Foto - Frédéric Le Floch / DPPI

E’ giunta al termine l’edizione n. 44 della Dakar. Gli equipaggi hanno fatto ritorno a Gedda dove tutto era iniziato il 1° gennaio. Un lungo giro nel deserto arabo durato ben oltre gli 8000km. Gli ultimi 164km di quest’oggi sono serviti più per la classica passerella finale, anche se nelle categorie moto e ssv c’erano ancora dei piloti che hanno provato a giocarsela fino all’ultimo chilometro! Vediamo com’è andata…

NASSER RE DEL DESERTO, LOEB-LURQUIN PROMOSSI!

Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel fanno il bis con Toyota dopo il successo del 2019! L’equipaggio di punta della casa giapponese non ha sbagliato praticamente nulla in questa Dakar. Il francese Baumel è stato perfetto alle note, confermandosi il navigatore top per eccellenza dei rally raid. Al-Attiyah ha beneficiato della navigazione sicura del suo co driver ma anche delle ottime performance del nuovo Toyota Hilux V6 turbo T1+, un mezzo che avevamo indicato già come favorito ancor prima che la corsa iniziasse. Seppur con meno velocità di punta della versione precedente dell’Hilux, Al-Attiyah ha sfruttato al massimo le gomme più grandi e l’escursione maggiore delle sospensioni per dominare sulla sabbia e sulle dune. Il qatariota, come suo solito, è partito all’attacco e in due tappe è stato capace di accumulare quel margine vincente dove gli altri invece hanno toppato accusando sin da subito forti ritardi. Una Dakar per loro perfetta, per la gioia anche del team Gazoo Racing South Africa che aveva realizzato i mezzi. Meritano un applauso anche Sébastien Loeb e Fabian Lurquin alla loro prima Dakar insieme. Per il 9 volte campione WRC non deve essere facile digerire due volte un secondo posto, qui e in Extreme E. Ma dalla sua Dakar si possono trarre solo note positive, e possiamo anche affermare che questa è stata decisamente la miglior Dakar per Loeb. La navigazione è stata piuttosto impegnativa quest’anno, e anche il nuovo naviga Lurquin è promosso a pieni voti. L’equipaggio ha dimostrato di lavorare bene e Prodrive ha agguantato un gran secondo posto con il BRX Hunter T1+ nonostante le premesse non fossero delle migliori per il nuovo prototipo 4×4. C’è ancora del lavoro da fare per migliorare l’affidabilità dell’Hunter mentre le prestazioni velocistiche sono state alquanto soddisfacenti viste le 3 vittorie di tappa.

Loeb al traguardo soddisfatto del suo 2° posto (Flavien Duhamel/Red Bull Content Pool)

Sul terzo gradino del podio un’altra Toyota, quella factory di Al Rajhi-Orr del team Overdrive Racing motorizzata col vecchio ma comunque prestazionale V8 di derivazione Lexus. Per il pilota saudita è stata una gara gestita molto con la testa e meno col piede! Bravo Al-Rajhi che centra un podio soddisfacente in casa propria dopo un’annata passata un po’ difficile e condizionata da un infortunio. Gran 4° posto anche per Orlando Terranova e Daniel Oliveras! Per “Orly” è il miglior risultato di sempre alla Dakar, condito anche della vittoria di tappa. L’argentino è sicuramente una delle note positive di questa corsa, un pilota forte ed esperto che potrà fornire ancora risultati importanti al team Prodrive. Alle sue spalle ha concluso Giniel de Villiers (5°) con Dennis Murphy alle note. L’ex campione sudafricano non ha vissuto una Dakar tranquilla, travolto dalle critiche che spesso sono sfociate anche in qualcosa di più…purtroppo. Tuttavia De Villiers ha gestito bene la pressione e ne è uscito da signore, portando a casa l’ennesimo risultato utile e importante per il team. Non va dimenticato che l’Hilux V6 turbo è stato svezzato all’inizio proprio da De Villiers.

Przygonski-Gottschalk ottimi sesti assoluti e primi della classe riservata ai buggy (Flavien Duhamel)

