Vorrei cominciare questo articolo da una data ben precisa: 3 Luglio 2016. Quel giorno, in Polonia, Ott Tanak vide scivolare dalle mani l’occasione per fare suo il primo successo nel WRC. Una foratura e tanto sconforto negarono all’estone quella gioia.
Sebastien Ogier, al volante della Volkswagen, si caricò sulle spalle Tanak, portandolo in trionfo come se avesse vinto lui la gara. Mi piace immaginare il francese avvicinarsi all’orecchio del disperato estone per sussurrargli questa frase: “Stai tranquillo, Ott. Arriverà il tuo momento.”
Chissà se oggi, che quel momento è arrivato, Seb si ricorda di quel giorno. Proprio lui che, alla fine di quell’annata, fu costretto a dare l’addio a Volkswagen per abbracciare M-Sport. Il francese sfruttò il lavoro di Tanak per vincere su una Ford Fiesta WRC da lui sviluppata nei mesi precedenti, andando a conquistare il titolo numero 5 della sua carriera. Tanak venne adottato da Ogier, diventando suo fedele scudiero e aiutandolo a vincere il titolo costruttori. Tutti felici, tutti sorridenti.
Chissà se il loro rapporto è ancora lo stesso. I bene informati dicono di no, che qualcosa tra i due si sia rotto. “Colpa” di Tanak che in questi anni ha avuto una crescita esponenziale, coccolato da Wilson prima e fatto maturare da Makinen poi. Se ti chiami Ogier e qualcuno comincia a mettere in pericolo il tuo trono a suon di prestazioni magnifiche e di freddezza mentale che solo tu credevi di possedere, difficilmente gli equilibri si mantengono inalterati.
Chissà se il francese si è pentito delle sue scelte. Seb, abituato com’era a delle strutture pronte a fare ponti d’oro e sacrifici per soddisfare le sue richieste, ha provato a chiudere con Citroen un cerchio che era aperto dal 2011, anno in cui se ne andò sbattendo la porta. Il suo talento non è bastato a rivoluzionare le sorti di un mondiale che vedeva la C3 WRC stazionare saldamente all’ultimo posto del costruttori nelle stagioni precedenti. L’uomo di Gap, giunto per cambiare tutto, per la prima volta nella sua carriera non è riuscito a cambiare nulla. Una macchina restia ad adattarsi allo stile di guida dei suoi piloti, costringendo gli stessi a doversi adattare a lei. Situazione non semplice, situazione che ha fatto saltare i nervi a tutti.
Chissà se Andrea si è resa conto di quello che ha scritto. E’ umano soffrire per le sorti del marito, è normale esporre il proprio pensiero di disappunto, schietto e sincero. E’ meno normale darlo in pasto a tutti piuttosto che chiarirlo prima con i diretti interessati, peggiorando una situazione già non idilliaca. Sicuramente non sarà la causa di tutti i mali di Citroen, ma in una squadra di questa caratura, i panni sporchi si dovrebbero lavare in casa.
Chissà se Citroen sarà ancora il suo cavallo, o se gli attriti del passato e la situazione che si è andata a creare oggi è deleteria per entrambe le parti. Così fosse, sarebbe inutile portare avanti un rapporto destinato ad avere vita breve. Andarsene però significherebbe dover ricominciare ancora una volta tutto da zero, adattarsi a nuovi sistemi di lavoro e nuovi tecnici. Sebbene le voci di mercato che si rincorrono parlano di un Tanak che potrebbe ritrovarsi nella sua medesima situazione (con il passaggio in Hyundai), cominciare l’ultima stagione della tua irripetibile carriera in queste condizioni rappresenterebbe un ulteriore handicap da non sottovalutare.
Chissà se il re avrà voglia di ricominciare a lottare. Ogier esce battuto dal WRC 2019, ma siamo certi che non si senta sconfitto. Scoprirsi fragile e nudo puo’ aiutarlo a rifiorire e ritrovare quella cattiveria e concentrazione che, distrazioni contrattuali e situazioni tecniche complicate, hanno contribuito a far perdere smalto al sei volte Campione del Mondo. Questa sconfitta potrà anche aiutarlo agli occhi del popolo del WRC, a tratti stufo di vivere sotto l’egemonia di un tiranno piuttosto che di un sovrano. Anche per questo l’avvento di Tanak ha rappresentato una ventata di novità, salutata da tutti con immensa gioia.
Chissà se Ogier farà tesoro di tutto questo tornando su quel trono sfuggitogli di mano. Il tempo, sempre galantuomo, ci darà la risposta.