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La stagione iridata prende il via con l’ERC, il totalmente rinnovato campionato europeo, che sostanzialmente assimila alcune componenti del calendario e del regolamento dell’ex Europeo e dell’IRC appena defunto. Lo Janner Rally, possiamo dire, è la gara migliore per iniziare, concomitanza fra due campionati nazionali, oltre che l’ERC stesso, ma soprattutto tanto spettacolo e qualità, vero minimo comune denominatore degli appuntamenti europei del 2013. Insomma, previsioni e pronostici rispettati, la Skoda si conferma anche nel rally più imprevedibile, si è vista in modo molto evidente la facilità con cui Kopecky si è adattato all’assetto variabile e più in generale, la vettura ha mostrato una guidabilità rinnovata. Tuttavia, non è stata, come si suol dire, una “passeggiata”, perché l’irriducibile Bouffier, con la 207 S2000 prossima alla pensione, ha lottato a lungo, perdendo la posizione sul rivale per appena cinque decimi nella prova finale. Pioggia, neve, ghiaccio, i veri protagonisti del rally che hanno dato vita ad un gioco interessante nelle scelte degli pneumatici, al punto tale da premiare nelle prime tre PS gli austriaci Harrach e Baumschlager, in piena rimonta a lavoro appena iniziato. Poi non è arrivata la neve e pertanto il ventaglio di drivers in corsa per la vittoria si è ridotto ai primi due, ma sono tanti i partecipanti degni di lode, che quindi “stappano” lo champagne di inizio anno con auspici davvero ottimistici, perché con questa svolta si può veramente ripensare il ruolo di una categoria così prestigiosa. E se il buongiorno si vede dal mattino…
CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI
Jan Kopecky 10-
Quasi dieci perché per noi questa è un’accademia del rally, chi vince, questa per Kopecky è la seconda vittoria consecutiva, conquista un risultato di spessore, è il “Montecarlo dell’ERC”, senza scalfire l’immagine del prestigioso appuntamento d’oltralpe. Tuttavia, non è il più il Kopecky “temporeggiatore”, è ritornato in forma molto più aggressiva, come lo abbiamo conosciuto nel WRC e in Italia nel 2010. Una prova, insomma, a due volti, nella prima tappa è andato di conserva, proteggendo solo una leadership abbastanza traballante a causa della condizioni meteo: freddezza, concentrazione anche nei momenti difficili, ma nel finale della prima giornata si è anche concesso di rafforzare il proprio vantaggio nelle prove notturne assai dense di rischi, a causa di nebbia, ghiaccio e pioggia. La ripartenza, quindi è stata agevole fino alla PS15, quando ha forato, mantenendo le proprie speranze di successo appese solo al filo dell’azzardo. Nelle ultime prove, quindi, si è rispolverato l’istinto del giocatore ceco, che ha puntato tutto sul rischio, guidando sempre al limite, tagliando ovunque, con l’obiettivo di spingere a prescindere. La tattica è stata vincente, vittoria per cinque decimi su Bouffier, grazie ad un recupero di venticinque secondi in cinquanta chilometri: impressionante, un secondo ogni due chilometri. Al primo appuntamento, risponde presente. IN GRAN RISPOLVERO
Bryan Bouffier 9
Torna in auge il francese con la scuderia Ateneo, portando la ormai prossima alla pensione 207 S2000 nelle posizioni che contano, lottando fino alla fine per il successo, grazie ad una condotta di gara ineccepibile: il francese è migliorato sensibilmente dal 2011, anno della sfida a sei nell’IRC e si prepara, se sarà confermata la sponsorship, a disputare una stagione eccezionale, fra lo sviluppo della 208 R5, la prima gara nel WRC con Citroen e una stagione nell’ERC. La svolta necessaria, quindi, “il salto di qualità”, lo si può denotare in modo evidente, qualità e stile di guida, abbinato ad un ritmo piuttosto regolare, sono stati gli ingredienti per un risultato degno di rilievo e gratificazione: in condizioni critiche ha recuperato l’errore strategico di inizio tappa, accodandosi subito al rivale Kopecky. Costretto ad inseguire, non ha mai mollato la presa, cogliendo al volo l’opportunità di vittoria nel momento in cui Kopecky ha forato. Tentativo fallito, per appena cinque decimi, con il sapore amaro della beffa, ma ha pagato nelle ultime due prove non solo l’inferiorità tecnica della sua vettura, ma anche un rivale che volava, senza aver l’occasione di reagire. Meglio osservare il bicchiere mezzo pieno: il duello, oserei dire corpo a corpo, non solo ha emozionato il pubblico, ma ha regalato un inizio di stagione infiammato dalla competizione. A BRIGLIE SCIOLTE