Jakub Prygonski si è piazzato 6° sul Buggy Mini. Il polacco ha rispettato quelli che erano i pronostici e si è portato a casa la vittoria di classe tra i buggy, precedendo il rivale francese Mathieu Serradori che gli ha concluso proprio dietro. Per Serradori-Minaudier è stata una gara in rimonta che li ha riportati nel finale con un bel piazzamento in top10, rimarcando anche l’ottima prestazione del buggy Century CR6 spinto dal motorone V8 Chevy. Il veloce gentleman argentino Sebastian Halpern ha portato all’8° posto l’altro buggy di casa X-Raid Mini, facendo terzo di classe. A chiudere la top10 sono Mattias Ekstrom e Vladimir Vasilyev. Il pilota svedese ex DTM e Rallycross, ha chiuso una gara davvero sorprendente! Eki era solamente alla sua seconda Dakar ma ha dimostrato di avere gran talento dietro al volante e di sicuro sarà una pedina fondamentale per lo sviluppo di Audi. Alla sua prima Dakar la RS Q e-tron ha ottenuto un risultato in linea alle aspettative, con tanti problemi di affidabilità ma anche la bellezza di 4 tappe vinte. La velocità sembra esserci, l’elettrico ha dimostrato tutta la sua forza tra le dune (assistito dal TFSI) ma adesso bisognerà sistemare il problema delle sospensioni posteriori che hanno afflitto i mezzi di Carlos Sainz (12° finale) e Peterhansel (59°). Per il campione uscente è stato un rally al di sotto delle aspettative, purtroppo molto sfortunato. Ma siamo certi che mister Dakar si riprenderà per bene. Il russo Vasilyev ha portato al 10° posto assoluto il vecchio BMW X3 T1, primo di classe! Vasilyev-Uperenko hanno vissuto un’ultima giornata da incubo, con il mezzo che ha accusato forti problemi e che è stato tirato al traino fino al traguardo da un altro concorrente, il lituano Juknevicius. Missione compiuta comunque. Appena fuori dalla top10 hanno chiuso Vaidotas Zala (Mini 4×4) 11° seguito da Carlos Sainz 12° e dal buggy Optmus del francese Michael Pisano 13° e autore di un’ottima gara. Solo 19° Cyril Despres, autore di una prova sfortunata sul buggy Peugeot ex ufficiale e gestito da PH Sport. Laia Sanz ha chiuso 23° al debutto con alle note Maurizio Gerini sul Mini All4 T1. Henk Lategan ha vinto l’ultima tappa sul Toyota e ha chiuso al 31° posto. E infine anche un po’ di Italia: nonostante qualche difficoltà, i fratelli Totani hanno portato al traguardo di Gedda il loro Nissan Patrol classificandosi 60° assoluti, ancora una volta miglior equipaggio italiano alla Dakar. Bravi anche Schiumarini-Sinibaldi, anche loro sfortunati ma comunque capaci di tagliare il traguardo al 71° posto.

CLASSIFICA FINALE AUTO
1. Al Attiyah-Baumel (Toyota) 38:33:03
2. Loeb-Lurquin (Prodrive) +27’46”
3. Al Rajhi-Orr (Toyota) +1:01’13”
4. Terranova-Oliveras (Prodrive) +1:27’23”
5. De Villiers-Murphy (Toyota) +1:41’48”
6. Przygonski-Gottschalk (Buggy Mini) +1:53’06”
7. Serradori-Minaudier (Century CR6) +2:32’05”
8. Halpern-Graue (Buggy Mini) +2:38’26”
9. Ekstrom-Bergkvist (Audi) +2:42’11”
10. Vasilyev-Uperenko (BMW) +3:02’21”

 

Sunderland eroico vincitore sulla Gas Gas (Flavien Duhamel)
MOTO – PRIMA STORICA VITTORIA GAS GAS

Sam Sunderland scrive la storia dopo aver regalato il primo successo al marchio Gas Gas. La “cuginetta” della KTM ha vissuto una gara da protagonista grazie alle grandi prestazioni fornite dai suoi piloti. Sunderland ha spinto forte quando serviva e ha poi gestito bene le fasi cruciali del rally. Per il britannico è il secondo successo nella Dakar dopo quello ottenuto nel 2017 con KTM. A 32 anni si apre un nuovo capitolo per il centauro della casa spagnola. Gran 2° posto finale per el diablo Pablo Quintanilla! Il cileno al debutto su Honda, una moto radicalmente diversa dalla sua “ex” Husqvarna, ha dimostrato di poterci stare eccome in sella alla due ruote della casa alata. Quintanilla ha pagato a caro prezzo l’errore della 2° tappa; la sua gara poi è stata ad alto ritmo, portandolo a sfiorare la vittoria con i soli 3 minuti di distacco finale dal vincitore. Podio meritato anche per il pilota KTM Matthias Walkner, bravo e attento anche se è mancato il guizzo vincente. Medaglia di legno per Van Beveren 4° su Yamaha davanti alla tre Honda di Barreda, Cornejo e Brabec. Andrew Short ha chiuso 8° con l’altra Yamaha ufficiale davanti a Mason Klein. Il fenomenale ragazzino americano ha sorpreso e incantato tutti vincendo la Classe Rally2 delle moto. Arunas Gelazninkas si è riconfermato campione di Malle Moto su KTM. Giovanni Gritti su Honda è stato il miglior italiano classificandosi 45° assoluto. Cesare Zacchetti ha chiuso 66° su KTM precedendo il veterano Franco Picco 72° sulla debuttante Fantic Moto, e Francesco Catanese 73° su Honda. ha chiuso la sua grande Dakar anche Danilo Petrucci. Petrux ha fatto 90° sulla KTM con cui ha vinto una tappa, facendo tornare l’Italia davanti a tutti dopo tanti anni. Nei Quad successo per il francese Giroud su Yamaha dopo una gara abbastanza combattuta.

