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Chi l’ha vista. Audi sembra essersi dissolta dopo la brutta figura rimediata nell’ultima edizione della Dakar. Un rally davvero avaro di soddisfazioni per i tedeschi che hanno visto dissolte le proprie possibilità di podio con il doppio KO di Peterhansel e Sainz nella tappa 6 per incidente. Una duna beffarda in un tratto molto veloce, un volo mal calcolato dalle due leggende e le Audi che si spaccano dopo un atterraggio “imprevisto”.
Nella tappa 7, il terzo pilota Mattias Ekstrom centra una pietra nascosta sotto la sabbia in un pezzo affrontato col pedale a tavoletta, e strappa il braccetto della ruota. Lo svedese chiude 14° a oltre sei ore di distacco.
Il bilancio di Audi è un disastro: vittoria di 1 sola tappa con Sainz, un anno di lavoro buttato per nulla.
FUTURO IN BILICO
Il programma sportivo della casa teutonica nella Dakar era inizialmente di 3 anni. Audi nel 2023 è quindi entrata ufficialmente nel 3° anno del progetto ma al momento i lavori sembrano in stand by. Il team doveva prendere il via all’Abu Dhabi Desert Challenge di febbraio ma alla fine ha rinunciato. Ekstrom addirittura si è iscritto alla corsa con il team South Racing Can-Am su SSV. Qualcosa non torna…
Da qualche giorno però ci ha pensato il pilota Carlos Sainz a chiarire la situazione. Lo spagnolo ha dichiarato a Marca che i tedeschi stanno riflettendo se proseguire o meno nei rally. Audi è in trattativa con FIA e ASO per chiedere più potenza! Il team infatti si sente fortemente penalizzato dal regolamento tecnico che non tiene conto del maggior peso dei mezzi ibrido/elettrici. La decisione finale si baserà anche su questo punto.
Il futuro sembra alquanto nebuloso. Anche se Audi dovesse partecipare nel 2024 alla Dakar (come da programma) appare difficile poi ipotizzare un prosieguo. Le risorse e i prossimi sforzi della casa dei quattro anelli sono ormai quasi tutti orientati verso la F1 che prevede l’ingresso del marchio nel 2026.
I risultati sin qui scarsi e la nuova ambizione con le monoposto in F1 potrebbero facilmente allontanare Audi dai rally raid.
LE CAUSE DEL FALLIMENTO
Cosa non sta funzionando nel programma Dakar per i tedeschi? Un’idea ce la siamo fatta e già in passato anche lo stesso Sainz si era esposto sulla questione. Serve tempo ed esperienza ma soprattutto serve correre di più nei rally!
Audi infatti in questi due anni ha lavorato tanto al progetto della RS Q e-tron, sviluppando ed evolvendo il suo prototipo, sfociato nella variante “E2” che abbiamo visto in azione quest’anno. Una vettura molto interessante ed estrema ma che ha corso davvero pochissimo.
Basti pensare che nel 2022 prima della Dakar, il team ha corso con tutti i suoi piloti ufficiali solamente nel Rally del Marocco. Unica eccezione Peterhansel che aveva gareggiato anche ad Abu Dhabi a marzo 2022, riportando una vittoria ma a bordo della vecchia versione 21′ della RS Q e-tron. Il resto solo e soltanto test. Troppo poco…
Troppo poco soprattutto per i piloti che in questi anni non sono stati messi nelle condizioni di poter esplorare di più il loro mezzo in gara. E non è un caso che anche due mostri sacri come Sainz e Peterhansel, siano apparsi in evidente difficoltà nel capire le reazioni della propria vettura durante la Dakar, soprattutto quando i ritmi erano più sostenuti. Una condizione che Al-Attiyah ha sfruttato benissimo imponendo subito un ritmo sfrenato e facendo cadere nell’errore proprio i piloti più esperti del team rivale.
Inoltre anche queste questioni politiche sembrano giovare poco al prestigio del marchio. Tante chiacchiere sul BOP nella Dakar, ciò che invece servirebbe sono i fatti, quelli veri correndo i rally e dimostrando di sapersela giocare.
E invece Audi in questo momento sembra aver scelto una strada diversa, innalzando un muro e provando a smuovere la situazione solo con qualche polemicuccia di circostanza. Nessuna novità sui programmi 2023. Sainz e Peterhansel si stanno riprendendo dalle rispettive fatiche della Dakar e attendono una decisione dalla casa.
Audi sarà al via della Dakar 2024?
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