Raimund Baumschlager 7/8
Terzo posto assoluto, primo fra gli austriaci: un bottino che all’inizio delle ostilità nel campionato nazionale è più che positivo. Certamente non c’è stato confronto con il binomio di testa, troppo competitivo per essere catturato, ma ad ogni modo, sfodera le proprie abilità velocistiche e tattiche, lui che lo Janner lo conosce palmo per palmo, mettendo in atto una scelta di pneumatici atipica, origine di una rincorsa culminata con la conquista della leadership nella PS5: tuttavia, il rapido scioglimento della neve, ha messo in chiaro immediatamente i valori in campo, penalizzando tutti coloro i quali avevano puntato su un rally accorto, caratterizzato dalla presenza di ghiaccio e, appunto, neve. Il fondo, a loro discapito, è mutato rapidamente e così, Baumschlager ha puntato solo al risultato nella serie nazionale, come egli stesso ha dichiarato. Scelta poco entusiasmante ma ponderata e razionale, perché ha messo in cassaforte un prezioso podio, in un rally autorevole, nel quale ha già inserito diverse volte la propria firma. E rimane anche la soddisfazione di due successi di tappa. VETERANO
Vàclav Pech jun. 7,5
Classe e stile di guida, queste sono le parole chiave di Pech, lottatore con denti e unghie, abituato a lottare sempre e comunque: gestire e controllare sono pvocaboli sconosciute nel suo bagaglio sportivo. Basti notare che all’inizio del rally ha rischiato in diverse occasioni, seguendo solo una strategia “full attack”, che però ha compromesso non di rado la pulizia di guida, indispensabile in questo rally. Inoltre, sulla pioggia, ha pagato doppiamente lo scotto, a causa di numerosi errori e brevi uscite dalla traiettoria, i quali, a loro volta hanno inevitabilmente escluso possibilità di considerare il podio. Più amarezza che gioia, perché è sfumato un risultato pesante e peraltro meritato, in virtù del notevole sforzo di volontà compiuto per recuperare. Pech è così, prendere o lasciare, pregi e difetti. COMBATTENTE
Beppo Harrach 8,5
Harrach è l’altro austriaco di cui abbiamo accennato qualcosa precedentemente, è stato l’altro giocatore d’azzardo, consapevole di poter la propria vettura, grazie a condizioni metereologiche particolari, anche in testa alla gara. In questo, è stato abilissimo, ha sacrificato, come Baumschlager, lo start per puntare nello sviluppo del rally, di cui è stato protagonista straordinario e indiscusso, idolo locale, apprezzato per doti fuori dal comune con la vecchia Mitsubishi IX, da quest’anno R4, nonostante il meteo non sia venuto in suo supporto, è stato capace di imprese sul bagnato eccezionali, ha corso senza pressioni, puntando sempre in alto. Il quinto posto è un gran piazzamento, ma c’è rammarico per le numerose puntate rischiose, che hanno inizialmente pagato; successivamente, è stato lui a soffrirne le conseguenze, dovendo abdicare, con onore, nella lotta per il podio. Ma l’ERC Colin McRae Trophy e la vittoria nel produzione parlano da soli e in modo chiaro. IMPAVIDO
Kajetan Kajenatowicz 7,5
Non è più giovanissimo, ma dopo una carriera trascorsa nei confini nazionali, in cui ha vinto tre titoli consecutivi con la fedelissima Subaru Impreza del Lotos Team, è giunto il momento di aprirsi nuovi varchi e il rally migliore, non poteva non essere lo Janner. Essendo un debuttante, sarebbe stato lecito anche un risultato più modesto, invece nei continui passaggi fra fango, asfalto e ghiaccio, si è mostrato versatile e pronto al cambiamento, mettendo in luce già grande esperienza al primo esordio, conquistando perfino una prova, sulla soglia della top five. OTTIMO DEBUTTO
