Il Mundialito Triveneto non sorride al pilota di Este che, nonostante il ritiro per un problema meccanico, può almeno consolarsi con il passo dimostrato durante la gara.
Este (PD), 29 Settembre 2020 – Tanta era la voglia di ben figurare in occasione di un’edizione da record del Rally Storico Città di Bassano, ben sessantasei le vetture al via che si andavano ad aggiungere alle centotrentaquattro del moderno per una quota duecento da annali.
Giulio Rubini, reduce dalle esperienze oltre i patri confini con la sua Peugeot 205 Rallye gruppo A, tornava a calcare le speciali del Mundialito Triveneto a distanza di ben diciassette anni.
Tutto sembrava lasciar presagire una gara all’insegna dell’attacco, in virtù di una rivitalizzata francesina appena uscita dalle amorevoli cure dello staff di Assoclub Motorsport, ma un primo campanello di allarme suonava già durante la prima frazione di gara, quella del Venerdì sera dove il portacolori della scuderia Monselice Corse doveva a fare i conti con le bizze del meteo.
Una scelta di gomme rivelatasi buona veniva presto vanificata da un errore, su quarto tornante della “Valstagna”, con la vettura che si spegneva senza aver voglia di rimettersi in moto.
“Siamo partiti carichi alla sera” – racconta Rubini – “e, nonostante le condizioni meteo fossero molto incerte, ci siamo resi conto che la nostra scelta di montare gomme da asciutto, era azzeccata. Purtroppo, sul quarto tornante, ci siamo trovati costretti a fare manovra, per evitare il cordolo interno, e la vettura si è spenta. Da quel momento non ha più voluto saperne di ripartire, al punto che Taverna ci aveva quasi preso in prova. Praticamente un vero disastro.”
Usciti dall’università del rally con un passivo di 57”9 dal leader di classe J2/A-1300, Taverna, il morale di Rubini e del compagno di abitacolo, l’adriese Fabrizio Handel, era sotto le scarpe.
La delusione, per sentire di essersi giocati la gara in pochi chilometri, era forte ma il desiderio di provarci comunque, di non mollare, era molto più potente della resa e così l’equipaggio della piccola Peugeot 205 si alzava l’indomani con il coltello tra i denti, deciso a tentare il recupero.
“La prima giornata è stata un’autentica mazzata per noi” – sottolinea Rubini – “ma ci siamo comunque detti che la gara era lunga e tutto poteva ancora accadere. Ci siamo quindi ripromessi di spingere sulle prime due del Sabato, a tutta, e vedere cosa poteva succedere.”
Un avvio di giornata rivoluzionario per l’atestino, capace di recuperare a Taverna, sui poco più di quattordici chilometri della “San Luca”, ben ventotto secondi, dimezzando il gap dalla vetta.
Il bel trentacinquesimo tempo assoluto, mettendo in riga vetture nettamente superiori, come alcune BMW M3 gruppo A ed Opel Kadett GTE, veniva cancellato da una fatale noia tecnica.
“Stavamo andando veramente forte” – conclude Rubini – “e ci sentivamo molto a nostro agio con la vettura e con le gomme. Il feeling in abitacolo era speciale. Purtroppo, una volta arrivati a fine prova, abbiamo sentito degli orribili rumori provenire dal cambio ed abbiamo scoperto che si era rotto un dente della quinta marcia ed era andato in giro. Arrivederci a Bassano.”
Ufficio Stampa: Fabrizio Handel