Quando si parla di Colin McRae è impossibile restare indifferenti. Amato e odiato, lo scozzese ha segnato in modo indelebile il mondo dei rally, non solo a livello sportivo ma anche attraverso il marketing, come ad esempio la serie di videogiochi che ha portato il suo nome per quasi un decennio, avvicinando migliaia di appassionati di videogames a questa disciplina.
Lo scozzese di Lanark ha vestito diverse casacche nel corso della sua carriera nel WRC. Le più famose sono ovviamente Subaru e Ford, che gli hanno garantito fama (il mondiale 1995 con la Impreza) e successo (diventare il pilota di rally più pagato al mondo dell’epoca, oltre che giocarsi il mondiale con la Focus nel 2001).
Il successivo passaggio in Citroen, a partire dal 2003, ha in parte offuscato il talento di McRae. Dopo un ottimo secondo posto ottenuto all’esordio a Montecarlo (miglior risultato della sua carriera nella gara monegasca), le cose non sono proseguite nel migliore dei modi. La concretezza di Carlos Sainz e l’ascesa esponenziale di un fenomeno chiamato Sebastien Loeb, unita alla cronica mancanza di feeling tra il suo stile di guida e la Xsara, hanno spinto il team ad appiedarlo al termine della stagione, conclusasi con la vittoria del mondiale costruttori da parte della squadra francese sui cugini di Peugeot e il secondo posto nel mondiale di Loeb, “sacrificato” dal team nella lotta contro Petter Solberg, per quello che sarà l’unico titolo iridato nella carriera del norvegese.
Abbandonato da Citroen e fuori dal WRC, nel successivo biennio Colin si dedica alla Dakar (con la doppia partecipazione al volante di una Nissan) e alla 24 Ore di Le Mans dove nel 2004, al volante di una Ferrari 550 Maranello GTS, ottiene il nono posto assoluto e il terzo posto di classe.
A cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, Skoda è uno dei team ufficiali impegnato nel WRC. L’ambizione della squadra ceca è però inversamente proporzionale ai risultati ottenuti. La Octavia WRC, che gareggia dal 1999 al 2003, verrà ricordata per il solo podio ottenuto al Safari Rally nel 2001 con Armin Schwarz e per l’incredibile incidente di Roman Kresta nel Montecarlo dell’anno successivo.
Con l’entrata in scena della sua erede, la piccola e più compatta Skoda Fabia, la situazione non migliora. I risultati stentano ad arrivare, nonostante l’ingaggio di un pilota di assoluto valore come Didier Auriol, iridato nel 1994 ma incapace di ottenere risultati di prestigio. La delusione è molta e in seno al team si fa sempre più forte l’idea del ritiro dalle competizioni.
In quegli anni, Nicky Grist ha abbandonato il sedile alla destra di McRae (già nel 2002, sostituito da Derek Ringer, che vinse il titolo con lo scozzese nel ’95) ma è rimasto nell’ambiente rally, diventando opinionista TV per il WRC. La vicinanza con i parchi assistenza gli concede la possibilità di mantenere vivi i contatti con tutti i team, compresa Skoda. Già alla fine del 2004 molte testate riportano di un certo fermento tra le parti, con un possibile ritorno di McRae-Grist nel mondiale al volante della Fabia WRC.
L’ipotesi di un ritorno della coppia riaccende l’attenzione dei media e dei tifosi sulla tanto bistrattata Skoda, con lo stesso Grist a fare da mediatore tra le parti e migliaia di appassionati speranzosi di vedere il proprio beniamino di nuovo al volante di una World Rally Car. Il risicato budget porta ad un accordo per la disputa di soli due appuntamenti: il Wales Rally GB e il Rally Australia, gara conclusiva del mondiale 2005.
In Galles, la curiosità nel vedere le prestazioni dello scozzese a quasi due anni di distanza dall’ultima apparizione è molta. La poca esperienza alla guida della Fabia lo porta a navigare attorno alla decima posizione assoluta, ma il risultato sportivo passa in secondo piano quando, nel corso della quindicesima prova speciale, Michael Park perde la vita. “Beef“, come veniva affettuosamente chiamato nell’ambiente, è vittima di un incidente a bordo della Peugeot 307 WRC guidata da Markko Martin. Un avvenimento che, di fatto, pone fine alla carriera di alto livello dell’estone, ripresosi a fatica da quanto accaduto. Colin chiude settimo assoluto, grazie anche al ritiro in segno di lutto dell’altra Peugeot di Gronholm ed i successivi problemi avuti dal nostro Gigi Galli. In quella gara, McRae sarà protagonista di una bella lotta sul filo dei secondi contro un altro pilota britannico, suo discepolo, che dieci anni più tardi dedicherà proprio al suo mentore il primo successo nel WRC: Kris Meeke.
Qualche mese dopo, in Australia, Skoda parte molto fiduciosa di fare bene. Con il mondiale già nelle mani di Loeb, l’attenzione si sposta su McRae. Colin e Nicky ripagano la fiducia grazie ad un favorevole ordine di partenza, concludendo la prima giornata di gara al terzo posto assoluto, a soli 1,4″ di distacco dalla posizione d’onore occupata dal talento belga Francois Duval, compagno di squadra in Citroen dell’iridato alsaziano, ritiratosi nel corso della nona speciale per incidente.
La seconda giornata di gara accende ancora di più l’entusiasmo. Petter Solberg, leader della gara, è costretto al ritiro a causa di problemi al propulsore della Impreza WRC. McRae e la Skoda salgono quindi in seconda posizione assoluta. Sembra una bellissima favola, ma in realtà fu proprio al termine di quella giornata, durante il parco assistenza conclusivo, che il destino cambiò radicalmente.
I meccanici Skoda, nei 45 minuti a loro disposizione, decidono di non sostituire la frizione della Fabia WRC dello scozzese, considerata ancora in ottimo stato ed in grado di reggere nel corso delle 6 prove speciali in programma Domenica. Colin parte bene, ma una sbavatura gli fa perdere la seconda posizione assoluta nei confronti di Harri Rovanpera (il padre di Kalle), davanti a lui di 6,9″. Le condizioni del terreno e le performance delle gomme (Michelin per Skoda, Pirelli per Mitsubishi), suggeriscono ottimismo per le ultime tre prove della gara.
Ma nel successivo e ultimo parco assistenza di metà giornata, i sogni di gloria vengono infranti: i meccanici prendono la decisione di sostituire la frizione, praticamente ignorata la sera prima. I 20 minuti a disposizione si rivelano però insufficienti a concludere l’operazione, nonostante il supporto dei team rivali, accorsi al tendone Skoda per fare loro il tifo in questa difficile situazione. Ogni sforzo è vano, il tempo a disposizione esaurito, McRae e Grist sono costretti ad un mesto ritiro e a rinunciare a quella che in qualsiasi caso sarebbe stato il miglior risultato ottenuto dalla Skoda Fabia nel WRC.
Nicky Grist, passata la pesante delusione, ricorderà con il sorriso quell’episodio: “E’ stato uno dei momenti più incredibili della mia carriera con Colin. Ho visto persone, anche di una certa età, piangere a dirotto nel parco assistenza quando ci siamo dovuti ritirare. Nonostante tutto, quella gara verrà ricordata senza dubbio come una delle migliori di Colin.“