Il 5 Gennaio scatterà l’edizione 2020 della Dakar, la prima assoluta in Arabia Saudita. Tante le incognite a cominciare da un percorso che è praticamente sconosciuto a tutti gli equipaggi. Saranno 7500 i chilometri totali da percorrere mentre quelli che faranno classifica saranno circa 5000. Si prevede una competizione davvero tosta, con giornate di gara che saranno più lunghe rispetto alle edizioni precedenti. La Dakar è e resta la competizione più dura del pianeta.

IL PERCORSO – Dodici le tappe, la corsa si snoderà praticamente per tutta l’Arabia Saudita. Si partirà il 5 gennaio da Gedda mentre l’arrivo sarà a Qiddiya il giorno 17. L’edizione 2020 come già detto è molto interessante. Il territorio è pressoché inesplorato per i più. La prima metà di gara si svolgerà su un terreno più guidato con terra ghiaia e pietre; un po’ nello stile Marocco. Quando si arriverà nella parte sud del Paese si andrà incontro inevitabilmente al temibile deserto Rub’ al-Khali, luogo sperduto composto da sabbia e altissime dune molto mobili e variabili. Sarà probabilmente questa la parte chiave della Dakar dove un errore di navigazione potrebbe costare una vittoria. L’obiettivo sarà dunque arrivare sani e salvi a metà gara e poi dare fondo a tutte le energie, fisiche e mentali, per andare a vincere questa grande corsa nel deserto.

MINI INSEGUE TOYOTA – Grande favorita per la vittoria è sicuramente Toyota. Il mezzo resta sempre lo stesso: il Toyota Hilux 4×4 gruppo T1 motorizzato da un 5 litri V8 da circa 385cv, un auto ormai chiaramente vincente nei rally raid. Il team Gazoo Racing si presenta al via con il campione in carica Nasser Al-Attiyah che vuole trovare il back to back nella Dakar. Il qatariota avrà al suo fianco nuovamente il francese Baumel; insieme i due formano da anni una coppia vincente. Nel team debutterà l’ex F1 Fernando Alonso, la vera e propria guest star dei raid quest’anno. Si prevede un debutto davvero difficilissimo per Nando ma per sua fortuna sul sedile di destra siederà un certo Marc Coma che di esperienza ne ha da vendere. Sarà interessante vedere cosa riusciranno a fare insieme. Un altro pilota ufficiale Toyota sarà Giniel de Villiers, ex campione della Dakar e vincitore del Rally del Marocco quest’anno nonché pilota tester e collaudatore del team Toyota Gazoo Racing SA. De Villiers promette bene in questa edizione mentre resta un punto interrogativo l’olandese Ten Brinke, veloce ma anche molto falloso. Non è un pilota ufficiale del marchio nipponico ma disporrà comunque dell’ultima evoluzione dell’Hilux il pilota di casa Yazeed Al-Rajhi che tra l’altro si è laureato campione Cross Country proprio in Arabia. Potrebbe essere lui una piacevole sorpresa, visto che di sicuro conoscerà meglio di altri il territorio arabo. Toyota poi con il team Overdrive schiererà altri Hilux per i piloti clienti come Chabot, Van Loon, Van Merksteijn e Jesus Calleja. Sempre su Toyota ma in veste completamente privata i vari Vanagas e Juknevicius.

Carlos Sainz vuole battere Toyota nella Dakar 2020 (Foto: X-Raid)

Passando in casa Mini, il team X-Raid che prepara le vetture del marchio schiererà due Buggy JCW più cinque John Cooper Works Rally 4×4. Sui buggy ritroveremo Stephane Peterhansel e Carlos Sainz, due leggende della Dakar. Per Mister Dakar Peterhansel sarà la 31° partecipazione in questa competizione, lui che vanta ben 13 successi totali. Il veterano francese aveva programmato di fare la Dakar al fianco di sua moglie Andrea Mayer, anche lei stessa ex pilota. La Mayer purtroppo non ha passato le visite mediche, dunque al fianco di Peterhansel siederà il portoghese Fiuza, navigatore esperto e da anni nel team X-Raid. Discorso diverso per Carlos Sainz che invece ritroverà il “solito” Lucas Cruz con cui ha condiviso due successi nella Dakar. Per quanto riguarda lo sviluppo dei buggy Mini, nonostante il taglio di fondi da BMW, X-Raid ha apportato alcune modifiche sui due JCW: ridotto notevolmente il peso che adesso si avvicina al minimo consentito da regolamento, accorciato il muso per consentire una maggiore maneggevolezza nella guida e sopratutto risolti i problemi di gioventù che avevano afflitto il mezzo nel 2019. Tecnicamente i buggy restano molto temibili sopratutto sulla sabbia e tra le dune potendo contare su una maggiore escursione delle sospensioni e di un peso ridotto rispetto ai vari 4×4 come i Toyota Hilux. Carlos Sainz in alcune recenti interviste si è detto confidente che quest’anno i due Buggy sapranno tenere il passo dei temibili Hilux ufficiali. Come detto in gara poi ci saranno i classici Mini 4×4, molto robusti e veloci. Addio a Nani Roma, i piloti di punta restano il forte Jakub Przygonski e l’argentino Orlando Terranova, quest’ultimo campione del Mondo Baja. A loro si aggiunge il ritorno di Vladimir Vasilyev nelle vesti di pilota Mini, e dell’altro russo Dorosinskiy che debutta su una vecchia versione All4. Debutto nel team per il promettente Yasir Seaidan, giovane arabo che correrà in casa con un Mini JCW 4×4 T1. E’ stato costretto a cancellare la sua iscrizione il cileno Boris Garafulic che dunque sarà assente. Si parlava in precedenza dello spagnolo Roma che quest’anno vestirà i panni di pilota ufficiale per il rinnovato marchio Borgward. Il team schiererà i due Suv BX7 DKR Evo, entrambi già testati prima della Dakar anche con il secondo pilota Ricardo Porem. Ambizioni elevate per la scuderia che per quest’anno punta ad una difficile top3 con una vettura che comunque necessita ancora di un periodo di sviluppo. Ma l’esperienza e la tenacia di Nani Roma potrebbero fare la differenza.

