. Ricordo ancora che durante il Galà della Carrera Cup tenutosi lo scorso anno fummo avvisati dell’uscita di un comunicato stampa in cui sia Audi che Porsche annunciavano la presenza di sole due vetture nella successiva 24 ore di Le Mans, una scelta necessaria per tagliare i costi (oltre che purtroppo l’equipaggio di Marco). Il tutto era proseguito alla vigilia della 6 Ore del Fuji di quest’anno, con quell’articolo di Auto Motor und Sport che ipotizzava il ritiro della Casa dal Mondiale Endurance alla fine della stagione 2017, collegandolo a una serie di fattori ben precisi: lo scandalo delle emissioni del Gruppo VW, una diminuzione della domanda di mercato delle autovetture a gasolio e un maggiore controllo sui budget destinati alle corse che avrebbero potuto costringere il Costruttore tedesco a porre fine al suo impegno nel WEC. Quella notizia così clamorosa aveva fatto velocemente il giro del mondo e nel paddock del Fuji Speedway che ospitava una nuova prova del WEC, il Dott. Wolfgang Ullrich, Responsabile di Audi Motorsport, era tempestato di domande dai giornalisti…”
Quasi 20 anni di storia vincente nelle gare di durata, dal 1999 con l’esordio della R8C ed R8R fino ad arrivare alla R18 E-Tron Quattro. Hai un aneddoto o un ricordo particolare al quale sei legato?
“Da quando seguo e commento l’Endurance (dal 2005 NdR) i miei ricordi sono legati a molte persone che sono stati protagonisti in questa disciplina e hanno condiviso questa passione insieme a noi: in particolare è impossibile non citare Tom Kristensen (recordman di vittorie a Le Mans) ma anche molti italiani come Emanuele Pirro, Dindo Capello, Marco Bonanomi, senza dimenticare Michele Alboreto, tutti personaggi che hanno lasciato qualcosa di importante nelle gare di durata. Se devo sceglierne una in particolare, Le Mans 2011 è stata in assoluto la più emozionante: il terribile incidente di Allan McNish dopo circa un’ora di gara, l’ansia e la paura per il crash in notturna di Mike Rockenfeller che ha fatto temere il peggio vista la mancanza di informazioni e l’incredibile vittoria di Audi in grado di portare a casa il successo davanti a ben tre Peugeot 908 con un margine risicatissimo di soli 13 secondi dopo 24 ore di gara. Fantastico.”
Parliamo ora di Rally. Volkswagen come sappiamo ha deciso di chiudere il programma sportivo nel mondiale decidendo per lo sviluppo della Polo R5. Considerando la presenza di Skoda, facente già parte del gruppo, c’è il rischio che i due progetti possano “pestarsi i piedi” oppure avranno delle vite parallele e distinte?
“A mio parere avranno due vite distinte. Sicuramente verrà presa in considerazione l’esperienza nel settore di Skoda per la realizzazione della nuova auto, così come i test eseguiti sulla Polo WRC 2017 in quanto penso che non verrà sprecato quanto costruito finora. Skoda ha fatto centro con la Fabia R5 e si è fatta una fama soprattutto nell’ERC e WRC2 mentre il progetto Polo riservato ai clienti è sicuramente un modo per VW di rimanere nell’ambiente rally che tanto ha dato alla casa e nello stesso tempo abbattere i costi che dovrebbero sostenere correndo come team ufficiale.”
Sia nel WEC che nel WRC ci ritroviamo con diversi equipaggi liberi sul mercato. Già si rimbalzano le ipotesi su dove potrebbero finire Ogier, Latvala e Mikkelsen, immaginiamo che la situazione sia però simile anche nell’Endurance visto che alcuni “piedoni” come Fassler, Lotterer e Treluyer si sono ritrovati improvvisamente senza sedile. Secondo te ci può essere una rivoluzione anche nei team con una line-up già confermata da tempo?
“La decisione del gruppo Audi-Vw è arrivata in un momento pessimo dove molti team avevano già definito i loro piloti mentre quelli rimasti “a piedi” si trovano costretti a trovare una nuova squadra per non restare fuori dal giro che conta. Ogier è ovviamente il personaggio di spicco nel mercato rally visto che è il più forte e vincente in questo momento. Per quanto riguarda il WEC, Fassler-Lotterer-Treluyer è il trio che di fatto aveva sostituito Kristensen-McNish-Capello all’interno di Audi sia come successi che come esperienza di gara. Toyota e Porsche stanno valutando di inserire la terza vettura a Le Mans durante la prossima stagione, quindi è fattibile pensare che i tre possano finire in una delle due case, anche se la famosa “annata sabbatica” in attesa dei progetti 2018 non è da escludersi neppure qui.“
Il “Dieselgate” è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso sportivo dei tedeschi. Esistono però a tuo avviso altri motivi che hanno spinto il gruppo VW a disimpegnarsi in questa maniera oppure la multa che dovranno pagare è essenzialmente l’unica causa dell’abbandono?
