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In materia di “orientamento”, si può davvero affermare che il Mille Miglia ha offerto valori decisamente diversi rispetto a quelli ottenuti al Ciocco: dopo un capolavoro firmato da Basso, con Perico e Scandola a inseguire, è avvenuto l’esatto capovolgimento della situazione. Ritrovare la bussola al Mille Miglia, gara assolutamente impegnativa e selettiva, nonostante un’ampia rivisitazione del suo format, è un segnale importante. Su questo piano, bisogna riconoscere al portacolori della Skoda la capacità di imprimere un deciso cambiamento di rotta, riprendendosi, almeno, la fiducia ed una S2000 che risponde agli interventi sull’assetto. L’amaro in bocca, il bicchiere mezzo vuoto per non aver colto una vittoria alla portata, è invece quell’ingrediente per colmare il gap, deve essere la causa per rispondere nel CIR con ancora più grinta. Insomma, nella prima e nella seconda piazza si riconoscono due prove, se non impeccabili, positive, arricchite da una grinta straordinaria. Al veronese, d’altronde, è mancata una piccola dose di fortuna, ma la foratura fa parte del gioco e Scandola ne è consapevole.
Basso, sfavorito da un assetto non ottimale e dall’obbligo di svolgere il ruolo di apripista, non è stato comunque così incisivo da dettare subito il proprio passo. Il ritiro, resta un duro colpo per un pilota che non ha certezze sulla prosecuzione del proprio programma italiano. Su Albertini non ci pronunciamo, perché all’incidente di sabato si accosta l’autorevolezza con cui si è imposto nella parte centrale dell’appuntamento, lottando contro i veterani della categoria; sul suo talento, tuttavia, abbiamo un indirizzo preciso, la via del futuro è già definita: il pilota della Racing Lions deve assolutamente esplorare, con la stessa determinazione del 2011, i confini esteri. E’ quello il luogo dove esporre in vetrina le doti di cui dispone. Anche perché, avendo incentrato la nostra discussione “de itineribus” del CIR, dobbiamo segnalare la retromarcia compiuta in occasione del secondo evento: i trofeisti vengono incentivati, la partecipazione è, in certo qual modo, conveniente e presenta una sfida molto ampia, dalle prospettive altrettanto larghe. E’ un discorso diverso invece per la classifica assoluta stessa, che pur partendo dalle basi che conosciamo, fra cui un calendario variegato, presenta alcuni di debolezza, a partire dall’iscrizione obbligatoria. E’ uno snodo su cui l’ACI-CSAI deve quantomeno riflettere, sulla scia di quanto fatto per l’ERC, l’Italia del rally non può diventare obsoleta, effettuando una disastrosa metamorfosi in un campo di eccellenza, non può, per l’appunto, smarrirsi. Il Mille Miglia è rimasto appeso al duello intenso fra i primi, ma il crollo di Basso e Albertini ha subito determinato un calo di qualità dell’evento, già fortemente ridimensionato, avendo perso la validità europea. Bisogna cogliere le novità offerte dai nuovi scenari.
CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI
Alessandro Perico 9
“Orgoglio della Val Camonica”: così, alcuni appassionati, hanno reso onore alla sua straordinaria prova in casa. Commentiamo la sua gara, proprio a partire dal palco di arrivo; le due Cavallino, PS caratteristiche del Mille Miglia, hanno rappresentato l’ultimo ostacolo alla sua rincorsa verso il successo. Quei quattro secondi di margine, simbolicamente, rappresentano il supporto locale ricevuto, assolutamente consistente. Ha giocato, con una metafora calcistica, in casa, sfruttandone il vantaggio “morale”. La sua gara è stata principalmente costituita da passione e cuore. Anzi, i rivali fino al termine della giornata di sabato, hanno lottato con tanta grinta quanto ai margini del ritmo possibile. I distacchi limitati ne sono la più sintetica dimostrazione. Perico, sornione, invece, non ha ripetuto l’errore dell’anno scorso, muovendosi con più sagacia in terza posizione, “in osservazione”: l’accortezza è stato l’elemento centrale della sua gara, in netta controtendenza con il passato. Non è stato, in altri termini, il più competitivo, bensì il più attento, pagando qualcosa nei confronti del tandem di testa Scandola-Albertini. In seguito, come abbiamo notato, l’amministrazione maniacale dei secondi e dei decimi è stata fondamentale, usufruendo di un passo gara consistente sufficiente per resistere e respingere l’attacco nemico. Prima vittoria nel CIR, di gran classe. PROMESSA MANTENUTA
Umberto Scandola 9
Non vince ma convince: è questo l’Umberto Scandola che ribalta il totorisultato del Mille Miglia, abbattendo in un colpo solo perplessità, dubbi e ambiguità kafkiane. Le incertezze, la pressione del favorito a inizio campionato sembravano il prologo di un rally in salita, dopo un Ciocco criptico e privo di soddisfazioni, in cui –ricordiamo- ha colto un amaro e deludente terzo posto, afflitto da una Skoda Fabia che non rispondeva ai cambiamenti di assetto. Ribaltone imprevisto a Brescia: la storia scritta in Toscana è circoscritta a sé stessa. La voglia di combattere, la tenacia, le caratteristiche che hanno sempre distinto il veronese, hanno firmato una res gestae, più che con eleganza, con impeto travolgente.
Ragionevolmente, su un terreno così arduo e ricco di insidie, è giunta una risposta immediata tutt’altro che attesa, perché –in fondo- Basso e Albertini, ma anche lo stesso Perico, non hanno nulla da invidiare ad Andreucci. La piazza d’onore non rende onore ad un passo gara eccellente, ma la foratura, come abbiamo scritto nell’introduzione, è un fattore inscindibile dal rally. Ad ogni modo, è condivisibile, dunque, che la fiducia e la serenità, il ritrovato equilibrio vettura-pneumatici, sono la svolta per un campionato di gara in gara in evoluzione, in una composizione luci ed ombre ancora dai profili ancora poco chiari. EQUILIBRIO RITROVATO
Stefano Albertini 8½
Affermiamo con certezza che Albertini, in seguito a questa prova, di sostanza e contenuto, è il rappresentante del nuovo che avanza, di un “prodotto etichettato ACI-CSAI”: la resa a Scandola è con l’onore delle armi, a testa alta. Il periodo di apprendistato del 2012 è terminato, ora può affermare la sua formazione sportiva ad altissimi livelli, confrontandosi a tutto campo con gli avversari più ostici d’Italia. E’, in altre parole, il momento della coronazione, manca la formalità, ma la capacità di dettare il passo, fra gli ostacoli di un fondo in continua evoluzione, essendo sporco e scivoloso, è l’ingresso “de facto” fra i protagonisti. E’ significativo, infatti, il vigore con cui condotto la performance, correndo con istinto e passione, rincorrendo e inseguendo con assoluta fermezza. Una determinazione, purtroppo, spenta da una toccata –neppure troppo lieve- nella PS6. Il sogno di vincere in casa si dissolve, come il vapore, ma rimane saldamente impresso e marcato lo spettacolo da “matador” in pista. Del resto, questi sono solo i tempi preliminari di una prestazione che si estenderà fino al Sanremo.
