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La nostra rubrica “Personaggi di Raid” riprende con la storia dakariana di un pilota molto speciale. Si tratta del belga Jacky Ickx, una vera e propria star degli anni 60′ 70′ e 80′. Ickx nasce a Brussels il 1° gennaio 1945. La passione per il Motorsport gli viene trasmessa dal padre Jacques e dal fratello maggiore Pascal. Inizia a correre da giovanissimo sulle due ruote nel trial dove riesce subito a farsi notare grazie alla conquista di due titoli con le piccolo moto 50. Ben presto si metterà alla guida anche sulle quattro ruote. Le prime esperienze sono nelle corse turismo e nelle gare in salita dove Ickx si dimostra molto abile e dopo le prime gare inizia già ad ottenere vittorie di classe. Con le ruote coperte corre anche in qualche rally ma è nel Turismo dove arrivano le prime affermazioni con il titolo di divisione nel Campionato Europeo e anche il titolo assoluto belga.
Grazie all’appoggio di alcuni sponsor francesi e la Matra, Ickx riuscì a debuttare anche sulle monoposto. Fa esperienza in F2 e F3 e proprio nella Formula 2 europea trova un clamoroso successo che fa accendere i riflettori anche di molti team di Formula 1. Il talento belga viene notato da Enzo Ferrari che lo porta nella sua scuderia. Tra alti e bassi e un caratterino un po’ particolare, Ickx ottiene comunque ottimi risultati con la rossa e sfiora anche la vittoria del Mondiale. Lascerà la Ferrari passando alla Lotus, una scelta che si rivelerà infelice. Il velocissimo belga non brilla su una poco competitiva Lotus e in seguito non riuscirà più a mettere piede in un team di primo piano fino a quando non abbandona le monoposto a fine 1979. Di tutt’altro sapore la sua carriera nelle gare endurance dove spesso correva alternandosi contemporaneamente agli impegni di F1. Vince per ben sei volte la 24 Ore di Le Mans oltre ai due titoli nel Mondiale Endurance e diventa una leggenda del Motorsport.
IL DEBUTTO ALLA DAKAR CON CITROEN
Pilota stakanovista per eccellenza, Jacky Ickx debutta nella Paris-Dakar nel 1981. Il campione belga è affascinato dalle dune e dai lunghi percorsi nei deserti africani. Spendere tanto tempo dietro al volante non è un problema per un pilota come lui abituato alle corse endurance su pista. Ma nei rally raid deve imparare ad affrontare percorsi difficili e insidiosi e a saper gestire la propria vettura. Una cosa sicuramente non gli manca: talento e velocità. Ickx trova un accordo con la francese Citroen e porta a bordo anche il famoso sponsor Texaco; l’opportunità di avere visibilità in una gara che ormai da un paio di anni faceva tanto parlare di se era irrinunciabile. La vettura è una CX 2400 GTI, una berlina entrata nel cuore dei francesi ma non solo. La CX GTI usata da Ickx aveva un affidabilissimo motore 4 cilindri di 2347cc in grado di sviluppare circa 130cv. Vettura a trazione anteriore, il punto di forza di questa rivoluzionaria macchina francese erano le sospensioni idropneumatiche a 4 ruote indipendenti, in grado di tenere la vettura ad una altezza costante dal suolo. La CX tra l’altro era stata già provata con successo da Thierry Sabine (il creatore della Paris-Dakar) proprio nei suoi viaggi di ricognizione nel Sahara, e sempre in Africa era risultata vincente in due edizioni del Tour de Senegal. La Paris-Dakar 1981 parte, Ickx ha come navigatore l’amico attore francese Claude Brasseur che oltre alla passione per i motori non ha esperienza come navigatore. E ricordiamo che in quegli anni il GPS era un sogno lontanamente immaginabile! Per l’equipaggio Ickx-Brasseur la gara sulla CX n°125 è una vera e propria avventura. Il duo si districa bene tra le lunghissime ed estenuanti tappe nel Sahara. Qualche problemino li rallenta ma Ickx riesce comunque a portare l’affidabile CX alla vittoria di tappa in Senegal in una percorso cronometrato di circa 320km. Purtroppo l’asso belga non riesce a chiudere la gara incappando in uno spettacolare incidente che lascia l’equipaggio della n°125 con l’amaro in bocca. La Paris-Dakar 1981 viene vinta la Rene Metge su Range Rover V8, la miglior Citroen CX al traguardo sarà quella del francese Jean-Paul Luc, 16° assoluto. Nonostante l’amaro epilogo, i deserti e tutta l’atmosfera africana hanno lasciato il segno nel cuore di Ickx e Brasseur che sono decisi a ritornare l’anno seguente per riprovare l’impresa!
