- 0share
- Condividi
- Newsletter
A molti di noi quelle parole di ringraziamento sono sicuramente sfuggite. Stupiti e meravigliati come eravamo da quei 10 secondi che Hayden Paddon aveva appena rifilato al 3 volte campione del mondo Ogier nella ormai famigerata Power Stage “El Condor” in Argentina.
Eppure, tra le tante mandibole spalancate, dopo aver festeggiato sul tettuccio della sua Hyundai, il neozelandese, ha ringraziato con una certa enfasi un certo “Ole back from Norway”.
Stava parlando di Ole-Martin Lundefaret, un analista rally norvegese, che come molti altri suoi conterranei è cresciuto a pane e rally e che, dopo anni di studio, pare abbia le idee chiare su come poter diventare campioni del mondo.
Stiamo parlando della tecnica di guida che secondo Ole-Martin ha fatto le fortune di Loeb prima e Ogier dopo. Si chiama Nose End First, “la punta del naso davanti”, un modo figurato per rappresentare la posizione ideale di un’auto in curva secondo il suo credo, per il quale è meglio evitare inutili traversi, magari frenando in anticipo e mettendo l’auto già diritta in uscita di curva.
Ma Nose End First non è solo questo, è anche e soprattutto un approccio analitico al rally. Facciamoci spiegare tutto direttamente da lui.
Quando Hayden Paddon è sceso dalla sua auto dopo aver vinto in Argentina ti ha ringraziato personalmente. Come vi siete conosciuti e come è nato il vostro rapporto?
Ci siamo conosciuti su Facebook, subito dopo il Rally di Svezia di quest’anno. È sempre stato chiaro per me che Hayden avesse un talento speciale ma allo stesso tempo vedevo delle cose sulle quali era necessario lavorare se voleva diventare un campione del mondo.
Hayden era pronto a lavorare con me dal primo messaggio che gli ho spedito. Questo mi sorprese un po’. Più avanti ho scoperto che c’erano diverse persone attorno a lui, compreso il suo navigatore John Kennard, che aveva letto quello che avevo scritto a proposito della tecnica di guida “Nose End First” su un forum di rally.
Cosa hai fatto più precisamente con Paddon?
Ho iniziato introducendogli le basi della teoria del Nose End First che è un po’ come imparare un’arte marziale. Lo abbiamo fatto attraverso email e chiamate su Skype. Dopo siamo andati un po’ più nello specifico.
La prima svolta arrivò durante il Rally Messico. Imparare una teoria è una cosa, metterla in pratica è un’altra. Mentre guidi una macchina da rally a piena velocità sei in una situazione altamente stressante quindi è molto difficile provare nuove cose per un pilota. Anche nei test.
Ho mandato ad Hayden una email durante il Rally Messico e lui ha cambiato di conseguenza. Non ho mai visto un pilota capace di fare una cosa del genere durante un rally. E da un’email! Da lì ho capito che stava nascendo qualcosa di speciale.
E dopo cosa è successo?
Dopo il Rally Mexico abbiamo fatto un debrief. Hayden non capiva come Ogier lo avesse battuto di così tanti secondi nella Power Stage (ironicamente, erano proprio 10. ndr). Un’auto WRC consiste in circa 4.000 parti, è facile per un pilota pensare che il problema possa essere una di esse. Io gli dissi che era la sua guida. Era una sorta di “prendere o lasciare” per la nostra relazione, perché non tutti i piloti tollerano questo tipo di onestà. Invece con Hayden abbiamo analizzato quella prova metro per metro e lui ha cominciato a vedere le cose come le vedevo io…
Poi è arrivato il Rally Argentina e la famosa vittoria. La Power Stage El Condor, 10 secondi rifilati a Ogier in così pochi chilometri…
Ero con i miei genitori, mio fratello, la sua ragazza e mia figlia. Già alle prime curve vedevo che lui faceva quello che avevamo pianificato e subito dopo ho capito che ce l’avremmo fatta. Per me è stato molto emozionante. Ho speso molto tempo per imparare questa tecnica e sviluppare un modello di formazione per impararla, e ci sono stati tantissimi tra dubbiosi e scettici… Quindi è stato fantastico vederlo non solo battere Ogier in una delle prove più difficili del campionato ma farlo con un grande margine, e in un tipo di stage in cui Hayden non ha mai fatto bene.
Quando mi ha ringraziato appena uscito dall’auto, beh, ho pianto per il sollievo e la felicità, quindi grazie Hayden.
Portogallo e Sardegna sono state due tappe molto difficili per Paddon che però ha ritrovato il podio pochi giorni fa in Polonia. Come sono andate le cose?
I preparativi per il Portogallo sono stati influenzati dal successo in Argentina. Ma abbiamo fatto comunque dei buoni progressi. Quel fosso che ha provocato l’incidente era una variabile eccezionale, e anche se dopo abbiamo visto come minimizzare il rischio in futuro, credo che lo si possa comunque paragonare a colpire una mucca che attraversa la prova all’improvviso.
Nella preparazione per il Sardegna ho fatto un errore io da allenatore, concentrandomi su aspetti sbagliati, e i tempi ne hanno risentito. L’uscita fuori strada poi è stata il frutto di una svista durante le ricognizioni.
Hayden però è riuscito a trasformare tutto questo in qualcosa di costruttivo, lavorando ancora più duramente. Il test per il Rally Polonia è stata la prima volta che l’ho incontrato di persona, e abbiamo fatto un bel lavoro. La forte volontà di Hayden di uscire da questa situazione alla fine ha pagato.
Riuscirà Paddon a diventare davvero l’anti-Ogier? Perché?
Sì, ha un immenso potenziale come pilota, sia sullo sterrato che sull’asfalto. È una persona che impara bene e molto velocemente e lavora molto duramente.
Come hai imparato e in cosa consiste la tecnica Nose End First?
Ho parlato con tanti piloti, ma nessuno di loro, nemmeno Loeb, ha saputo dirmi il segreto della sua velocità in parole che io potessi comprendere. Attraverso mio fratello ho poi conosciuto Olav Bodilsen, lui ha studiato tecniche di guida rally per più di 35 anni. Ho subito capito che lui conosceva la risposta, solo non capivo bene di cosa parlasse. Ha speso quattro anni con me, diventando il mio mentore, era praticamente un’attività quotidiana e io ci pensavo tutto il giorno, come anche oggi. Ho speso poi un sacco di tempo sviluppando un modello di formazione dedicato e l’ho testato nel 2014 in un giovane talento norvegese chiamato Sindre Furuseth, facendo con lui dei grandi passi in avanti.
Nose End First è una tecnica basata nell’analisi di tutti i più grandi piloti, ed è la tecnica di guida che ha il miglior rapporto velocità/rischio. Quando parliamo di rischio, io intendo il rischio di perdere tempo, bucare, uscire di strada. Il rischio di uscire fuori dalla traiettoria perfetta. Non puoi vincere il campionato del mondo di rally senza guidare Nose End First. Almeno, non puoi se hai Loeb o Ogier come avversari.
Puoi dare qualche piccolo consiglio ai fan dei rally? Quali cose dovrebbero osservare e analizzare per capire come differenti tecniche di guida influenzano il risultato?
Sì, cercate di essere più analitici che potete. Iniziate dividendo le curve in entrata, stato intermedio e uscita, e osservate anche come l’auto si posiziona in una sezione. Pensate al fatto che avete a che fare con le leggi della fisica, e guardate tanto!
Copyright © Rally.it: puoi ripubblicare i contenuti di questo articolo solo parzialmente e solo inserendo un link al post originale.