Giandomenico Basso 6½
Basso non è lo stesso dominatore del Ciocco, ma resta una presenza al top di primo piano, che ha subito, evidentemente, il ruolo di pulire le strade bresciane, oltre che un assetto non ottimale. Molto più probabilmente, la sua gara è stata amministrata diversamente, in chiave strategica, in due porzioni, in difesa e in attacco. Il temporeggiare inziale, fra un novero di piloti agguerriti, quali Perico, Scandola, Albertini, è stata la mossa migliore, considerando, appunto, le difficoltà impreviste. Il veneto ha sempre avuto una visione complessiva del weekend ampia e, ne siamo certi, ha cercato il limite sono nelle condizioni di poterlo raggiungere. Alla ripartenza dal parco assistenza, come è noto, è stato autore di un capottamento, a causa del quale, in seguito, si è ritirato. E’ la filosofia di guida di Basso, riesce a sorprendere quando è in perfetta sintonia, in una sorta di polinomio perfetto vettura-pneumatici.pilota, mentre può accusare dei cali quando la vettura non lo appoggia pienamente. Il nostro augurio, ad ogni, modo, è che si rilanci, a partire dall’importante sfida dell’Adriatico. ARMONIA SPEZZATA
Emanuele Zecchin 7
CLASSIFICA DEI TROFEI CITROEN/RENAULT
Alessandro Bosca 7/8
Non è più l’exploiter di turno del Ciocco, è una tendenza, un trend, il condottiero del Trofeo Renault e delle due ruote motrici nel CIR. La consapevolezza maturata, l’esperienza, la confidenza con Renault, in particolare con la Clio, hanno offerto un nome di un pilota fino ad ora interessante, ma ancora poco incisivo per puntare ad un risultato di prestigio. Oggi, non è il dominatore bilaterale di due rincorse particolarmente differente, fra giovanissimi, fra il campionato di marca ed il nuovo prodotto made in ACI-CSAI, il Produzione rinnovato nella forma e nella sostanza. E’ una sfida alla quale risponde con grinta, dominando al Ciocco, con più prudenza al Mille Miglia, in cui ha costruito il proprio successo “tassello dopo tassello”, battendo sul campo, con autorevolezza, ciascun avversario di categoria. Avvicinandosi al podio assoluto. Ora più che mai, è il navigato di prima scelta. IN FORMA
Ivan Ferrarotti e Federico Gasperetti 7+
Dettano il passo, sono fra i più veloci e contemporaneamente i più acuti alla guida, sono Gasperetti e Ferrarotti i duellanti di Bosca, che dopo un’esperienza con la Megane N4, ritornano al volante della sempreverde Clio: si difendono con onore in zona punti, accusando qualche difficoltà rispetto ai più aggressivi Andreucci e Nucita, poi prevale il passo gara e l’accortezza, l’intuito del veterano. Nel complesso, sono un secondo e un terzo posto che completano una storica tripletta nel Produzione di Renault. BRIO
Andrea Nucita 7,5
In assenza di Campedelli, i trofeisti Citroen soffrono la compattezza, lo schieramento a quadrato eterogeneo della Renault, perdendo la loro punta centrale. L’altro attaccante è Nucita, che ha combattuto con denti e unghie, senza agguantare un Bosca battente sul cronometro, obbligato a lottare sul filo del rasoio, ha pagato un violento calo di prestazione nelle ultime PS, trovandosi obbligato ad una rimonta risicata negli ultimi trenta chilometri della domenica: un tentativo fallito a causa di una foratura, che lo ha gettato indietro in ottava posizione assoluta. Questa è la sintesi estrema della prova del siciliano; nel complesso, è una prova valida, ritratto di un torneo –il Produzione- incerto, in cui è piombato, con un sogno nel cassetto, il WRC3. Ancora una volta non ha il dono dell’equilibrio totale, il feeling non è integrale, ma compie passi in avanti per essere considerato fra i massimi esponenti delle due ruote motrici nazionali. C’è talento, in parte ancora inespresso.
