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In occasione del Rally della Nuova Zelanda, la tematica proposta riguarda certamente l’ingresso ormai sempre più vicino e probabile di due costruttori asiatici: Toyota e Hyundai. Come di consueto, sono presenti le pagelle rapide del rally con link annesso al forum, dove saranno presenti i commenti completi. Buona Lettura!
PREMESSE GENERALI
Abbiamo parlato “in lungo e in largo”, in occasione di altre pagelle dello stato attuale del WRC, una serie che non gode attualmente di grande rilievo, ma si appresta a fare, probabilmente, il salto di qualità, grazie ad un regolamento che piace. Inutile spendere troppe parole in questo spazio: il mercato automobilistico è l’indice più attendibile per valutare questi ingressi e, come sappiamo, la Corea del Sud e il Giappone, dopo le annate buie del 2008/2010, si sono rilanciate grazie all’innovazione e all’audacia nel proporre prezzi vantaggiosi e modelli all’avanguardia. Metafora, invece, di un’Europa, sempre nel settore automobilistico, più in difficoltà, nella quale spicca solo la Volkswagen, che infatti segue il prototipo del Medio Oriente, fondato su una politica commerciale più versatile. Un dato che vale più di mille parole? Vendita di auto in Giappone, nell’ultimo mese, +36% rispetto a luglio del 2011, a conferma di una nazione, che, dopo il terremoto, ha la grinta per ripartire. Senza perderci troppo nei dettagli, se il WRC si mostra pronto, affidabile e serio, le squadre pronte a farne parte ci sono. E’ un segnale molto positivo, perchè finalmente spezza il monopolio Citroen-Ford. Il rischio di perdere quest’ultima fra i costruttori, la Prodrive altrettanto a rischio e la casa francese pronta a lasciare facevano pensare al peggio. Invece, c’è la concreta opportunità di assistere ad una “maxi sfida” a cinque nel 2014: non è da escludere che la Peugeot subentri al posto della Citroen stessa. Una nota su questo annuncio, che ha anche un valore emotivo. Non dimentichiamoci che è arrivato poco dopo un paese devastato dal terremoto e dalla tsunami, per cui rappresenta per il Giappone la voglia di riabbracciare una certa normalità. Per gli europei rappresenta una sfida di un marchio importante che vuole vincere.
LA RASSEGNA STAMPA
Per tutti coloro i quali non hanno seguito dettagliatamente la vicenda, ecco un riassunto sul ritorno di Hyundai e Toyota:
http://www.rally.it/wrc-hyundai-dateci-2-3-anni-e-entreremo-nel-motorsport/
http://www.rally.it/toyota-yaris-nel-wrc-dal-2014/
UN RITORNO AL PASSATO?
BIENNIO 1999/2000
Squadre
Come si diceva, non è pura follia considerare lo schieramento eventuale del 2014 il medesimo, sotto certi aspetti, del 1999/2000. Più di dieci anni fa, il WRC era certamente un mondo diverso, che si lanciava verso una nuova era, ormai comunemente definita con il protagonista della stessa, nonchè Sébastien Loeb. Quel biennio citato, rappresenta uno degli ultimi e grandi momenti del mondiale rally, nonostante l’abbandono in linea di Lancia e poi di Toyota, quest’ultima proprio nel 1999, per dedicarsi alla Formula 1, progetto che non regalerà certo le soddisfazioni offerte dal rally. Per la Toyota, la partecipazione al WRC è stata gloriosa, quattro titoli piloti e tre costruttori. Come dire, allora anche il costruttori era un campionato sensazionale, che poneva i suoi pilastri proprio nello sviluppo della vettura. Senza quindi andare troppo a fondo, è forse meglio ricordare gli ultimissimi anni della casa giapponese, segnalando in particolare il fenomeno del ciclo: allora, la Toyota Team Europe era un team che si dirigeva il pensionamento, nella convinzione di aver offerto un contributo di spicco alla serie massima, con le più giovani Mitsubishi e Subaru arrembanti, affamate di titoli pronte a prenderne l’eredità.
