Sebastien Ogier - Vincent Landais (Jaanus Ree / Red Bull Content Pool)

I rally sono così: imprevedibili, emozionanti, bellissimi, ma anche tragici e drammatici. Il Rally di Finlandia è stato tutto questo, un 1000 Laghi pazzesco, che fino all’ultimo ha regalato colpi di scena.

Tutto era apparecchiato per una grande festa, una nazione intera aspettava di scrivere nuovamente sull’albo d’oro il nome di un pilota di casa, mancante dal 2017, anno in cui un giovane Esapekka Lappi stupì tutti trionfando sugli sterrati finnici. Ma per la Finlandia intera, ci sarà ancora da attendere.

Sebastien Ogier e Vincent Landais vincono il Rally di Finlandia. Per il francese è il secondo successo in carriera qui, che gli mancava in questa terra dal 2013, agli albori del dominio Volkswagen, due ere tecniche fa. E’ un successo clamoroso, non perchè l’otto volte campione ha demeritato, ma per come è drammaticamente maturata questa vittoria.

Kalle Rovanpera, che aveva preso la vetta della classifica fin dalla quinta prova speciale, è uscito di strada all’ultima curva del penultimo stage. Una roccia ha rovinato una festa, una roccia ha “spinto” il muso della sua Toyota Yaris contro un albero. Una roccia ha riempito di lacrime un popolo intero, una roccia ha premiato Ogier con il gradino più alto, favorendo anche Thierry Neuville e Adrien Fourmaux, che ringraziano e fanno compagnia al francese sul podio.

Per la terza volta Rovanpera è costretto ad abdicare. Nel 2022 fu Tanak a fermare i suoi sogni di gloria, l’anno dopo e oggi due uscite di strada hanno impedito al beniamino di casa di fare festa. I finlandesi piangono, mentre in casa Toyota le luci si mischiano alle ombre.

Ogier vince, Kalle è fuori. Elfyn Evans delude, perché esce il sabato ed esce anche la domenica, sulla stessa maledetta prova numero 19, seppur qualche Km. prima rispetto al compagno di squadra con il #69 sulla portiera. L’uscita di Kalle fa male alla Finlandia, l’uscita di Elfyn fa male a se stesso ed al suo mondiale.

Dovevano essere gare complicate per Neuville, ed invece il belga conclude questo trittico di eventi veloci allungando in classifica generale. Evans fa segnare uno zero pesantissimo, Ott Tanak ha dovuto salutare la compagnia già il venerdì mattina. Il quarto “incomodo” in questa lotta al vertice decisa da chi compie meno errori diventa lo stesso Ogier, che ora si trova ad avere in classifica piloti più punti rispetto al gallese e vicino a Neuville. Con quattro gare ancora da disputare (Grecia, Cile, CER e Giappone), il francese può davvero aprire la caccia al titolo numero 9. Ad un fenomeno come lui, la preda fa gola quando cominci a sentire l’odore di sangue. Il tutto con tre gare in meno all’attivo rispetto ai diretti avversari.

Sembrava una tripletta annunciata per Toyota, invece i giappo-finlandesi si devono leccare le ferite. Soffrono per Takamoto Katsuta, ancora una volta non all’altezza dell’auto che guida, sorridono per un grande Sami Pajari, che dopo le prime difficoltà si toglie lo sfizio di terminare quarto il suo primo evento mondiale alla guida di una Rally1, condito da prova speciale vinta e una forte candidatura per sostituire Katsuta, legato a quel sedile più dai colori della bandiera che si porta sul finestrino laterale della Yaris che da meriti prestazionali.

Hyundai, perso Tanak, limita i danni con Neuville, unico a combattere al vertice per la squadra di Alzenau, considerata la prestazione opaca di Lappi, ma comunque distante dalla Yaris in quanto a prestazione pura. Un secondo posto che è oro colato per il belga, a cui tutti, tifosi compresi, chiedono di non strafare ma neanche di aver paura di vincere come capitato nel corso della stagione 2018. Quattro gare, tre mesi per cambiare la sua storia e quella dei coreani. 

Il Belgio spera, l’Estonia piange. Tanak ha raccolto meno di quanto si aspettasse, provando a fare con la Hyundai quello che gli riusciva senza pensare a bordo della Yaris WRC Plus. Due auto dalle caratteristiche completamente diverse, uno sliding-doors totale per l’estone. Chissà che storia (e che carriera) avrebbe potuto raccontare se non avesse mollato quella vettura con la quale tutto era semplice.

M-Sport sorride per il podio di Fourmaux, maturo, attendista, senza rischiare nulla. Un terzo posto di prestigio per un pilota completamente trasformato rispetto alle scorse stagioni, come se avesse imparato che stando al suo passo senza strafare i risultati arrivano.

Detto di Pajari splendido quarto, le tante defezioni tra i grandi aprono la strada ai tanti protagonisti del WRC2. Oliver Solberg trionfa con la Skoda Fabia Rally2, quinta posizione assoluta per lui, seguito da un Jari-Matti Latvala che si sarà sicuramente divertito in gara, ma avrà sofferto dall’alto del suo ruolo in seno a Toyota. Settimo è Lauri Joona su Skoda, seguito da Mikko Heikkila su Toyota. La top ten è completata dalla Citroen C3 di Nikolay Gryazin e da un’altra Yaris, quella di Georg Linnamae.

SUPER SUNDAY – Per quanto concerne la classifica della domenica, Esapekka Lappi e Takamoto Katsuta (vincitore della Power-Stage) concludono in vetta a pari tempo, seguiti da Sebastien Ogier e Thierry Neuville. Quinto Adrien Fourmaux con Sami Pajari sesto e Munster Settimo.

CLASSIFICA WRC – Thierry Neuville resta al comando della classifica piloti con 168 punti, seguito da Sebastien Ogier ora secondo a 141. Restano fermi Ott Tanak e Elfyn Evans, ora rispettivamente a 137 e 132 punti. Quinto Fourmaux a 119.

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