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INTRODUZIONE
In questa occasione, propongo un breve articolo sulla Qualifying Stage, introdotta nel 2012 per lo sterrato e per la neve, favorendo quindi le squadre più competitive ed offrendo la possibilità a queste di scegliere la posizione di partenza. Ecco, qualunque sia la propria opinione in merito a questa scelta, non si può negare che questa è in controtendenza rispetto a quanto fatto in altri sport, ovvero equilibrare i valori in campo, per offrire più spettacolo. Tuttavia, in molti ripudiano questo format e anzi, si pone una domanda tanto importante quanto di difficile risoluzione: la spettacolarità, specie nei rally, si può “barattare” con lo sport puro e genuino?
*In fondo all’articolo sono presenti, come di consueto, pagelle rapide e link a quelle complete. Buona Lettura!
Applicazione del Balance of Performance
Sebbene non venga utilizzata una vera traduzione dell’espressione, si può chiaramente definire come “bilanciamento tra prestazioni”, quindi sul significato, abbiamo ben poco da discutere. Più interessante invece, è la sua applicazione, che copre i più ampi spazi dell’automobilismo. Anzi, il suo utilizzo è molto flessibile: può essere considerato tale anche il tetto di spesa delle squadre, scelta diffusa ovunque, la cui funzione, oltre che quella di ridurre i costi stessi, vuole anche offrire la possibilità a squadre pi ù piccole di essere agevolate nel passaggio al campionato medesimo. Si veda, ad esempio la Formula 1. Tuttavia noi lo intediamo tale come una vera ricerca dell’quilibrio, che vada a sopperire, almeno in parte, le carenze tecniche. Non è il caso di compiere digressioni troppo larghe, ma il modello a cui mi riferisco è quello applicato nelle serie turismo: le vetture vengono, molto semplicemente, zavorrate in funzione dei risultati ottenuti. Generalmente, si fissa un limite, per lasciare una finestra di spazio a quelle squadre che hanno un netto predominio tecnico. In alcuni campionati invece si raggiunge anche un decimo del peso totale in eccesso. Così, a mia opinione, si perde di vista la concezione di sport e spettacolo in un miscuglio il cui equilibrio è decisamente precario. Con questa breve infarinatura voglio condurre i lettori ad un’analisi: come può funzionare questo meccanismo nel rally?
Balance of Performance nel WRC
Riprendendo dalla domanda soprastante, giungiamo quindi ad un quesito: è possibile paragonare questo meccanismo ad uno scenario così differente qual è il WRC?
Assolutamente sì, in quanto, come già sintetizzato nel titolo di apertura, è stato già impiegato: invito tutti a rileggere il seguente articolo (http://www.rally.it/la-fia-ripensa-l-ordine-di-partenza-nel-wrc-solberg-facciamo-un-sorteggio/) del 2011, arricchito dai commenti dei manager. Nel 2008 è stata presentata la regola attraverso la quale si rispetta per la prima tappa la classifica, per le successive l’ordine di arrivo. In tal modo, come ricorda Wilson, non si verificano risultati prevedibili e, in effetti, ben due mondiali su quattro sono stati contesi fino all’ultimo rally, gli unici dal dominio Loeb. E’ vero, come ricorda Solberg, ciò favorisce tatticismi poco piacevoli, ma che altrettanto garantiscono lo spettacolo, vera essenza del rally. E’ ben noto che in materia di regolamenti, raggiungere equità e perfezione non è possibile, bensì è realizzabile il raggiungimento di compromessi. Per certi versi, tale sistema ha contribuito anche a sviluppare una certa “creatività” fra squadre e piloti, intenti a calcolare l’incidenza del ruolo di apripista su terra. E’ pertanto indubbio che per quanto vengano meno i valori tecnici in pista, le doti estreme del pilota a dispetto di ciò, emergono con più evidenza. Il 2011 è sicuramente la stagione dell’era convenzionalmente denominata “Loeb” più spettacolare, densa di colpi di scena. Non solo per i tatticismi, non solo per l’insieme di capacità del pilota che vengono raccolte, ma anche perchè la terra “sporca”, possiamo pure chiamarla così, quindi a seconda di ciascun fondo. (ghiaioso, ciottoloso, etc..) A proposito di virtù, colui il quale dispone di maggiore sensibilità alla guida, sarà sicuramente avvantaggiato e ad ogni modo, il più talentuoso riuscirà a spuntare. Non a caso, -questa è la dimostrazione più lampante- i privati dal 2012 incontrano meno difficoltà, disponendo di un percorso pulito. Ecco perchè, fra Citroen e Ford, fra Loeb, Latvala, Hirvonen e Solberg il bilanciamento più corretto prevede, per l’appunto, l’esistenza di un pilastro che consenta ad entrambe le parti di sfidarsi in un testa testa. Adesso possiamo pure fare un passo in avanti e tornare all’immediato presente, ovvero la Qualifying Stage.