IL CAPITOLO MERCEDES E IL TRIONFO DELL’83
Dopo il buon debutto alla Dakar 1981, Ickx-Brasseur decidono di tornare nell’edizione 1982 ma con alcune novità! Il campione belga cerca e trova il coinvolgimento di Mercedes. La casa di Stoccarda si lascia convincere grazie anche alla mediazione di una concessionaria, le vittorie e il prestigio di Ickx fanno il resto. Impossibile dire di no. Lo sponsor Texaco sale a bordo e fa da livrea al Mercedes 280 GE n°154. Il mezzo è praticamente di serie; sotto il cofano c’è un 6 cilindri benzina 2.8 in grado di sviluppare 156cv contro i 150 della versione di serie. La Paris-Dakar inizia subito benissimo per Ickx. La gara si snoda attraverso l’Algeria, il Mali e infine il Senegal. Ickx-Brasseur sono velocissimi e vincono la bellezza di 7 tappe mettendo anche in risalto il Mercedes Classe G. Ma un CP mancato manda in frantumi i sogni di gloria dell’equipaggio. La penalità è severissima: 5 ore da aggiungere al tempo totale! Il pilota belga nonostante tutto porta a termine la Dakar con un onorevole 5° posto assoluto. La vittoria va alle volpi del deserto, i fratelli Marreu che trionfano con la loro Renault 20 Turbo. Alle spalle dei fratelli c’è la sorprendente Lada Niva di Briavoine e a completare il podio ci pensa l’altro Mercedes 280 GE ufficiale di Jean-Pierre Jaussaud che dunque sottolinea la grande prova di forza del marchio di Stoccarda in Africa.
Anno 1983, è ancora tempo di Paris-Dakar! La creatura di Thierry Sabine è in continuo sviluppo e il livello e la qualità sia dei concorrenti che dei mezzi continua a salire. Per la 5° edizione del Rally Raid più famoso nel Mondo, Ickx e Brasseur fanno parte nuovamente del team Mercedes. Il Classe G utilizzato nel 1982 viene in parte rivisto. Le cose iniziano a farsi serie e il 4×4 tedesco subisce un vero e proprio step di evoluzione. Il motore viene curato direttamente dalla stessa Mercedes che lo porta addirittura a 220cv! La vettura inoltre viene alleggerita e appare per la prima volta una sorta di spoiler posteriore. Insomma il Mercedes 280 GE dell’83’ è un mezzo rinforzato, più veloce, più leggero e consuma addirittura meno. La gara parte come sempre da Parigi, Jacky Ickx è affamato di vittoria e di rivincita. Dalla seconda tappa il veloce belga detta le regole del gioco e impone a tutti un passo gara decisamente altissimo! I rivali cercano di resistere, ma Ickx-Brasseur non sbagliano un colpo e vincono ben quattro tappe dominando la gara in Algeria. Il belga controlla la corsa e poi sferra il colpo sulla tappa che porta a Chirfa, in Niger. Le vittorie di tappa salgono a 5. Giunti a oltre metà gara, più precisamente nella 9° Tappa succede l’incredibile: una tempesta di sabbia coglie di sorpresa gli equipaggi in gara. Il paradiso dei deserti africani si trasforma improvvisamene in un terrificante inferno terrestre! Qualche avversario perde inevitabilmente terreno, uno su tutti André Trossat che è un avversario temibile per Ickx con la sua Lada Niva. Rene Metge vince l’infernale tappa che porta ad Agadez, Ickx-Brasseur finiscono dietro al campione francese. Molti gli equipaggi che risultano bloccati o persi, per Sabine ci vorranno giorni per ritrovare tutti i dispersi. Avviati ormai verso il finale di gara, Ickx e Brasseur fanno molta attenzione a non commettere errori; il 280 GE nel frattempo si dimostra molto affidabile nelle mani dell’asso belga. L’arrivo a Dakar non è più utopia, e per l’equipaggio Ickx-Brasseur arriva un incredibile ed eroico trionfo. La storia è scritta, e anche il Mercedes Classe G entra nella leggenda dei fuoristrada dopo la vittoria nella Paris-Dakar.