“Il Dieselgate è stato la causa che ha costretto ad abbandonare in modo repentino il motorsport sia per VW che Audi, su questo non c’è dubbio. I consigli di amministrazione delle aziende hanno sicuramente molta voce in capitolo e potere decisionale per mettere fine ai vari progetti sportivi. Bisogna però tenere in conto anche il fattore “appagamento” che, dopo tante stagioni ricche di vittorie, possa aver spinto le squadre ad abbandonare i rispettivi progetti puntando in un settore, quello elettrico, nuovo e utile anche per ripulire l’immagine di tutto il gruppo in conseguenza dello scandalo che li ha investiti. Qualcosa già accaduto in passato per altri team blasonati.”
A livello mediatico, il passaggio di Audi in Formula E rispetto al WEC rappresenta un passo indietro per la casa dei quattro anelli?
“Per il momento certamente si, la Formula E è ancora molto lontana a livello di copertura mediatica rispetto al WEC, che ha avuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Si sta facendo un gran lavoro per dare visibilità a questo campionato (anche grazie alle dirette delle prove sui social network NdR) e l’interesse andrà di sicuro ad aumentare visto l’entrata in gioco di squadre come BMW, Jaguar e Mercedes. Una competizione che si annuncia interessante.”
Quanto può pesare invece per la visibilità del WRC l’uscita dei Campioni in carica di Volkswagen?
“In primis mi sento di dire che è molto brutto vedere come i rallyes ricevono l’attenzione dei maggiori media solamente in caso di eventi catastrofici e soprattutto per bocca di persone che molte volte non sanno nulla dell’argomento che stanno trattando. Detto questo, Volkswagen è stata molto brava a sfruttare i Social Network, ormai diventati fondamentali e soprattutto in grado di raccogliere un bacino di utenza enorme. C’è da dire che il nuovo regolamento con macchine rivoluzionate e più potenti aiuta di sicuro ad aumentare l’interesse. Per il pubblico a lungo andare risulta inoltre noioso vedere vincere la stessa squadra per lungo tempo, mentre ora con la loro uscita ci troviamo di fronte ad una situazione di incertezza dove non si conoscono ancora le reali forze in campo ed è impossibile fare un pronostico su chi avrà la meglio. Ricordiamoci poi che il WRC ha vissuto per anni di stagioni con al via solo 1-2 squadre ufficiali, mentre nel 2017 saranno comunque quattro i team coinvolti, non dimentichiamolo.”
Destini incrociati: Le Mans 2016 come il RAC 1998. Una Toyota costretta a dare addio alla vittoria a pochi metri dalla linea del traguardo. Quale è stata la vostra sensazione commentando dal vivo quanto accaduto a Le Mans e cosa pensi del progetto Gazoo Racing nei rally?
“E’ vero! Il finale thrilling di Le Mans è molto simile a quanto accaduto in passato. Toyota anche se non segue direttamente il progetto ha affidato il tutto a persone di assoluto livello ed esperte come Makinen che, anche se non corre da molti anni, è comunque rimasto nel settore ed è uomo di grande esperienza così come tutti i tecnici che sono al suo fianco. Credo ci sia comunque una supervisione dalla casa madre ed interesse che il progetto risulti vincente. Certo, nella Formula Uno gli investimenti non hanno poi portato ai successi sperati, ma non li considererei già fuori dai giochi ancor prima di cominciare. Ci vorrà probabilmente del tempo ma in fondo l’ultima parola spetta sempre al cronometro.”
ERC: c’è un pilota che secondo te è pronto per il grande salto nel mondiale?
“Kajetanowicz per modo di interpretare la gara può aspirare ad avere un posto stabile nel campionato del mondo, nonostante il livello del WRC sia assolutamente superiore rispetto all’attuale ERC. L’età purtroppo non è a suo favore, per cui se proprio dovessi puntare su qualcuno terrei bene a mente il nome del lettone Ralfs Sirmacis che si è dimostrato molto veloce durante questa stagione. Anche L’ERC Junior ha visto protagonisti piloti di assoluto valore, uno su tutti Chris Ingram, coinvolto nell’interessantissimo progetto Opel che ha svolto sicuramente un gran lavoro. Speriamo che in futuro e con il giusto appoggio di un team ufficiale possano raccogliere dei risultati importanti come stanno facendo ora Meeke, Mikkelsen e Neuville.”
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