CLASSIFICA FINALE MOTO
1. Sunderland (Gas Gas) 38:47:30
2. Quintanilla (Honda) +3’27”
3. Walkner (KTM) +06’47”
4. Van Beveren (Yamaha) +18’41”
5. Barreda (Honda) +25’42”
6. Cornejo (Honda) +38’06”
7. Brabec (Honda) +46’04”
8. Short (Yamaha) +46’08”
9. Klein (KTM) +49’07”
10. Price (KTM) +49’20”

 

Francisco Lopez vince la sua terza Dakar in SSV (Flavien Duhamel)

 

LE ALTRE CATEGORIE 

SSV – Successo finale per il cileno Francisco Chaleco Lopez! Vittoria assoluta per Can Am che si porta a casa il titolo Prototipi Leggeri. Lopez ha corso una gara senza sbavature gestendola per ampi tratti e controllando l’avversario più vicino, il debuttante Eriksson sul medesimo XRS turbo. La corsa è stata condizionata dal ritiro prematuro del fortissimo Quintero, comunque protagonista da record con le sue 11 vittorie di tappa (compresa l’ultima di oggi). Alle spalle di Eriksson ha chiuso la veloce Cristina Gutierrez su Overdrive OT3. La spagnola poteva ambire a qualcosina di meglio se non fossero emersi i soliti problemi del buggy belga. Sesto posto per Camelia Liparoti su Yamaha YXZ 1000 preparato da X-Raid. Nella categoria SSV T4 stock ha chiuso vincente l’americano Austin Jones su Can Am. Beffato incredibilmente nel finale lo spagnolo Gerard Farres che era a un passo dal successo. Farres ha accusato dei problemi elettrici proprio sull’ultima tappa e si è dovuto accontentare della piazza d’onore davanti al sorprendente debuttante Baciuska 3° sempre su Can Am. I fratelli Goczal fuori dal podio ma davanti allo sfortunato brasiliano Rodrigo Luppi, anche lui gran protagonista da debuttante.

CAMION – Dominio totale Kamaz in questa edizione. Vittoria per Dmitry Sotnikov che ha battuto il più quotato Eduard Nikolaev. E’ subito doppietta per i nuovissimi Kamaz K5 che si sono dimostrati agilissimi e veloci soprattutto nelle parti più tecniche tra la sabbia e le dune. Sotnikov ha piegato il rivale per soli 9’58”. Podio finale per Anton Shibalov che ha chiuso davanti allo sfortunato Karginov. Van Kasteren è stato il migliore degli altri su Iveco Powerstar del rientrante Team De Rooy. Martin Van den Brink ha chiuso 6° davanti a Macik che ha rimontato fino al 7° posto, entrambi sempre su Powerstar 4×4. Da rilevare il grandissimo 10° assoluto di Mitchel Van den Brink su un camion da assistenza rapida, un Iveco Trakker. Claudio Bellina ha concluso 15° assoluto di categoria, anche lui su un nuovissimo Iveco Powerstar.

CLASSIC – La seconda edizione della Dakar Classic ha visto il trionfo dei francesi Mogno-Drulhon su un Toyota Land Cruiser HDJ80. Alle loro spalle il Mercedes Classe M della coppia Euvrard che hanno preceduto gli spagnoli del Team Rumbo Zero, Pliego-Moure sul Mercedes Classe G. I migliori italiani classificati sono Ricciari-Giannecchini 35° sul potente Mitsubishi Pajero Evolution della R-Team.

 

INCIDENTE MORTALE – Non volevamo che si chiudesse con una brutta notizia questa edizione della Dakar. Negli ultimi chilometri di trasferimento ha perso la vita il giovane 20enne Quentin Lavalée, meccanico del team PH Sport che curava la mitica Peugeot 205 Turbo ex Vatanen presente nella Dakar Classic. Stando alle notizie riportare, per il giovane è stato fatale un incidente stradale dove due camion si sono scontrati. Una tragedia che purtroppo chiude nello sconforto questo evento. Il nostro pensiero va ovviamente alla famiglia del meccanico e a tutti i suoi cari.  

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