L’AVVENTURA PORSCHE
Nel 1984 Jacky Ickx viene ingaggiato dalla Porsche per il programma Dakar. Bisogna ricordare che Ickx con Porsche aveva già vinto fra anni 70′ e primi anni 80′ ben quattro edizioni della 24 ore di Le Mans. E tutto lasciava presagire un trionfale ciclo Porsche anche alla Paris Dakar. Ma così non andò purtroppo, il belga non riuscì a capitalizzare la sua grande velocità al volante della vettura di Stoccarda. Nella Paris-Dakar dell’84’ Ickx corre a bordo di una Porsche 953 4×4. L’equipaggio completato dal fido navigatore Brasseur incappa subito in una foratura nella 2° tappa in Algeria e nella 3° tappa un problema elettrico manda in fumo ogni chance di vittoria. Da quel momento in poi Ickx-Brasseur corrono senza nulla perdere e vincono ben 9 tappe concludendo al sesto posto nella classifica generale. La vittoria andrà al compagno di squadra Rene Metge. Le 9 tappe vinte nella singola gara fanno segnare un record assoluto che verrà battuto solamente da Lartigue nel 94′. Nell’85’ la Porsche fa debuttare la temibile 959 derivata dai Gruppo B dei rally. Ma la vettura, ancora in fase di sviluppo, non risulterà abbastanza affidabile per concludere la gara. Nella Paris-Dakar 1986 la musica cambia con le evoluzioni della 959 che finalmente diventa una vera e propria belva nei rally raid. Purtroppo Ickx incappa subito in una disavventura nelle prime tappe quando va a sbattere e distrugge il radiatore della sua Porsche per cercare di evitare un ciclista. Il belga, sempre accompagnato da Brasseur, riuscirà comunque a recuperare ma non abbastanza per vincere. La vittoria andrà ancora una volta al più costante compagno di squadra Rene Metge che si dimostra molto scaltro e resistente nelle dure edizioni del rally degli anni 80′. Per Ickx-Brasseur è un ritorno al podio con il secondo posto assoluto.
LA SFIDA CONTRO VATANEN E LE DAKAR IN LADA
Dopo l’addio di Porsche alla Dakar, Jacky Ickx si “rifugia” in Lada in un team semi privato allestito dall’importatore francese Poch. La vettura, la famosissima Lada Niva, è una evoluzione della vettura usata nell’84 fornita di un motore più prestazionale. A quel tempo la Niva godeva di un’ottima fama ma l’ingresso dei team ufficiali Porsche e Peugeot che portavano in gara i famosi “Proto” non davano molte chance di successo ai privati. Lo spirito della Paris-Dakar era cambiato, la grande avventura si era ormai trasformata in una vera e propria gara per team e piloti professionisti. Ickx non trova nessun acuto sulle Niva 4×4: un ritiro nell’87’ e un 38° posto assoluto nell’88’ dopo un ribaltamento tra le dune.
