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Non ce ne voglia Giandomenico: tutto quello che sta succedendo in queste ore infuocate non è certo colpa sua e nessuno vuole farlo passare dalla parte del cattivo. A lui vanno i giusti complimenti per una stagione fantastica, culminata con il suo terzo titolo italiano in carriera. La gioia per il suo ennesimo sigillo nel CIR, rappresenta però la notizia passata più di tutte in secondo piano nell’avvelenato post-gara del Tuscan Rewind.
ADDIO ORANGE1 – Orange1 Racing non ci sta. Troppe le forature “sospette” nel corso della stagione, ben 6, indipendenti a loro parere da errori di guida del pilota, Simone Campedelli, ma provocati ad hoc da personaggi antisportivi che, con le loro malefatte, hanno alterato i risultati sportivi delle gare e provocato un danno incalcolabile per la squadra di Donazzan, che decide in primis di presentare un esposto ad ACI Sport per difendere le proprie ragioni, e in secundis di ritirarsi dal CIR con effetto immediato.
BOMBE A MANO – Quelle scagliate da Donazzan e Campedelli, scottati da una delusione ancora troppo dura da digerire, che nelle loro dichiarazioni non vanno per il sottile. “Anno buttato”, “gara falsata”, “mitomani per le strade”, “invidia sociale”: queste le parole più gettonate dagli “arancioni”, consci di tutti gli sforzi e sacrifici fatti in questo biennio ma che non hanno prodotto i risultati sperati a causa di ignoti. La speranza è che le famigerate prove, filmati, targhe, inseguimenti ai colpevoli di tutto ciò, servano veramente a debellare il “problema”, permettendo a tutti di potersi concentrare esclusivamente sui cronometri e non sulle carte bollate
CITROEN SI ACCODA – Anche dalle parti di Rossetti, gli “ufficiali” di Citroen hanno sollevato più di un sospetto sulla foratura dell’ex Campione Europeo, proprio nel momento in cui il friulano stava cullando sogni di gloria. Anche per loro, con toni più pacati ma egualmente fermi, la foratura “non normale” di Rossetti, sia al Tuscan che precedentemente al Due Valli, ha fatto scaturire la scelta di presentare esposto ad ACI Sport, che pare abbia recepito entrambe le richieste, non omologando per il momento il risultato del Tuscan Rewind.
ACI APRE L’INCHIESTA – Vista l’altezza del polverone creatosi (e non stiamo parlando della terra alzata dalle vetture), ACI non poteva esimersi dal rispondere, aprendo di fatto una inchiesta su quanto accaduto nel weekend appena trascorso: “La Direzione Centrale per lo Sport in ACI in accordo con la Presidenza di ACI, Federazione Nazionale dell’Automobilismo Sportivo, in relazione ai fatti accaduti durante il 10° Tuscan Rewind, ultima prova del Campionato Italiano Rally, ha deciso di interessare la Procura Sportiva per l’apertura di una inchiesta.”
Di fatto, questa è l’ultima puntata di una lunga serie di polemiche che si sono avvicendate nel corso degli anni. Come non dimenticarsi, solo nel recente passato, quanto accaduto a Scandola nel 2012 a San Martino di Castrozza. Oppure la famosa “frenata” di Rovanpera di due anni fa, per i più una mossa studiata a tavolino da Peugeot per favorire Andreucci. O ancora l’esposto presentato l’anno passato da Orange1 sempre nei confronti di Peugeot, colpevole a loro dire di conoscere il percorso del Rally Adriatico in largo anticipo. Fatti per i quali sono state sprecate tantissime parole ma che hanno prodotto pochi risultati concreti.
Se per Scandola la vittoria arrivò a tavolino, gli ultimi avvenimenti dimostrano che il problema chiodi non è stato debellato. Se per Rovanpera la situazione fu ridimensionata a sospetti e illazioni di tifosi faziosi, l’esposto dell’anno passato è finito nel dimenticatoio.
Orange1 aveva già ventilato in passato l’ipotesi di non presentarsi al via di programmi nazionali nel 2019, salvo tornare poi sui suoi passi grazie anche all’appoggio ottenuto da parte di M-Sport. I fatti e le polemiche che hanno condizionato questa ultima infuocata gara del CIR, ci riportano però alla stessa situazione, facendo sorgere più di un dubbio a chi i soldi li investe: questo gioco vale ancora la candela, oppure è meglio concentrare gli sforzi in altre discipline?
Sta di fatto che a rimetterci, in ogni caso, è l’immagine del CIR, passato nel giro di decenni da un campionato di assoluta eccellenza a un agglomerato di veleni e sospetti.
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