CLASSIFICA R2/JUNIOR
Paolo Andreucci 9,5
E’ bastata una gara a Paolo Andreucci per infilarsi in zona top six, con classe, magistralmente, con la piccola 208 R2, agile e versatile. Oltre che vincere tutte le PS in classe R2, perfino davanti a Chentre, che già in passato ha messo in evidenza il suo valore, la sua impresa, non si è fermata, al dominio della propria categoria: Andreucci è un pilota che vuole stupire, se incoraggiato dal mezzo riesce ad osare e a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Impeccabile nell’infilarsi nella contesa del Produzione, a sandwich fra Ferrarotti e Gasperetti, superlativo nel fare la differenza nel corso dell’ultima prova del sabato, sul bagnato, sulla quale si è classificato terzo assoluto. Il quinto posto ceduto a Ferrarotti nel finale ha un fine solo algebrico, perché simbolicamente, Andreucci è il vincitore di questo Mille Miglia. Un pacchetto, quello Peugeot-Andreucci-Pirelli, che non si smentisce mai. Sempre all’attacco, senza mai mollare, citando D’Annunzio, Memento Audere Semper: non è altro che il genio estremizzato, flessibile, quasi omerico, del toscano. GRINTA DA VENDERE
Elwis Chentre 7+ e Andrea Crugnola 8
Il valdostano arriva secondo di classe su Crugnola di un soffio, patendo troppo il confronto interno in casa con Andreucci, accusando, ad ogni modo, una forbice cronometrica fin troppo ampia. Indubbiamente l’effettivo range prestazionale deve tuttora emergere, il passo gara è comunque buono, ma sicuramente non è stata del tutto sufficiente l’armonia con il fondo viscido, del quale è stato invece sempre grande interprete. In specifico, evidenziamo la scarsa continuità del ritmo, marcatamente segnato da picchi alquanto irregolari.
Ciò non impedisce comunque a Chentre di completare una discreta performance. Molto positiva la gara di Crugnola, sempre all’attacco con la piccola Twingo R2, con coraggio
e volontà si è imposto come il leader netto del trofeo riservato ai giovani, oltre che nel Gordini R2. E’ il direttore di un’orchestra ordinata, precisa, armoniosa e compatta: il ritmo molto alto, senza pause, è stato dettato con insistenza. Perché, in fondo, Carella dispone di una 208, almeno apparentemente, più performante, mentre Andolfi, forte del titolo vinto dell’anno scorso, è in gara per lottare contro Crugnola, il quale ha trovato un sentiero ben più impervio, evidentemente, di quanto previsto.
Fabrizio Andolfi jr. 7
Andrea Carella 6,5
SPAZIO DI ANALISI- DENTRO IL MILLE MIGLIA
Rally Mille Miglia 7,5
“Il Mille Miglia, è pur sempre il Mille Miglia”: con un gioco di parole si potrebbe intendere l’andamento di quest’anno. Si percepisce quanto il risultato finale sia stato influenzato proprio dalla qualità del percorso, dall’imprevedibilità dei saliscendi bresciani, i quali certamente rappresentano l’elemento di distinzione del rally lombardo: fra le vittime illustri e meno illustri, spiccano gli autorevoli Basso, Albertini e Michelini. In effetti, alla deludente lista iscritti, è corrisposta una gara animata, che ha tenuto i protagonisti con il fiato sospeso fino all’ultimo, in un duello all’arma bianca. L’appuntamento, inevitabilmente, è il termometro del CIR, il feedback dei piloti. Per tale motivo, abbiamo parlato di “bussola”. L’ossigeno, però, di questa serie, è davvero legato ai Trofei e alle possibilità di ciascuna squadra. E il fatto che ci siano stati pochi partecipanti, è un aspetto particolarmente eloquente.
Pilota del Rally Mille Miglia: Paolo Andreucci
Paolo Andreucci è una rivisitazione del prototipo omerico del genio flessibile, versatile, innovativo, affascinato dalle novità, assetato viaggiatore: con questa metafora, forse troppo ampollosa e aulica, troviamo l’occasione per rendere omaggio al toscano, autore certamente di una grandiosa performance, caratterizzato dall’abilità, pilastro del campione, di trovare e scalvare il limite materiali e tecnici, per merito dell’ingegno, dell’esperienza del “navigato per antonomasia”. Proveniente dal gruppo A, nelle peripezie di oltre un ventennio, ha sempre trovato una risposta alle domande del progresso del rally. Fra passato e presente.