Per la Paris-Dakar 1989 Ickx firma per Peugeot ed entra a far parte dello squadrone francese che ha dominato in lungo e largo nelle ultime due edizioni! La vettura è una Peugeot 405 Turbo T16, un mostro da 400cv. La macchina è velocissima e come pregio ha anche l’ottima guidabilità sulla sabbia e tra le dune dovuta al passo lungo. Il rivale principale di Ickx è il compagno di squadra Ari Vatanen che la Dakar l’aveva vinta nel 1987. L’edizione 89′ parte sempre da Parigi e attraversa Tunisia, Libia, Niger, Mali, Guinea e Senegal. La tensione è subito alle stelle: nella prova prologo Vatanen si ribalta e ammacca la sua Peugeot 405 Turbo oltre a perdere anche lo sportello lato guida. Ickx parte forte invece vincendo subito il prologo e sferrando due colpi micidiali sulle tappe 3 e 4 in Libia, dove il feeling con la sua Peugeot sboccia. In Niger però Vatanen cambia passo e mette in mostra tutta la sua classe da rallista, Ickx invece entra in modalità gestione. Gli avversari sono staccati di diverse ore: il migliore è Patrick Tambay alla guida di un “convenzionale” Mitsubishi Pajero 4×4. Le Peugeot 405 sono di un altro livello… irraggiungibili per gli altri team! Giunti a metà gara, Vatanen ha ricucito il gap da Ickx mettendo letteralmente alla frusta la sua 405 Turbo. L’11° tappa lascia un segno indelebile sulla corsa: Vatanen riparte all’attacco, Ickx non resta a guardare e contrattacca. Il duello è infuocato! Il francese e il finnico si scambiano più volte di posizione e nessuno sembra voler mollare. A fine tappa, all’arrivo in Mali nella città di Gao, Vatanen arriva per primo al traguardo. La vettura del finlandese ha il parabrezza sfondato e il tettuccio fortemente danneggiato. “Ho giudicato male l’altezza di un albero” così si giustificò Vatanen all’allora direttore del team Peugeot, un certo Jean Todt. Il vantaggio di Ickx era sceso così a due minuti. Todt intanto viene a sapere nel bivacco da alcuni motociclisti che il suo pilota era stato aiutato a rimettere la vettura sulle quattro ruote dopo un clamoroso cappottone, smentendo così la storia dell’incidente con un albero. A questo punto il direttore del team Peugeot è preoccupato e si confronta con Ickx, il belga in maniera schietta dirà la sua: “Ci stiamo prendendo troppi rischi, abbiamo superato il limite oggi! Negli ultimi quattro giorni abbiamo esagerato e la vettura potrebbe risentirne”. Todt riflette. Ickx e Vatanen sono primi e secondi ma hanno spremuto già oltremodo le due Peugeot 405 Turbo. Dietro di loro, lontano ma comunque minaccioso resta il pilota Mitsubishi, Tambay. Il team Peugeot aveva portato altre due vetture, due 205 Grand Raid affidate a Guy Frequelin e Philippe Wambergue, ma entrambi sono lontani per dare fastidio a Tambay. Il rischio di perdere la gara per una lotta interna è concreto! Todt interviene in maniera drastica: ne ha abbastanza e decide che il vincitore deve essere stabilito “a tavolino”. Ickx che era in testa è d’accordo. Todt prende una monetina da 10 franchi, Ickx e Vatanen scelgono fra testa e croce. La tensione è alta, il team boss lancia la moneta: il vincitore è Vatanen, Ickx perde. Il navigatore del pilota belga (allora era il compianto Christian Tarin) è furibondo per la decisione presa e vuole abbandonare la gara. Ickx con molta pazienza e diplomazia gli fa cambiare idea. Nella penultima tappa la tensione torna a salire: Ickx e Vatanen viaggiano insieme ma ad un certo punto il secondo prende una strada diversa; Vatanen si perde, Ickx non si accorge di non avere più dietro il compagno di squadra e all’arrivo Ickx è davanti per 6′. Tecnicamente la gara l’avrebbe vinta Jacky, ma il belga assicura ad un nervoso Vatanen che rispetterà l’ordine di squadra. Il giorno dopo, l’arrivo a Dakar vede trionfare Vatanen davanti a Ickx. Sul traguardo il team festeggia entrambi i piloti. E’ la vittoria di Peugeot. Ma quella vittoria decisa a tavolino dal team farà cadere una pioggia di critiche sulla Peugeot e su Todt. L’allora Presidente della FISA, Jean-Marie Balestre, dichiarò che quella vittoria di Peugeot era un insulto al Motorsport e a tutti i partecipanti della Dakar.