Alla fine degli anni 90′, prendeva forma la Citroen, con l’esperimento Bugalski-Puras-Loeb. Già un decennio fa circa, la casa francese possedeva quella flessibilità da imporre un nuovo schema, che prediligeva anche una squadra giovani, dove prendeva forma, appunto l’otto volte iridato. Due parole anche per la Hyundai: se per la Toyota si può parlare di ingresso in grande stile, per i coreani si tratta di riscatto dopo il disastro, fallimento, debacle, chiamatela come preferite, della Accent: mai i suoi piloti, anche di spicco, fra cui anche Loix, sono riusciti a raggiungere il podio, mentre nel costruttori, i coreani raggiunsero al massimo il sesto posto, solo davanti a Skoda nei primi anni.
BIENNIO 2014/2015
La domanda più immediata è sicuramente la seguente: “Che storia farà il biennio citato?”. Ne parleremo in modo più approfondito nelle valutazioni, ma prendiamo in considerazione, prima di tutto, che mai la storia si ripete, anche se le analogie sono, forse anche con una sfumatura di sorpresa, tante. Insomma, proviamo a definire un WRC del futuro: la Citroen è “in forse” e chissà, potrebbe svolgere il ruolo di quella Toyota che ormai non è più interessata ad investire in un campionato in cui ha veramente speso tutte le sue energie. Poi viene la Ford, presenza ormai pluridecennale nel trofeo mondiale, ma che stenta a spiccare il volo, anche a a causa della forte crisi piombata nell’apparato sportivo, sempre più vicina all’abbandono. C’è la Prodrive, ad un bivio fra il perdere un programma appena iniziato e senza dubbio coraggioso, ma ben riuscito ed il recupero di questo; la Volkswagen schiererà tre vetture dal 2013 e sarà la linfa vitale, quasi con certezza, del WRC. Insomma, le combinazioni sono tante e il risultato, al termine di questo stravolgimento, potrebbe essere il trionfo, senza se e senza ma, della riorganizzazione della serie; tuttavia, i dati su cui si posa la realtà, sono ancora pochi. E le due novità?
Le new entries, se confermate, ammettono di essere pronte a investire nelle risorse umane e materiali, ma… 1-Gli avversari, in primis Citroen, hanno un monopolio che, come vedremo, si potrà spezzare solo in un modo;
2- La strada del successo, è molto lunga, in particolare per i coreani, che comunque hanno poca esperienza nel settore: guai ad affidarsi solo al fattore “denaro”; come ha fatto la Proton, che per ora nulla ha raccolto;
3- La pazienza, quindi, è la virtù dei forti, gli europei hanno in mano, dal canto loro, il pieno possesso degli strumenti umani e non esiteranno, almeno inizialmente, ad evitare un loro rientro prepotente.
Traendo le conclusioni opportune, un mondiale a cinque, sarebbe il sentìero giusto: è l’opportunità da cogliere al volo per il mercato asiatico, per ridare quella credibilità che negli ultimissimi anni è stata un pò persa.
VALUTAZIONI FINALI
COMMENTO E CONFRONTO:
Il WRC è un ciclo continuo?
Non ho dubbi sul fatto che in 16 anni, si potrebbe vedere, grossolanamente, un ciclo che si ripete, con un confronto diretto e ben delineato fra le case europee ed asiatiche. Intanto, comunque vada a finire questo progetto, che nei fatti, non è neppure iniziato, l’elogio è d’obbligo verso tutti coloro i quali rimanderanno le parole ai fatti: non lo affermo da “partigiano” del rally, bensì da sostenitore verso chi si rivela ardito e deciso nella politica di mercato, proponendo così una maggiore concorrenza nel settore sportivo. Insomma, il WRC è un ciclo che si ripete? Con diverse modalità, sì, ma è il normale effetto della logica. Quando una serie funziona correttamente, non c’è ragione che possa giustificare l’assenza delle punte dell’automobilismo. Facciamo un ragionamento molto pratico: la Lancia, ai suoi tempi gloriosi (tuttora c’è molta nostalgia…) era certamente una squadra dalle ampie disponibilità economiche, che si trovava a lottare con le altre “grandi” del mondiale. Dopo un periodo in salita, sembra che il WRC, rinnovandosi, ha rinfrescato la sua posizione, così come avvenne dopo l’abbandono delle Gruppo B: un passaggio non facile inizialmente, ma che in seguito ha dato i suoi prosperosi frutti.
