Kalle Rovanpera e Jonne Halttunen su Toyota Yaris WRC sono i vincitori del Rally del Portogallo. La coppia finlandese, al terzo successo consecutivo, battono sul filo di lana la vettura gemella di Elfyn Evans e Scott Martin.
NUOVI EROI… – Vincere tre delle prime quattro gare non è roba da poco. Farlo in tre maniere diverse nemmeno. A Umea il successo è maturato dopo una due giorni di assoluto controllo, mantenendo a debita distanza i diretti inseguitori per tutto il sabato e la domenica. A Zagabria la vittoria è stata presa di forza, quando una scelta di gomme errata ed un meteo ballerino avevano rimesso incredibilmente in gioco Tanak e quando i pronostici della speciale conclusiva erano tutti a favore dell’estone. Qui in Portogallo è arrivata una affermazione mentale che per un ragazzo di soli 21anni non è cosa da poco, contro colui che sulla carta doveva essere il naturale erede di Ogier per la conquista del titolo. E se riesci a vincere anche nei rally dove dovresti fare fatica, allora tutti dovrebbero cominciare a preoccuparsi pesantemente.
…E VECCHI LEONI – Alla vigilia ci si aspettava la ripetizione della supersfida andata in scena a Monte-Carlo tra Sebastien Loeb e Sebastien Ogier, invece i due plurivincitori (7 vittorie in terra portoghese, due per l’alsaziano e 5 per l’uomo di Gap) hanno deluso le aspettative. Loeb, salito in testa alla classifica il venerdì, è incappato in un errore che ne ha precluso le ambizioni, proseguendo il weekend con alcuni problemi tecnici che lo hanno costretto a rallentare vistosamente il sabato fino al ritiro definitivo.
Storia diversa ma risultato simile per Ogier: partito venerdì con solo una gomma di scorta, il campione in carica ha subito due forature a ripetizione, forzandolo al ritiro. Ripartito il sabato, un’uscita di strada ha peggiorato la già non rosea situazione del #1 di Toyota. Weekend da comparsa mentre i suoi compagni di team vivacizzavano la lotta per le posizioni che contano: situazione a cui il francese non è mai stato troppo abituato. Ci si rivede in Kenya, insieme all’altro Seb, per il terzo round.
TOYOTA TOP – Applausi a Kalle e Elfyn, meritatissimi, ma nulla è possibile se la vettura non è allo stesso livello dei propri piloti, citofonare Hyundai e chiedere a Neuville-Tanak se questa affermazione non è vera. Latvala ha messo in mano ai suoi uomini la migliore Rally1, capace di vincere su ogni terreno (neve, asfalto, terra). La tripletta portoghese è mancata più per meriti di un Sordo mai domo che per demeriti di un Katsuta in lacrime per il podio sfumato nel finale, e l’unica nota stonata del weekend è maturata dal pilota forse più atteso, ma che ha regalato gli ultimi due titoli alla casa giapponese. Era la vettura da battere nell’era Plus, si sta ripetendo ora in questi primi scampoli di era ibrida.
HYUNDAI INSEGUE – Dani Sordo festeggia un podio che fa morale, soprattutto per lui che era alla prima apparizione assoluta con le nuove vetture e peccava di esperienza rispetto ai suoi compagni di squadra. Thierry Neuville e Ott Tanak invece continuano ad essere accompagnati dalla nuvola di Fantozzi: il belga, quinto al traguardo e autore di un venerdì di tutto rispetto, viene tradito nuovamente dall’affidabilità della I20; l’estone, sesto assoluto alla fine, è costretto a salutare le posizioni che contano causa doppia foratura, la cui colpa può essere distribuita tra le fragili coperture Pirelli, le condizioni ostiche del percorso portoghese ed il dover continuare a “forzare” traiettorie meno pulite per cercare di stare vicino agli avversari di Toyota. Se la I20 WRC era plasmata ad immagine e somiglianza di Neuville, con questa Rally1 lo spartito sarebbe dovuto cambiare per l’iridato 2019, ma al momento la strada da fare sembra ancora molta, forse troppa per sperare in qualcosa di importante al termine di questa stagione.
M-SPORT CANTIERE APERTO – Sembra essere svanito l’effetto Loeb che aveva accompagnato la prima uscita della Puma a Monte-Carlo dove, successo del francese a parte, le aspettative degli altri piloti nei confronti della vettura erano molto alte. Craig Breen, prima guida designata del team, continua a fare fatica. Tormentato da problemi tecnici e non, ultimo in linea temporale il guasto ai freni di stamattina, conclude l’avventura portoghese all’ottavo posto assoluto, di sicuro non la posizione che voleva a questo punto della stagione. Il migliore della numerosa flotta britannica giunta nella penisola iberica è Pierre-Louis Loubet, settimo al traguardo, che si è tolto più di un sassolino dalle scarpe relativamente alle scarse prestazioni da lui dimostrate nella “vita passata” a bordo della I20 Plus.
Premio “Calimero” a Gus Greensmith, che tra forature nei posti più impensabili e sospensioni rotte in trasferimento, non vede l’ora di lasciarsi alle spalle la trasferta portoghese. Bravo Adrien Fourmaux, nono al traguardo, non per le prestazioni velocistiche, quanto per l’aver portato a casa la vettura intatta, come da indicazioni del suo team alla vigilia.
La Top Ten è completata da Yohan Rossel, vincitore del WRC2 Open dopo l’uscita di strada di Teemu Suninen nella Power-Stage. Chris Ingram vince nel WRC2 Junior, Sami Pajari nel WRC3 Junior.