Kalle Rovanpera e Jonne Halttunen su Toyota Yaris WRC sono i vincitori del Rally Acropolis, nona prova del Campionato del Mondo WRC. Per il campioncino finlandese è la seconda affermazione in carriera nel mondiale e stagionale, nonché il settimo sigillo per il Gazoo Racing di questo dominante 2021.
Rally of Gods, il rally degli Dei, e di dei (pagani) del volante ci ritroviamo al cospetto. Uno, Sebastien Ogier, terzo classificato, che fa già parte dell’olimpo del volante rallystico, con il podio di oggi mette un grosso macigno sull’ottava meraviglia mondiale in carriera, considerate le disavventure dei più immediati inseguitori. L’altro, Kalle, che in una gara dura e completamente differente rispetto alle velocissime strade amiche estoni, dimostra ancora una volta di che pasta è fatto, candidandosi ad un luminoso futuro e, chissà, ad issarsi proprio in quell’olimpo dove il suo celebre compagno di squadra fa sfoggio del suo infinito palmares, insieme a molte altre leggende.
Una vittoria senza appello, in una gara tosta che ha regalato colpi di scena a chi non ne aveva proprio bisogno. Fatto salvo Takamoto Katsuta, a cui va il “premio sfiga”, anche Elfyn Evans esce deluso da un rally che per lui non ha mai ingranato, nel vero senso della parola. Malandrina fu la scatola del cambio della sua Yaris, che ha deciso di smettere di funzionare nel momento sbagliato e nella gara sbagliata. Il gallese si trova ora in una posizione complicata: rischiare e sperare in una debacle di Ogier per la corsa al titolo o guardarsi alle spalle e difendere il secondo posto dal roboante teammate? Alla Finlandia (e non solo) l’ardua sentenza.
In casa Hyundai, Ott Tanak salva la baracca regalando il podio alla casa coreana, ma dopo la schiacciante affermazione di Ypres in molti speravano in un ritorno prepotente del team diretto da Adamo. E’ passato meno di un mese, ma l’avventura belga sembra ormai distante anni luce, successo maturato più dall’effettiva maggiore esperienza del passato rispetto ai rivali di Toyota che per un effettivo recupero prestazionale nei confronti della schiacciasassi dagli occhi a mandorla. Thierry Neuville ha fatto i miracoli per tenere insieme una vettura che fa i capricci (per colpe sue, ma anche no) ma il belga non è riuscito ad andare oltre all’ottavo posto finale. Tanak nonostante il podio è alla costante ricerca di un assetto ideale che non arriva (quasi) mai, soprattutto in rally dalle basse velocità medie come quello greco. Dani Sordo ha fatto il suo, un quarto posto senza infamia e senza lode, ma l’impressione è che questa I20, decisamente la migliore macchina del lotto ad inizio generazione, sia arrivata a fine ciclo con il fiato decisamente corto. Ripetersi per una terza volta nei costruttori sarebbe un miracolo, anche immeritato nei confronti di una Yaris che nel giro di un lustro è passata dall’essere un brutto anatroccolo ad un velocissimo cigno.
Il quinto posto finale è della Ford Fiesta WRC guidata da Gus Greensmith, seguito dal già citato Evans e dal compagno di squadra Adrien Fourmaux, dal quale il britannico eredita la posizione. Il francese infatti è stato vittima di un problema al motore nel trasferimento verso la prima prova speciale di giornata, perdendo due posizioni a favore del #44 e di Evans.
Dopo il deluso Neuville, la Top Ten è completata dai mattatori del WRC2, il vincitore Andreas Mikkelsen e Marquito Bulacia, protagonisti di una bellissima lotta durante tutto il weekend che alla fine ha visto il norvegese spuntarla. Il sorpasso decisivo è giunto nel corso della PS13, dove l’ex pilota VW ha rifilato oltre 13″ al rivale, che era riuscito a chiudere la giornata di ieri in vetta alla graduatoria di categoria. Terzo Nikolay Gryazin, all’esordio con la Ford Fiesta Rally2.
Nel WRC3 la vittoria è andata alla Citroen C3 Rally2 di Yohan Rossel, davanti a Kajto Kajetanowicz e Chris Ingram.