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Fernando Alonso sarà la star indiscussa del palcoscenico Dakar 2020. Il due volte campione di F1 sarà al via con il team Toyota su un Hilux ufficiale. Dopo l’addio di Sébastien Loeb, i riflettori sono tutti puntati sullo spagnolo. Tuttavia inutile illudersi: la Dakar sarà un’esperienza dura per Alonso che fortunatamente potrà contare comunque sul grande sostegno di un campione come Marc Coma, suo navigatore nella Dakar. Lo stesso ex F1 non si sembra essersi posto degli obiettivi ben precisi, di sicuro una sua vittoria e probabilmente un possibile podio sono da escludere al debutto. Un piazzamento nella top10 sarebbe già un risultato clamoroso per un pilota che fino a 5 mesi fa non sapeva nemmeno com’era fatto un rally raid.
“Sarebbe davvero pazzesco pensare ad una vittoria. Non ci è riuscito Loeb, il miglior pilota di rally al mondo, figuriamoci io che vengo dalle gare su asfalto” ha dichiarato un Alonso piuttosto realista in una recente intervista.
“Di sicuro posso affermare che sarà un’esperienza unica. Voglio affrontare questa sfida con la speranza che possa arricchirmi come pilota. Affrontarla con lo spirito giusto e cercando di dimostrare di poter essere competitivo ad un certo punto.”
E’ un Fernando Alonso che dunque si approccia in maniera molto onesta nei rally raid. Nonostante l’inesperienza nella categoria, le prime uscite sono state comunque buone. Il difficile debutto nel Marocco è servito poi per ben figurare (3° posto) in una gara del campionato arabo dove si registrava la presenza di piloti di spessore internazionale. Tanti i chilometri poi effettuati in sessioni private tra le dune per affinare lo stile di guida.
Il capitolo Alonso-Dakar però lascia già un po’ l’amaro in bocca. Il campione spagnolo ha fatto già intendere che non garantirà continuità nella sua carriera nei raid poiché più attratto probabilmente da nuove opportunità in F1 o nella Formula Indy in America. Un peccato visto che la transizione da pista a terra spesso si è rivelata vincente anche per parecchi piloti di F1. Basti pensare al mitico Jacky Ickx vincitore nell’83 con un Mercedes Classe G e agli ottimi risultati poi conseguiti sulle iconiche Porsche-Rothmans; o al mitico Jean Louis Schlesser vincitore di ben due edizioni della Dakar. E ovviamente non vanno dimenticati piloti come Patrick Tambay (3° in due edizioni) e Henri Pescarolo che comunque hanno lasciato un segno sulla competizione. Ma chissà che il fascino della Dakar non faccia cambiare idea ad Alonso in futuro.
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