Il passato, ad ogni modo, non va confuso con il presente…
Giusto trarre spunto dal passato, ma non bisogna fare confusione: ad ogni periodo storico, si attribuisce un’identità. Evidentemente, il destino di questo sport è legato molto ai risultati economici -conclusione ovvia, ma spesso non considerata- e in questo senso il WRC, per fungere da “calamita”, deve proseguire su questa strada, che piaccia o meno. Per intenderci, il campionato mondiale, così come il rally, in generale, oggi non è più spettacolare come un tempo, è quanto mai tecnico, sulle rotaie; tuttavia non può ma deve esserci quella competizione fra le squadre sana, a volte ai limiti del regolamento, che distingueva il mondiale. Bisogna imparare da quei rally, per costruire un futuro, naturalmente, che mantenga intatta la prospettiva di questo sport. Adesso andiamo a vedere le prospettive generali di questo “plastico”…
PROSPETTIVE FUTURE: Come sarà, in conclusione, il WRC?
Chiaramente, si può immaginare il campionato del mondo solo in linee generali, ma è altrettanto lampante che, qualunque sia il risultato, questo offrirà risultati positivi, specie nell’ambito della concorrenza e della competitività:
Segnalo questo articolo (http://www.rally.it/forum/f24/wrc-creativita-7088.html), che prova a dare una risposta a questo stallo totale dell’innovazione nel WRC. Da nostalgico, si sente la mancanza di un rally fatto di confronto non solo sul cronometro, ma anche in fabbrica. Ecco, quando è assente la concorrenza, assioma fondamentale, di conseguenza ne trae vantaggio colui il quale possiede il monopolio: ad oggi, in questa situazione, si trova la Citroen, favorita da una Ford in procinto di abbandonare la serie, oserei dire poco motivata. Invece proviamo a ritrarre l’ingresso delle due squadre citate: quando il duello è a cinque punte, senza dubbio nessuno è disposto a lasciare nulla al caso. Ciò implica quindi più spettacolo, lotta al vertice accesa, voglia di emergere per le nuove entrate. Risultato? Un campionato efficiente, che potrà fregiarsi finalmente del suo reale titolo mondiale. Fino ad ora, Loeb ha vinto per effettivo talento, ma anche grazie al demerito degli avversari, incapaci di mettere “i bastoni fra le ruote” del tandem francese. A proposito della nazionalità, sarebbe anche la giusta circostanza per lanciare talenti, spesso bloccati dalla “balaustra” del budget. Altrettanto plausibile è un aumento della sponsorizzazione della serie e magari l’occasione definitiva per conquistare un promoter, sempre nell’ottica di ridare slancio al mondiale. Da considerare anche la nascita dei maxi-team privati, sicuramente qualcuno ricorderà il Jolly Club, ormai definitivamente estinti con la morte della Stobart. Il primo passo è stato già fatto, comunque, percorsi più lunghi e “attraenti” che potrebbero anche far tornare quei locali molto competitivi a corto di fondi; solo in Finlandia avviene l’ingresso di questi nella prova mondiale e per citare un esempio, Ketomaa è riuscito a strappare un posto da privato con la Ford. C’è voglia di tornare al vero rally. Questo quadro di salute del WRC è potenzialmente utopistico, ma è anche la fusione, per l’appunto ideale, di passato, presente e futuro, spesso troppo distanti fra loro.
LINK ALLE PAGELLE COMPLETE:
http://www.rally.it/forum/f24/pagelle-rally-wrc-5159-9.htm
PAGELLE RAPIDE
TOP TEN
Loeb 9
Hirvonen 8,5
Solberg 7,5
Novikov 7/8
Neuville 7,5
Sordo 6/7
Latvala 6-
Araùjo 6+
Block 6+
Stohl 6
PWRC
Ligato 9
Aksa 7/8
Gorban 7,5
Trivino 7
Linari 6+
Karlsson 7,5
SWRC
Paddon 8-
Andersson, Al-Rajhi, Oleksowicz s.v.
RITIRI
Tanak 5+
SQUADRE
Citroen 10 e lode
Ford 5
Mini 6