Pronto al debutto il buggy RD Limited DXX di Dumas (Foto: Romain Dumas Twitter)

ALTRI PROTAGONISTI – Fortemente ridimensionato il team francese PH Sport che cura la preparazione dei Peugeot 3008 e 2008 DKR dopo il ritiro della casa del leone. Com’era prevedibile non è tornato Sébastien Loeb dopo l’ultima positiva prova 2019. Assente per impegni personali anche Harry Hunt, il team potrà dunque contare su Al-Qassimi alla guida di un 3008 DKR mentre il secondo pilota sarà il francese Lachaume su un Peugeot 2008 DKR. Ha chiuso il 2019 con un botto micidiale nel Rally del Marocco lo sfortunato Martin Prokop. Il ceco sarà comunque al via con una versione nuova del Ford F-150 Evo 4×4 e avrà al suo fianco Viktor Chytka. Nel team di Prokop presente anche il neo arrivato Martin Kolomy. Da tenere d’occhio l’ex campione dell’Africa Eco Race Mathieu Serradori che quest’anno debutta su un potente buggy Century CR6 motorizzato da uno Chevy V8. Serradori si è fatto notare in Marocco per la sua velocità e costanza risultando 3° classificato nel finale prima dell’arrivo di una squalifica. Al debutto con un buggy RD Limited RXX anche il francese Romain Dumas. Il 42enne Dumas ha realizzato il buggy in proprio con la sua struttura: la vettura, un fac simile del Peugeot 3008 DKR, è un buggy a trazione posteriore che monta un motore Ford V8. Il buggy RD sembra promettere bene e ci sarà una seconda vettura in gara nelle mani di Alexandre Pesci, patron del team Rebellion, molto famoso nell’ambito delle corse endurance. Confermata la presenza del campione cinese di raid Han Wein che si rimetterà al volante del Geely Buggy, anch’esso motorizzato da un classico ma prestante V8 Chevy. Ritorno nella Dakar anche per il campione Africa Eco Race 2019, il veterano francese Jean Pierre Strugo che sarà nuovamente alla guida dell’agilissimo Buggy MD Optimus. Da rilevare la massiccia presenza del team MD che sembra essersi spostato con tutti i suoi equipaggi nella Dakar in questa nuova stagione. Non poteva mancare all’appuntamento dakariano anche il team e preparatore francese Sodicars che schiererà tra le altre anche le vetture di Esteve Pujol (BMW BV6) e di Cristina Gutierrez (Mitsubishi Eclipse Cross). Da seguire infine le gare dei nostri portacolori: Andrea Schiumarini dopo un difficile debutto nel 2019 torna nella Dakar 2020 con una nuova vettura. Andrea si metterà alla guida di un competitivo Mitsubishi Pajero T1 diesel e verrà affiancato da Enrico Gaspari. Incredibilmente competitiva la categoria SSV dove quest’anno corre Stefano Marrini, un pilota che si intende non poco di Dakar. Marrini sarà al volante di un Yamaha YXZ 1000 R. Debutto per l’ex campione italiano Cross Country Elvis Borsoi che si cimenterà nella sua prima Dakar su un Can Am Maverick X3 navigato dal buon Stefano Pelloni. Sia Borsoi che Marrini saranno in gara per giocarsi le proprie carte nella classe dei veicoli di serie in SSV. Differentemente da loro Michele Cinotto che correrà con un Can Am Maverick X3 prototipo.

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