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Capita spesso a volte che il nome di un personaggio dello sport sia sinonimo stesso di quella disciplina. Pensiamo al calcio, dove in questo momento Cristiano Ronaldo e Lionel Messi sono i massimi esponenti e rappresentanti, oppure il basket con Michael Jordan ed ancora Usain Bolt per l’atletica.
Se parliamo dello sport a noi caro non può che venirci in mente Sebastien Loeb, l’uomo che con nove campionati del mondo vinti è entrato di diritto nella storia. Studiando invece nel dettaglio la realtà locale del Rally Valli Ossolane, tra i tanti protagonisti che hanno affrontato le tortuose strade dell’Alto Piemonte, uno su tutti è il nome da ricordare: questa persona è Pierfranco Uzzeni.
Ci avevamo sperato, diciamoci la verità, di vederlo in gara nella cinquantaduesima edizione di questa corsa che prenderà il via nel weekend, lui che ha potuto stappare lo champagne della vittoria per ben otto volte (1980-1982-1983-1984 su Porsche, 1986 su Lancia Delta 037, 1993-1994 su Lancia Delta HF e 1998 su Subaru Impreza). Purtoppo non sarà così, ma da ciò che traspare dalle domande che noi di Rally.it abbiamo avuto il piacere di fargli, non è da escludere un ritorno del “Leone di Soriso” in un prossimo futuro, ovviamente per migliorare i suoi incredibili record.
RALLY.IT – Finalmente siamo riusciti a catturare il Leone nella “gabbia” di Rally.it! Innanzitutto Franco come sta?
Sto molto bene, grazie!
Partiamo ovviamente con il Rally Valli Ossolane, 52° edizione che scatterà tra pochi giorni. Uzzeni sarà al via? E se si su quale vettura?
Non sarò al via perché da qualche anno al Valli Ossolane non sono più ammesse le vetture WRC che uso abitualmente in altre gare. Abituarmi a guidare macchine con molta meno potenza richiederebbe una fase di apprendistato che non ho il tempo di effettuare.
Otto vittorie in questa gara, con vetture dalle caratteristiche diametralmente opposte. Quali tra queste la vittoria più bella e quale la più sofferta in cui ha dovuto sudare le cosiddette sete camicie per vincere?
Credo che le vittorie siano tutte belle e ho dovuto sudarmi ognuna di queste, affrontando di volta in volta avversari che ogni anno si facevano sempre più agguerriti e determinati a scalzarmi dal “trono”.
Ci racconta un aneddoto particolare della sua storia in questa gara?
L’aneddoto che mi viene in mente in questo momento è di quell’anno in cui ero saldamente in testa con quasi 1 minuto di vantaggio su Massimo Cerutti. All’ultima prova che era il Lusentino e si svolgeva alle 4 di notte, ho visto molte persone al primo tornante che mi facevano un tifo sfrenato. Così per premiare la loro costanza nonostante la tarda ora, ho lanciato il mio Porsche di traverso e purtroppo ho toccato un sasso nascosto sotto l’erba, spaccando un cerchio. Sono riuscito a finire la prova ma ho pagato più di 3 minuti sul tempo di Cerutti, che ha vinto la gara (1981).
Forse se non avessi fatto lo stupido a quest’ora le vittorie sarebbero 9!
Quale è la prova speciale che più ha amato o che magari vorrebbe rivedere?
La prova a cui sono più affezionato è Montecrestese, dove ogni anno mi impressionavo nel vedere la miriade di gente che assiepava quasi tutte le curve.
Quale è secondo lei il segreto del Valli Ossolane che, nonostante i cambi di format, le limitazioni legislative ecc, riesce a proporre ogni anno un gran numero di iscritti?
Sicuramente non sono tanto le prove, quanto il pubblico che è sempre numerosissimo e festante. Comunque, il Valli Ossolane è sempre stato considerato il “Mundialito” dei rally e tutti i piloti che venivano da “fuori” hanno sempre faticato moltissimo a tenere il passo di noi locali.
Parliamo di lei: insieme a Franco Laganà (classe 1954) e l’inossidabile Italo Ferrara (classe 1940) è uno dei piloti più “longevi” del nostro movimento. Quale è il suo elisir di giovinezza?
Per quanto mi riguarda, è non avere mai mollato, divertirsi ancora a correre e forse avere un figlio, Nicolò di 7 anni, con cui gioco a calcio tutte le sere!
L’abbiamo vista in azione in questi anni su tante macchine: dalla Porsche passando per l’epopea Lancia fino a Subaru e la recentissima Ford Fiesta più alcune apparizioni sulla Citroen C4 WRC. Quale è in assoluto l’auto del suo cuore?
Mi sono affezionato a tutte le auto che ho guidato, però visto che il primo amore non si scorda mai, l’auto del mio cuore è il Porsche.
Ora guida una Subaru Impreza WRC di vecchia generazione, ma nel 2014 l’abbiamo vista all’opera con la Fiesta WRC fatta arrivare appositamente da M‐Sport ma presto abbandonata. E’ davvero così complicato l’adattamento alla guida per un veterano come lei da una WRC 1600 alla “sua” WRC 2000?
Sono due macchine molto diverse. La Subaru essendo 2000, è molto più potente, mentre la Fiesta è molto più facile ed intuitiva.Nel mio caso, però, avendo sempre avuto vetture molto potenti, adattarmi ad una macchina con meno cavalli è stato complicato, anche se su quattro gare disputate con la Fiesta 1600, una l’ho vinta, in due sono arrivato secondo e nell’ultima, quinto.
C’è una gara a cui Franco Uzzeni avrebbe voluto partecipare ma che per un motivo o per l’altro non ha mai corso?
Il mio motto è sempre stato “prima il lavoro e poi le corse” pertanto non avendo tempo disponibile non ho mai potuto cimentarmi in gare del Mondiale, anche se mi sarebbe piaciuto partecipare al Tour de Corse.
Quando e se appenderà il casco al chiodo, ci sarà la possibilità di vedere U‐Power Racing appoggiare un pilota di prospettiva sulla falsariga di quanto fece Aimont con Piero Longhi nel campionato italiano?
Per ora non ho intenzione di appendere il casco al chiodo, ma quando succederà spero di poter appoggiare mio figlio Nicolò, che ha già dimostrato una certa destrezza al volante, anche se solo con piccole macchine elettriche.
Grazie mille Franco! La ringraziamo per la disponibilità ed un arrivederci sulle PS!
Grazie a voi, ciao!
Ci lasciamo ringraziando ancora una volta Franco per aver deciso di condividere con noi e tutti gli appassionati un pò della sua storia, sperando di cuore di vederlo ruggire di nuovo sul podio il prima possibile!
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