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Maggio. Un mese che premonisce l’arrivo della primavera, il bel tempo e il giro di boa dell’immensa stagione rallystica. Un mese che ha segnato il mondo automobilistico indelebilmente, ma ha anche aiutato molto allo sviluppo per avere uno sport sempre più sicuro. Il 1° giorno del mese fu la volta di Ayrton Senna, ma questa è un’altra storia. Il 2° giorno tocco a due grandi piloti. Seppur a esattamente un anno di distanza i campanelli d’allarme furono gli stessi per tutti: “Si era superato il limite?”
Ma mentre la federazione si faceva queste domande, le case automobilistiche di allora erano già allo scoperta del nuovo Gruppo S, con tecniche che sembravano invalicabili e potenze di altro mondo.
Il 2 Maggio 1985 partì il primo giorno di gara, come di consueto, del Tour de Corse. La lotta era serrata, con Jean Ragnotti favorito a bordo della smisurata Renault 5 Maxi Turbo. La trazione posteriore andava svanendo nel Campionato Mondiale Rally, con Audi che aveva già portato con se la trazione integrale con la Quattro anni prima, per poi avere il turno di Peugeot con la 205 T16. Ma Lancia era ancora fedele alla buona vecchia e scorbutica trazione sul posteriore, che ci deliziava con spazzolate al limite delle capacità umane. La line up era di tutto rispetto, con Markku Alen, Miki Biasion e sulla terza vettura Attilio Bettega.
La 4^ speciale era appena partita, la 037 sfrecciava come ha sempre fatto, ma quel giorno diventò storia. Attilio perse le redini, e finì contro un albero. La Lancia si divise in due, di netto lasciando illeso Maurizio Perissinot ma non lasciando scampo al suo compagno d’avventure. Il team Lancia si ritirò per cordoglio e rispetto. La corsa fu vinta da Jean Ragnotti, seguito da Bruno Saby e Beguin Bernard.
2 Maggio 1986. Un anno esatto. Nel frattempo le case costruttrici avevano lavorato molto sulle vetture avendo modelli ancora più prestazionali e tecnologici. Lancia aveva sfoderato la Delta S4, che andava a sostituire la ormai attempata 037.
“Era davvero dura. Gestire quella vettura era davvero dura. Quasi impossibile portarla al limite. Ma lui ci riusciva e per di più, quando gli altri uscivano tutti sudati lui era fresco come una rosa.”
Henri Toivonen era questo. Un ragazzo finlandese con il rally nel sangue, che sapeva portare a velocità impensabili una vettura che se avesse avuto due ali, avrebbe preso il volo. La prima giornata del Tour De Corse 1986 era dominata dal finlandese volante; ma verso la fine del secondo giorno arrivò un fulmine a ciel sereno. La Lancia Delta S4 uscì di strada, prendendo fuoco. Non ci fu via d’uscita per Henry Toivonen e Sergio Cresto. Insieme alla celebre uscita di strada di Santos con la Ford RS200, segnò la fine di un’era, l’inizio di una sicurezza maggiore nel nostro sport e la maggior attenzione nelle vetture.
Sono stati tre pionieri del rallysmo mondiale che hanno portato pagine di storia sia al nostro paese con un marchio storico, ma anche a tutto quello che ruota attorno a prove speciali e tanta velocità. Il ricordo è ancora vivo e vivido nella mente di tutti, anche in chi per anagrafe non ha potuto vivere quel tempo.
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