Qualifying Stage: un percorso in controtendenza
Detto questo, è evidente che in un contesto sportivo mondiale in cui vengono in sostanza congelati quelli elementi che possono contribuire al predominio tecnico, anche nella stessa F1, nel WRC invece si percorre una strada assolutamente anticonvenzionale, puntando invece sulla qualità del prodotto realizzato da ciascun costruttore, anche perchè la Qualifying Stage esalta ancor di più questi valori, l’equilibrio in campo, a giudizio dei realizzatori del format, va ricercato nello sviluppo, evidentemente. Questo sentiero merita comunque una lode: il WRC è una sorta di oasi nel deserto o ginepraio, chiamatelo come preferite della FIA, che pur di rilanciarsi, ha proposto idee progettate alla sola ed esclusiva ricerca dello spettacolo, ch enon è affatto competizione pura. Nel WRC, evidentemente, vogliono ricostruire uno scenario del passato (si veda http://www.rally.it/wrc-20132015-un-ritorno-al-passato/), dove è lo spirito di innovazione ad aver attirato un numero di costruttori oggi impensabile. Se bisogna ripensare la strada da seguire, è giusto che il WRC si sia orientato in una navigazione indipendente, al di là della personale critica. La possibilità di scegliere la posizione di partenza rimette in moto i motori tattico/strategici togliendo un pò di brio al rally, ma tant’è.
Il commento: ricercare la natura originale del rally
Ci apprestiamo quindi a chiudere questo articolo con il commento di rito. La domanda che sorge in senso quasi spontaneo è la seguente: meglio mantenere il regolamento invariato od apportare la modifica già nota?
La risposta è già conservata nel titolo, penso che la Qualifying Stage sia solo una sottovoce di un capitolo ampio, qual è la ricerca dell’equilibrio fra competizione pura e spettacolo. Il rally è la perfetta unione, riproducibile solo in una manciata di altre serie, di spettacolarità e di finezza, di competitività. Se viene a mancare uno di questi elementi fondanti, la struttura crolla. E’ stato il rischio d’altro canto corso in questi anni, segnato da poca spettacolarità. Ritengo che la situazione precedente non andasse affatto ad inficiare questi due valori, favorendo quindi competizione fra i piloti, l’aspetto tattico e soprattutto lo spettacolo. E’ desolante seguire un rally per una sola tappa, perchè spesso accade ciò. Lo è altrettanto vedere uno sport morire per perseverare in una politica improntata al business, ovvero allo spettacolo, idoneo per un pubblico scarsamente competente. La F1 oggi si perde proprio per questa stretta correlazione nel mercato dei diritti televisivi. Pertanto, il WRC sta imboccando, in assoluto, un percorso che lo condurrà ad salute a medio/lungo termine. Tuttavia, il parziale, ma non assoluto e completo, rimescolamento dei valori in campo, avrebbe, a mio giudizio, messo in evidenza non solo il talento, ma avrebbe altrettanto garantito divertimento per il pubblico, cogliendo così il giusto compromesso, il quale non sarebbe stato certamente un ostacolo alla qualità del rally stesso.
PAGELLE RAPIDE
Loeb 9,5
Latvala 8,5
Hirvonen 7,5
Ostberg 7,5
Atkinson 7+
Ogier 8
Mikkelsen 7/8
Al-Attiyah 6
Sordo 7/8
Arzeno 8+
Solberg 7-
Neuvile 7
Tanak 7,5
PWRC
Kosciuszko 8,5
Guerra jr. 8+
Ligato 7-
WRC ACADEMY
Evans 8
Suarez 7,5
Mac Crone 7+
Van der Marel 7
Reeves 6+
Fisher 5
LINK DIRETTO ALLE PAGELLE COMPLETE:
http://www.rally.it/forum/f24/pagelle-rally-wrc-5159-9.htm