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Siamo alle porte di un nuovo anno rallystico e il Montecarlo ha mostrato la sua maestosità al mondo. Come sempre è IL RALLY. Il punto di partenza. Il punto zero, da dove si inizia a dare pronostici su come la stagione si piegherà. A proposito di stagione, ormai fa parlare di sé. Come ben noto, ormai, il World Rally Championship ha perso quell’appeal che lo faceva spiccare anni fa. Le vetture “top-line” definiamole così, sono decisamente poche. Ad ogni rally vedremo otto Rally1.
Si avete letto bene. Otto.
Vetture che dovrebbero essere la maggior espressione di questa disciplina, se la sbrigano con una mezz’ora di passaggio lasciando poi tutto il resto alle Rally2. Chiaramente non è una lamentela da spettatore della domenica, ma è chiaro che qualcosa non funziona. O meglio, non ha funzionato. Al momento il destino sembra segnato con Toyota che è la leader, Hyundai che cerca di tenere il passo e finalmente (forse) strappare un titolo piloti. Ford possiamo tranquillamente definirla N.P. (Non Pervenuta), con tutto il rispetto per Zio Malcolm che tiene in piedi tutta la baracca senza avere un appoggio ufficiale. L’errore principale, se così si può definire, non ha una locazione precisa. E’ forse una conseguenza di anni e anni, da gestione “sedentaria“. Il WRC ha sempre goduto di un ritorno mediatico pazzesco, con le case automobilistiche che facevano la fila fuori dalla porta per entrare.
Ricordate la pubblicità del 206? Andando ancora più indietro, che impatto ha avuto la Delta?
Proprio per questo forse nel bel mezzo di una discesa si è lasciato andare il manubrio di una bicicletta, che inesorabilmente senza controllo andrà a schiantarsi da qualche parte. La stangata si è avuta con l’ingresso delle WRC Plus; un’azzardo tecnico che poteva essere funzionale ma durato troppo poco, facendo si che le case non ammortizzassero la produzione delle vetture. Detto fatto, dopo un pugno di anni, arrivano le Rally1 con l’imposizione del sistema ibrido. Milioni che volano, i portafogli boccheggiano e le case automobilistiche guardano da fuori sgranando gli occhi. Ford ha preferito un impegno ufficiale nei Rally Raid: questo la dice lunga.
Negli ultimi tempi si sentono di cotte e di crude. Cavilli di notizie di dubbia provenienza, presi, ribaltati, gonfiati e spacciati per notizie certe. Senza girarci intorno, parliamo di queste benedette Rally2 Plus. Evo. Maxi…o come meglio credete. Una notizia che già circolava ad inizio 2023. Niente di ufficiale ancora, con solo qualche velata dichiarazione appannata e qualche testata semi ufficiale. Ma davvero la FIA ha intenzione di fare marcia indietro? E’ davvero la soluzione giusta?
E’ senza dubbio che i costi odierni di produzione di una Rally1 sono spropositati, ma di quanto si allontanerebbero se una casa automobilistica dovesse presentare da zero una Rally2 “Plus”? Un punto cruciale è l’ibrido, che non potrà mai essere rimosso vista la moda di dover essere “ecologisti” in un modo completamente errato. Ma questo è un altro discorso. Fare dietro front, sarebbe proprio una mancanza di affidabilità, credibilità da parte di FIA e il WRC. Pensare di utilizzare questa soluzione per essere convinti di avere una secchiata di nuovi ingressi, è da stolti.
Tralasciamo il rumor Lancia-Back on Business. Voce ripresa come il “grande ritorno“, per poi sapere che FIA non sa nulla e anche analizzando la situazione sarebbe una cosa inutile e infattibile a livello marketing. Ricordiamo che Lancia facendo parte di Fiat, fanno parte a loro volta di Stellantis. Hanno quindi la Peugeot 208 nel Rally 4 e svolgono un campionato dedicato con la Opel Corsa. Continuano a sviluppare la Citroen C3 con Citroen Racing. Quale sarebbe il loro interesse? Proporre un trofeo monomarca a livello nazionale fallimentare come ai tempi della Fiat Stilo?
Torniamo con i piedi per terra signori per un minuto. La sete di notizie è comprensibile ma cerchiamo di essere obiettivi, con l’ideale che il WRC non è più ai fasti di venti anni fa. Paragonare il tutto con lo switch tra Gruppo B e Gruppo A dell’epoca (argomento ormai che straborda dalle orecchie) è insensato e soprattutto sciocco. Parliamo di due cambiamenti diversi; il primo è stato principalmente per il fronte sicurezza vista la piega che si stava prendendo con i mezzi e soprattutto le folle incontrollate a bordo strada. Qui è tutta un’altra storia. Lo scetticismo di allora si è trasformato in un’era bellissima del rallysmo, ma lo scetticismo odierno si sta trasformando in paura.
Più si avanza e più si concretizza a ciò che è successo al WTCR.
Che fine farà il nostro amato sport?
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