La Dakar 2019 sembra già il passato. Sono trascorsi ormai due mesi dalla sua conclusione, ma in un modo o nell’altro la gara fa ancora parlare di sé. Abbiamo assistito ad un’edizione 2019 che ha visto il grande trionfo di Toyota con Nasser Al-Attiyah nella categoria auto. Spettacolari ed emozionanti anche le lotte nelle altre classi, in particolare quella delle Moto che fino all’ultima tappa era ancora apertissima. Ed è proprio nelle due ruote che è successo del clamoroso! Dopo due mesi ASO è stata costretta a cambiare la classifica della categoria Moto, il tutto scaturito dall’annullamento della penalità che era stata affibbiata al pilota argentino Kevin Benavides, portacolori del team ufficiale Honda HRC che ha vinto un appello. La vittoria è stata conquistata da un eroico Toby Price per KTM, ma quello che accade dopo questo dietrofront ha dell’incredibile.

IL FATTO

Dopo la conclusione della 6° tappa, il forte argentino Benavides era ancora in lotta per la vittoria assoluta tra le moto essendo in sesta posizione a 21′ dal leader di gara. Il colpo di scena avviene dopo la conclusione della 7° Tappa: Benavides aveva segnato sul serbatoio della sua moto alcuni appunti inerenti al percorso di tappa. Il regolamento della Dakar 2019 imponeva ai bikers di non aggiungere alcuna nota sul road book. E’ chiaro dunque l’escamotage cercato dal pilota Honda che in realtà sul road book non aveva appuntato nulla, cercando di aggirare la regola segnandosi “degli aiuti” sul serbatoio della proprio Honda ufficiale. Qualche giorno prima del fatto erano già state presentate delle proteste ufficiali, ma per la direzione gara era tutto OK, salvo poi cambiare idea implementando delle nuove regole in corso d’opera. Il risultato: penalità di 3h a Benavides e addio a ogni sogno di gloria. Dopo due mesi il dietrofront, tolta la penalità di Benavides e pilota riposizionato al 5° posto della classifica Moto grazie alla vittoria in appello del team HRC. Non ci va di lanciare una critica aperta alla Dakar e nemmeno di discutere sulla sportività del gesto di Benavides e sul giusto o sbagliato della penalità. Sta di fatto però che in una competizione seria, famosa e di primo rango come la Dakar, un regolamento non può essere modificato dopo l’inizio della gara e sopratutto non può creare dubbi e interpretazioni di vario genere.

Kevin Benavides 12° dopo una penalità di 3 ore alla Dakar 2019…anzi no!
HONDA HRC PENALIZZATA, NON E’ LA PRIMA VOLTA

E’ davvero una storia sfortunata quella di Honda nella Dakar. Nel 2017 un caso per certi versi simile in cui il team fu beccato a fare rifornimento in una pompa di benzina dopo una neutralizzazione. Una foto scattata ha fatto scaturire il putiferio. Ad essere beccati, appunto, solo i piloti Honda HRC quando invece in quella pompa avevano fatto rifornimento anche altri piloti. Anche in quel caso la direzione gara colpì Honda con un’ora di penalità, penalità che quell’anno fece perdere con certezza la gara al team e a Joan Barreda. Il fatto grave è che il regolamento non stabiliva per quel caso quanto tempo di penalità doveva essere dato ad un pilota/team che avevano infranto la regola (c’era una regola?). Insomma decisioni prese per libera scelta interpretativa. Un regolamento che storicamente ha sempre fatto acqua su diversi fronti. Tutto ciò senza comunque togliere meriti ai rivali di KTM che ogni anno alla fine risultano i migliori vincendo ininterrottamente dal 2001.

EDIZIONE DELLE POLEMICHE MA SI GUARDA AVANTI

Non è stata un’edizione molto tranquilla quella della Dakar 2019. Critiche aspre al road book, che a detta di molti era impreciso e incompleto mettendo anche a rischio gli equipaggi in alcuni casi. Poi di fronte alle evidenze, è anche arrivata l’ammissione della direzione gara sugli errori fatti. Critiche per la gestione di Nicola Dutto, escluso anche lui per un errore sempre della direzione gara. Errori negli ordini di partenza della categoria camion che potevano teoricamente influenzare il risultato finale. Il caso Salvatierra escluso poco prima del via con un Quad che non è stato accettato per le verifiche. Pare che il pilota fosse stato già avvertito da ASO, ma sono mancate poi le conferme ufficiali. Ma nel 2020 per fortuna dovrebbe cambiare tutto o quasi. Fuori Etienne Lavigne, direttore sportivo della Dakar e oggetto di molte critiche che sarà rimpiazzato ufficialmente dal ben più quotato David Castera, ex pilota moto e da anni navigatore oltreché organizzatore del Rally del Marocco. Anche la location pare essere destinata a cambiare. Forti rumors, confermati da alcuni piloti tra cui il campione Al-Attiyah, parlano di Dakar in Arabia Saudita per più anni. ASO però non ha ancora confermato nulla e ci lascia tutti in sospeso, ancora una volta.

 

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