L’inseguire un sogno, a volte, richiede molti sacrifici. Quando però quel sogno si realizza, tutte le fatiche, le paure, i giorni difficili spariscono come d’incanto, lasciando spazio alla gioia per aver raggiunto quell’obiettivo che, per molti, può rappresentare il coronamento di un’intera carriera, o un punto di partenza per un futuro ancora più bello.
Il sogno di Ivan Ballinari, era quello di diventare il primo ticinese a vincere il Campionato svizzero rally. Non è stato un percorso semplice, ma ora che la favola ha avuto il suo lieto fine, andiamo a sentire cosa ci racconta il diretto interessato, cercando di carpire le sue emozioni per quanto raggiunto.
Rally.it – Una lunga rincorsa ma alla fine ce l’hai fatta! Ivan Ballinari è Campione svizzero, primo ticinese nella storia. Le nostre congratulazioni! Quanto è stato difficile ottenere questo risultato?
“Grazie! Si tratta sicuramente di un traguardo importante che rende me, Paolo e Giusva (i due navigatori che mi hanno accompagnato in questa stagione) e tutto il team orgogliosi. Negli ultimi anni siamo stati gli unici in grado di tener testa a Sebastien Carron che non ha certo bisogno di presentazioni. Molte gare si sono decise per questione di dettagli, che ci hanno permesso di crescere e di cui abbiamo fatto tesoro, permettendoci di acquisire la necessaria esperienza per non sbagliare in questo 2018.”
Il momento più complicato della stagione, in cui hai pensato che il titolo fosse “stregato” per te e il momento in cui hai finalmente pensato “ce l’ho fatta!”?
“Dopo aver vinto la prima in Francia ed essere arrivati secondi in Jura (dietro al locale Burri che non era in lotta per il campionato) ci sentivamo in una posizione privilegiata. Purtroppo a causa di un incidente (nell’intento di salvare mio figlio Jules che era scivolato in una scarpata) mi sono rotto un disco vertebrale e a causa di ciò abbiamo dovuto alzare bandiera bianca per il Rallye du Chablais. Sportivamente è stato un brutto colpo che ha rimescolato le sorti del campionato ma umanamente la cosa più importate è stata che mio figlio non ha riportato conseguenze. Ho provato di tutto per evitare l’operazione, ma purtroppo la cosa era inevitabile. Per assurdo questo è stato il momento più brutto ma nello stesso tempo grazie al supporto avuto dai miei cari (in particolar modo da mia moglie Laura) sono riuscito a girare questo momento di difficoltà in energia positiva, trasformando la sfortuna in determinazione che alla fine ha dato i suoi frutti (nonostante non fossi al 100%). Al Rally del Moscato non è stato per nulla facile rimettersi in auto dopo uno stop totale alla guida (anche di vetture stradali) e cercare di spingere al massimo, ma ne è valsa la pena.”
A chi dedichi questa vittoria?
“La nostra vittoria è frutto di molti sacrifici e la dedica va a tutti quelli che hanno creduto in noi dal lontano 2001 a oggi: papà Giorgio con i suoi super-collaboratori Domenico, Paolo, Michele e Omar senza i quali le prime esperienze non sarebbero state così importanti per la mia crescita, ai navigatori (con tantissima pazienza nel sopportarmi) Rupper, Giusva e Paolo, senza dimenticare poi i ricognitori Badi Claudio e papà Giorgio. Il lato sponsor è sicuramente quello che fa la differenza per permetterci di correre con questi aerei a 4 ruote, una dedica particolare va al gruppo Vortice con il suo presidente Andrea Togni che ci sostiene da ormai diversi anni. Non posso dimenticare chi forse prima di tutti ha creduto in noi dandoci la possibilità di utilizzare prima le S1600 poi le S2000 e poi addirittura le R5 ovvero il garage Treantenne di Graziano Della Casa. Senza tutti loro e tutti i nostri sostenitori non saremmo mai andati da nessuna parte .
Se però dovessi scegliere una persona su tutti che merita la nostra dedica per questo titolo questa si chiama Roger! Roger oltre a essere il miglior preparatore sulla piazza è ormai un amico vero. Ha sempre creduto in noi dandoci il meglio praticamente ad ogni gara. La vittoria la dedico a lui e a tutto il team Roger Tuning, che è diventato a tutti gli effetti un Top Team non solo a livello italiano ma anche europeo.”
