Eppur si muove. Tra ritardi di consegne del nuovo kit, dubbi ancora da sciogliere sulle modalità d’uso del sistema ibrido, e il fornitore di gomme Pirelli che resta in attesa di vedere le auto pronte, si stanno muovendo i primi passi verso la nuova era del Mondiale Rally WRC. Scordiamoci però la sigla WRC per definire le vetture della top class: la FIA ha precisato che la nuova denominazione sarà Rally1. Le Rally1 apriranno un nuovo ciclo nei rally e accoglieranno per la prima volta l’ibrido. Le nuove vetture della top class verranno dotate di un kit ibrido standard per tutti realizzato dalla tedesca Compact Dynamics, e capace di erogare 100kW aggiuntivi di potenza (circa 135cv). Delle attuali WRC Plus rimarrà solamente il motore 1.6 turbo. L’introduzione di diverse componenti standard come le sospensioni, e l’abolizione dell’aerodinamica avanzata che avevamo conosciuto con le WRC Plus, di fatto avvicinano queste Rally1 ad un concetto di vetture simil R5 più potenti e ibride. Funzionerà?
M-SPORT CORRE CON I TEST
Tra i team che meglio si stanno preparando per il passaggio alle Rally1, ci sentiamo di dire che M-Sport è la scuderia più avanti. La squadra di Malcolm Wilson sta puntando tutto su questo nuovo capitolo e continuerà la sua cooperazione con il marchio Ford. Ci sono dubbi riguardanti il modello scelto: il primo muletto di prova magari sarà basato ancora sulla Fiesta, ma il nome della Puma circola ormai da diversi mesi. Dettagli. Ciò che importa è che il motore è stato già accesso come svelato da un video teaser che sembra voler infiammare la sfida con Toyota. Tutto questo fa pensare che M-Sport possa iniziare i primi test già tra qualche settimana. Il marchio nipponico invece sembra indietro di qualche mese. Ma i lavori procedono spediti, seppur sottotraccia. La grande incognita riguarda Hyundai: qualcuno parla di pretattica (ma in questo momento si addice più a Toyota) ma viene più facile pensare che qualcosa nei piani dei coreani stia cambiando e abbia portato ad alcune riflessioni. Le valutazioni sono ancora in corso, ma il tempo scorre inevitabilmente e Hyundai in questo momento pare abbastanza indietro per un lavoro di sviluppo. Adamo si dice ottimista riguardo la presenza del marchio per il WRC 2022, staremo a vedere. E di sicuro non è da escludere un possibile anno sabatico in modo tale da avere più tempo per i test della nuova Rally1 e magari per preparare la nuova stella emergente tra i piloti di rally, un certo Oliver Solberg. Per ora si resta nel campo delle ipotesi, in attesa di un verdetto certo tra i vertici della casa coreana. Resta alla finestra invece un marchio giapponese che pare interessato ad un ingresso dal 2023. I rumors si susseguono da mesi, occorrerà attendere ancora un pochino per saperne di più. Nel frattempo il sogno del Promoter sarebbe quello di riavere magari la Volkswagen e coinvolgere per la prima volta anche un costruttore cinese.
IBRIDO, COME E QUANDO?
Come si diceva in apertura, inutile negare che ci sono stati ritardi nella fornitura dei Kit ibridi. Tra problemi doganali con i fornitori, rallentamenti dovuti a una pandemia in corso (ebbene ricordare il periodo difficile in cui ci troviamo) insomma pare che i primi Kit siano finalmente arrivati venerdì 7 anche se mancano ancora alcune importanti componenti come il charger per la ricarica della batteria. Ma in tutto ciò, sorge spontanea una bella domanda: come verrà usata la potenza aggiuntiva dei 130cv nei rally?? A quanto pare la FIA ha chiarito fin qui che le Rally1 potranno “viaggiare” in elettrico nei trasferimenti e nei tratti per raggiungere assistenza o parco chiuso. Si parlava di un “uso sportivo” anche nelle varie prove ma fin qui non si hanno dettagli pubblici. Non il massimo se si deve far avvicinare un pubblico già di per se scettico su queste nuove vetture da rally.
PUNTARE SULL’IBRIDO E’ LA MOSSA GIUSTA?
In questo momento storico potremmo rispondere come una scelta necessaria. Ciò che è mancato al Mondiale negli ultimi anni è stata quella visione strategica che avrebbe permesso alla massima espressione dei rally di poter affrontare in maniera serena il proprio futuro. Il concetto di ibrido introdotto nei rally è avvenuto troppo tardivamente, soprattutto quando magari si poteva trattenere un marchio storico come Citroen che era interessata anni fa proprio a questo passaggio. Le WRC Plus, spettacolari ma costosissime, hanno ridato vita ad un Mondiale che stava stentando, e anche riavvicinato parecchi appassionati giovani e meno giovani. Di contro si sono rivelate un pò anche bolla speculativa; se il nuovo regolamento dovesse fallire si rischia di perdere quanto di buono fatto per riavvicinare gli appassionati a questo sport. Allora perché non continuare con le “vincenti” WRC Plus?? Semplicemente perché non ci sarebbe alcun futuro per il WRC: i costruttori non hanno più nessuna voglia di spendere soldi (ancor più in un momento di crisi) per un prodotto sportivo che non ha nulla a che vedere con i modelli stradali, e che non promuove le nuove tecnologie che riguardano non solo l’uso stradale ma anche le nuove tendenze che spingono sui mercati (appunto ibrido e elettrico, il cosiddetto green). Nel Motorsport moderno il concetto di business va a pari passo con quello di un programma sportivo. Il famoso vecchio detto inglese “Race on Sunday, sell on Monday” ovvero corri e vinci la domenica così vendi poi il lunedì, vale certamente ancora ma con alcune condizionali. Per fare un parallelo e spiegare meglio basta guardare a un campionato concettualmente simile al WRC con le Plus: il DTM. Tralasciando il fatto che si corre su pista, il DTM è la massima espressione del concetto di vettura turismo: alcuni dei modelli più famosi dei marchi tedeschi ma non solo, rivisitati esteticamente e con potenze allucinanti, aerodinamica sofisticatissima, sound spettacolare e fascino inconfondibile… eppure è stato colpito da una gravissima crisi e si è dovuto ridimensionare (facendo un bel passo indietro) per evitare la chiusura, di fatto appena evitata. I marchi tedeschi hanno deciso di destinare i loro budget per i programmi sportivi di Formula E e Mondiale Endurance che coinvolgono guarda caso proprio gli ibridi e l’elettrico (ma non solo…). Audi addirittura entrerà nella Dakar con una nuovissima powertrain elettrica. Questo per spiegare come i tempi cambino, e il Motorsport deve saper prevedere e adattarsi rapidamente a questi cambiamenti per sopravvivere. Ovviamente senza perdere la propria vena e il DNA delle corse. In questo contesto si può certamente affermare che il Mondiale Rally si sia mosso troppo tardi, perdendo anche l’opportunità di attirare nuovi costruttori. Un errore di gestione, se così possiamo chiamarlo, a cui si è deciso di porre rimedio giusto qualche anno fa con la decisione dell’introduzione (direi quasi forzata) dell’ibrido. Giunti a questo punto non resta che vedere come il WRC vivrà questa transizione verso la nuova era, che si spera possa portare tanto successo e ancora più lustro nell’universo dei rally. Le premesse per ora non sono delle migliori ma si guarda comunque con fiducia al futuro della competizione rallistica.