Francois Delecour 7
Difficile trovare un pilota che in questo appuntamento ha incontrato maggiori avversità: scelta di pneumatici impropria, rottura del cambio, penalità conseguente e una foratura sulla PS15: un treno di disavventure, che tuttavia mettono in rilievo lo grande spessore della sua prova, consistente e positiva per lanciarsi in quest’avventura ERC particolarmente densa di eventi di rilievo internazionale, nei quali, ne siamo sicuri, può eccellere. E’, fra l’altro, l’unico top driver che non è riuscito a vincere una PS, sinonimo, comunque, di regolarità, senza troppe curve di rendimento. Dunque, bicchiere mezzo pieno, perché questa è la prima gara di riscaldamento, di preparazione verso il campionato, per tastare un livello di competitività rivelatosi più che buono. GARA DI “RISCALDAMENTO”
Jaroslav Orsàk e Jaromir Tarabus 6/7
Impossibile non citare due ottimi interpreti del rally in chiave nazionale, ma anche internazionale. Ormai Orsàk è un pilota formato, già lanciato nel 2013 per sorprendere in classe N4, conosce bene lo Janner e i frequenti acuti, seppur positivi, non sono isolati o frutto di un pizzico di fortuna, bensì di una conoscenza profonda di tutti i trucchi della gara. L’ottavo posto suona come un successo personale, terzo posto nel Produzione Europeo, per merito di un passo gara lineare, che lo ha consolidato nella soglia interna della top ten. Bene anche Tarabus, al debutto in Austria, autore di un bel duello con Cerny, purtroppo terminato con il ritiro di quest’ultimo: qualche problema di troppo, ha in parte impoverito il risultato finale, ma ha messo in piedi una rimonta altrettanto convincente, conquistando due punticini. PROVE DISCRETE
Pavel Valousek jun. 6
Inspiegabilmente in difficoltà, tribolazioni da Odissea, Valousek firma l’ultimo posto valido per i punti, grazie al ritiro nell’ultima PS di Cerny, in decima posizione, ma la sostanza è scarsa: dopo uno start sull’asfalto in zona podio, sulla neve si è totalmente perso, ha commesso numerosi errori, uscite di pista, guidando sporco, con un bilanciamento della vettura più che precario, lui che è invece pilota di esperienza. Il secondo giorno si riprende inutilmente, il distacco è troppo pesante dai punti, ma se non altro ripara il “danno di immagine”, giungendo appunto fino al decimo posto. Il piazzamento è quasi ingiudicabile, in quanto non è linea con la competitività del pilota che pur ha dimostrato in passato ottime doti. INDECIFRABILE
CLASSIFICA MISTA
Stig Blomqvist 7
E’ sempre più vero che il rally non ha età ed è aperto a categorie sempre più ampie; quest’anno lo svedese Blomqvist, già campione del mondo, non ha rinunciato a confermare la propria presenza al Rally austriaco, al quale partecipa ormai di consueto: quarto nel produzione, ha mostrato anche una buona competitività, duellando ai bordi della top ten. Lo smalto, anche a sessantasei anni, non manca… RALLY SENZA ETÀ
Hannes Danzinger 8
Il locale stravince nella categoria due ruote motrici, mai messo in discussione, guida sin dall’inizio la classe in modo dinamico, senza mai essere minacciato da altri avversari: basti notare, che al termine della gara, l’unico e vero reduce della sfida 2WD, insieme all’austriaco, sarà Chentre, come vedremo a breve. Il pilota austriaco ha già offerto prove, anche in Italia, di grande incisività. La riconferma, giunge come da programma.
Elwis Chentre 8
L’altro mattatore indiscusso è Chentre, il quale si è messo ben in gioco e nonostante sia incappato in diversi guai, ha attuato una rimonta davvero sorprendente, incisiva, aggressiva, con lo spirito di chi non ha nulla da perdere. Se le difficoltà di guida di una R2 si sono ben evidenziate su neve, su asfalto viscido, il suo fondo preferito nel giorno di sabato, ha stupito, surclassando vetture di categoria ben superiore, con l’arte dell’asfaltista, ancora uno dei vanti del rally nazionale, che ha grande sensibilità in condizioni estreme. Secondo fra le due ruote motrici, primo R2: talento puro.