Quali sono i tuoi programmi per il 2019? Il piccolo Jules segue già le orme del padre?
“Pensare oggi alla prossima stagione è decisamente prematuro. Non abbiamo ancora realizzato di essere davvero i campioni Svizzeri!. Quando l’avremo fatto sicuramente realizzeremo di poter continuare a far festa per moltissimo tempo! Battute a parte, sicuramente non darò il mio addio alle competizioni, il Rally è nel mio DNA e farne a meno sarebbe troppo difficile, quindi per ora ci dedichiamo al relax e facciamo tantissima festa, poi ci siederemo attorno a un tavolo con tutto il team, gli sponsor e Roger per capire come strutturare il 2019.”
L’anno prossimo é altamente probabile il ritorno nel campionato svizzero di Gregoire Hotz. Più preoccupato o motivato da questa sfida?
“Abbiamo cominciato a sfidarci con Greg nel 2006, quando ci siamo affacciati per la prima volta alle parti alte della classifica assoluta (fino a lì non erano certo quelle le nostre ambizioni e possibilità). Lui era già un pluricampione mentre noi ancora non avevamo vinto nemmeno una Ps. In quegli anni qualche soddisfazione ce la siamo presa anche contro di lui e dopo aver “combattuto” con Carron durante queste stagioni, non potrebbe che essere stimolante farlo con Hotz.”
Pensi che il passaggio dalla Ford Fiesta alla Skoda Fabia R5 sia stato decisivo per la tua crescita?
“Sincerante non posso affermare che la Skoda vada di più. Sento spesso dire che è la moda del momento e siamo tutti dei pecoroni. A livello personale posso dire che con la Skoda mi trovo molto bene e gli automatismi alla guida mi vengono naturali ma ciò non toglie che la scelta di passare a Skoda per noi è stata puramente commerciale. Lavorando in Amag (azienda importatrice di Skoda in Svizzera) mi sembra giusto rappresentare un nostro marchio e la cosa non può che aiutarmi alla sempre difficile ricerca di sponsor. Il discorso resterebbe valido anche con la Polo…”
Campionato svizzero: cosa ti piace e cosa c’è da migliorare a tuo parere?
“Sicuramente come spesso succede nei campionati nazionali le prove speciali cambiano troppo poco favorendo così chi ha già diverse stagioni al suo attivo. I kilometri di speciale sono sempre molti (media 170/180) e questo non abbassa i costi di noleggio, ma il problema maggiore è l’assenza di prove 100% terra. In Svizzera non esiste il professionismo (la maggior parte di noi il lunedì post gara si reca al lavoro), ciononostante sarebbe bello crescere ulteriormente inserendo una o due gare su terra in campionato.”
Sappiamo che festeggerai il titolo al Monza Rally Show!
“Grazie al Gruppo Vortice e al mio confermato navigatore Andrea Togni, anche quest’anno sarò presente al Monza Rally Show. Monza è sicuramente l’evento Top per festeggiare questo titolo tutti insieme. Vi aspettiamo al Villaggio Vortice per scambiare quattro chiacchiere in compagnia. Per chi si domandasse se ora che siamo campioni qualcosa è cambiato, la risposta è: assolutamente NO! Abbiamo vinto un Campionato svizzero, per noi è sicuramente un sogno che si avvera ma restiamo sempre le stesse persone disponibili verso i fans con tanta passione e rispetto per chi ci ha permesso di sognare ad occhi aperti.”
È questo l’Ivan Ballinari più forte della sua carriera?
“Più forte non saprei, ma certamente più maturo. La gestione dell’ultima gara al Valais ne è stata la conferma. Decidere di sacrificare due giorni di gara (tenendo un ritmo al di sotto dell livello abituale) per essere nelle condizioni migliori per vincere il campionato ne è stata la dimostrazione. L’ultima PS solitamente non rischio mai più di tanto, invece in questo anomalo Valais è stata la prova dove abbiamo spinto maggiormente cercando la vittoria.”