IL RITORNO IN LADA, CITROEN E GLI ULTIMI ANNI
Nel 1990 Ickx torna in Lada. Il team gestito dalla francese Oreca decide di fare uno step mettendo in campo il modello Samara dotato di motore Porsche. La vettura ambisce alla sfida con i leoni di Peugeot. Ma in gara ci sarà ben poco da fare per contrastare il dominio francese: Ickx termina 7°, l’altro pilota Lada (Tambay) si ritira subito per un problema al motore. La vittoria va al rivale Vatanen. Nel 1991 Ickx firma con Citroen che sta preparando la ZX Rally Raid. La casa del double chevron sostituisce l’uscente Peugeot che preferì concentrarsi nelle corse endurance con i prototipi. La Citroen, guidata dal direttore Guy Frequilin, annovera tra i suoi piloti Bjorn Waldegard, Alain Ambrosino e sopratutto… Ari Vatanen, il rivalissimo di Ickx. Nel Rally dei Faraoni le ZX fanno flop. Ickx e Vatanen sembrano veloci ma vengono fermati da dei gravi problemi alla trasmissione (si diceva fosse colpa dell’olio usato). La vittoria di Lada con Hubert Auriol fece notizia. Ma nella Paris-Dakar 1991 le Citroen alla fine la fecero da padrone. Ickx riuscì a mettersi in mostra vincendo la 2° tappa, la prima vera del Rally. Lada rispose con Auriol, mentre anche i giapponesi della Mitsubishi tentarono di fare voce grossa grazie ai piloti Shinozuka ed Eriksson. Vatanen però spinge quando serve e va a vincere all’arrivo di Dakar la sua 4° Dakar. Per Ickx è una gara da dimenticare: in una tappa rompe una sospensione e la vettura prende fuoco venendo divorata dal rogo. Per il belga il 91′ procede anche peggio, purtroppo. Nell’edizione del Rally dei Faraoni, Ickx spingeva forte sulla ZX per aggiudicarsi la gara. Navigato da Christian Tarin, l’ex F1 procedendo a passo spedito in un tratto molto veloce non si ravvisò di una piccola cunetta. Le conseguenze furono un brutto incidente con il muso della ZX che si impuntò sul terreno e che fece ribaltare per diverse volte la vettura; la ZX rimase su un fianco, Ickx riuscì a scendere illeso, Tarin fece più fatica e nel mentre la vettura prese fuoco immediatamente. Tarin aiutato anche da alcuni soccorritori riuscì a venire fuori dall’inferno di fiamme ma le conseguenze furono serie: il 90% del corpo era ustionato gravemente, anche il volto del copilota era ricoperto da ustioni. Lo stesso Ickx rimase subito sconvolto. Tarin fu subito elitrasportato in ospedale e poi trasferito in Francia in un centro specializzato ma qualche giorno dopo morì per le conseguenze delle ustioni. La morte del copilota colpì nel profondo Ickx. Nonostante tutto decise di partire comunque per la Dakar 1992 che fu un’edizione speciale poiché non terminava e non passava per Dakar ma partiva da Parigi per finire nientedimeno che a Citta del Capo. Una maratona per i deserti africani senza precedenti, un corsa davvero lunghissima e massacrante. Citroen è la grande favorita per bissare il successo del 91′ ma la gara è profondamente cambiata. Il team francese può contare su una vettura in più destinata al velocissimo Pierre Lartigue. Tra le avversarie però c’è una temibile Mitsubishi che aveva lavorato duro per presentare una versione estrema del Pajero Proto. La Dakar 1992 si rivelò troppo difficile per la Citroen ZX che soffrì di molti problemi meccanici oltre che di diverse forature che costrinsero i piloti a effettuare parecchie riparazioni e interventi anche in prova. Mitsubishi con il Pajero Proto si mostrò un avversario duro e concreto e riuscì a primeggiare con la vittoria di Hubert Auriol e monopolizzando tutto il podio di Città del Capo grazie ai risultati di Weber e Shinozuka. Waldegard è il miglior pilota Citroen in 4° posizione davanti a Vatanen e Ickx. Sarà l’ultima Dakar ad alti livelli per Ickx che ormai a 47 anni decide di darsi una pausa. Il belga però torna in azione ancora nel 1995 per una sfida tutta “solo” senza navigatore. Termina la gara alla guida di un Toyota Land Cruiser 18° assoluto, vincendo la propria classe e risultando il miglior pilota del marchio nipponico. E’ l’ultimo sussulto del leggendario nativo di Bruxelles. Nel 97′ ha l’occasione di tornare ma deve rinunciare, nel 2000 invece corre la sua ultima Dakar ma sul sedile di destra, navigando la figlia Vanina Ickx che conclude in 18° posizione.
Ickx oggi ha 76 anni. E’ ancora attivissimo e nel 2002 è stato introdotto nella Hall of Fame del Motorsport internazionale essendo riconosciuto come una vera e propria Leggenda. Segue ancora con passione gli eventi sportivi, Dakar compresa, e quando ha l’occasione rimette anche casco e tuta per qualche giro sulle vetture storiche.
E’ recentemente scomparso lo storico navigatore di Ickx, Claude Brasseur. Con questo articolo abbiamo voluto omaggiare la sua carriera dakariana e dedicare un ricordo anche al compianto Tarin.
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