CLASSIFICA RITIRI
Jan Cerny 6/7
Il ceco disputa la sua prima gara nel gruppo delle S2000; talento fra le due ruote motrici, con le quali ha ottenuto davvero tanto in Europa, è giunto il momento di stimolare con un nuovo impulso la sua carriera, rilanciandosi nel difficile rally invernale, nel quale, per acume, ha costruito la propria gara sulla strategia scelta dagli austriaci, che hanno puntato su una scelta pneumatici improntata alla presenza di neve e ghiaccio sulle prime prove. Esperienza che ha avuto un forte impatto sull’inizio del rally, quando si è collocato al bordo della top five, poi problemi ai freni, meno efficace sulle prove bagnate, il valzer di posizioni ha implicato un duello con Tarabus, anche quest’ultimo precipitato in fondo ai primi dieci per problemi tecnici, vinto sul campo ma non di fatto: la nona posizione virtuale si è trasformata in ritiro, per un guaio al differenziale. Come si suol dire, però, buona la prima, tanta consistenza in una gara-test.
Michal Solowow 6
Leggermente deludente il polacco, noto per essere ottimo pilota in condizioni difficili, su neve e fango, come d’altro canto testimoniato l’anno scorso allo Janner Rally, quando stupì tutti con risultati eccezionali, da vero mattatore, ma anche in occasione dei rally dell’IRC del 2012, Repubblica Ceca e Belgio, nei quali si distinse con onore. Invece, quest’anno, poco brio, poca incisività e tante sbavature, fra cui anche un posizionamento dei fari inopportuno. Successivamente, arriva anche il ritiro a causa dell’elettronica. Non c’è che dubbio, un protagonista assente.
ALTRI:
Tlustak Antonin 5,5
Martin Semeràd 6,5
ANALISI DELLA GARA
Janner Rally 9
Nove, perché lo Janner Rally è sempre emozionante, conserva il fascino del rally nel senso più proprio del termine, l’imprevedibilità del risultato è l’elemento fondamentale, perché ad essere protagonista è il meteo e, di conseguenza, le strategie, che se da un lato divertono il pubblico, sempre presente in modo massiccio, dall’altro tormentano i piloti. Vedere Wagner vincere una tappa su Mitsubishi Evo III, è stato un risultato anomalo, frutto di una combinazione straordinariamente efficace, ghiaccio-neve-fango-asfalto raccolti contemporaneamente in dieci o venti chilometri. Il pubblico è esigente, ma i “toreri” presenti in pista sono alquanto competenti.
La strategia di gara 8
Gli ufficiali o più in generale, i drivers di spicco, hanno puntato su una strategia conservativa e poco azzardata, mentre ammirevole è stata la caratteristica lungimiranza dei locali, consapevoli di avere un gap talvolta elevato, ma più frequentemente limitato, cercano la vittoria attraverso un piano che può rivelarsi, a seconda della sorte, ma anche considerando il ruolo della neve in chiave del risultato. E’ stata, in effetti, la scelta dei locali, prima l’occasione di rimontare, poi il perseverare è stato conseguentemente un danno rilevante; ma lo spettacolo offerto da Harrach, mai in difesa, è stato sublime.
Il pilota in evidenza: Beppo Harrach
Non possiamo non condividere il premio Colin McRae ERC, l’austriaco su Mitsubishi EVO IX R4 è stato, senza ombra di dubbio, l’unico pilota capace di andare oltre i limiti personali e tecnici, anche se il quinto posto non esprime il risultato massimo possibile, l’ardimento con cui ha lottato, concretizzatosi in tempi cronometrati straordinari, testimoni e fautori di una performance elegante nello stile, rude in attacco.
Il formato…vincente! 9
Ebbene, anche coloro i quali, come me, nutrivano dubbi notevoli sull’effettiva efficacia di questa evoluzione più che rivoluzione IRC-ERC, devono, almeno ritrattare. Perché, seppure sia vero che ci sono altri fattori a determinare una ripresa della popolarità, quale, ad esempio, un passaggio ad una serie più europea e sobria, ma soprattutto certificata FIA, alcuni accorgimenti sono stati decisivi, anche solo formalmente, a ridare linfa vitale alla vera serie che anticipa il WRC. D’altro canto, è giusto che ci sia una concentrazione dei piloti, anziché una dispersione. Adesso, però, sarà opportuno verificare in quali tempi sarà possibile una totale ripresa dell’attività a pieno ritmo, bisogna, di anno in anno, rinfrescare la serie, al fine di mantenerla in salute.
Prossimo appuntamento il Rally di Montecarlo, evento di eccezionale prestigio, che sarà oggetto di un’analisi ancora più approfondita.