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Non è mai semplice staccare la spina da un mondo che ti ha dato tanto e che hai amato profondamente. Resta sempre una traccia di quel legame, da entrambe le parti. Ancora di più se le situazioni, la storia, le scelte manageriali e tecniche, ti costringono a mettere da parte la tua indole naturale per abbracciarne un’altra che non senti e non sentirai mai tua fino in fondo, come un bel vestito che, per quanto costi, non sarà mai comodo come il pigiama con il quale vai a dormire tutte le sere. In questo caso il pigiama è una tuta ignifuga e il personaggio di cui parliamo è, ovviamente, Sebastien Loeb.
SETTANTANOVE VITTORIE – Ci fa strano credere che uno come lui non portasse a casa una vittoria nel WRC da un lustro, cinque anni. Ovviamente ciò dipende dal fatto che Citroen prima e Peugeot poi hanno preso delle decisioni che non hanno permesso a Loeb di competere con costanza nel WRC, ma anche se non hai più spazio nelle vetrine di casa per mettere le coppe e i libri di storia parlano di te come il pilota più vincente della disciplina, non è dato per scontato che il ritorno possa essere dello stesso livello del passato. Ci sono riusciti i Niki Lauda, ma ad esempio gli Schumacher hanno miseramente fallito nella loro seconda avventura in Formula 1. E’ proprio in tutto questo che la vittoria di Loeb in terra di Spagna ha un significato particolare e un gusto incredibile. Ritornare nel proprio mondo e rimettere di nuovo tutti in riga. What else?
AMORE/ODIO – Fa specie anche constatare come l’amore e il rispetto che in questo momento viene riconosciuto a Loeb faccia da contraltare all’odio nei suoi confronti quando il WRC veniva definito “monotono” negli anni della sua egemonia. Siate sinceri: quanti che oggi hanno festeggiato il suo successo in tempi non sospetti urlavano a gran voce la necessità di cambiare qualcosa perchè vinceva sempre lo stesso e i mondiali non erano divertenti? Io sono il primo, e non credo di essere l’unico.
PESCE FUOR D’ACQUA – La realtà è che se tutto fosse dipeso esclusivamente dalla sua volontà, questo mondo probabilmente non l’avrebbe mai lasciato. Il WTCC prima, la Dakar e il WRX poi sono sembrate le più classiche delle “pensioni d’oro” dove tante vecchie glorie che hanno fatto la parte dei leoni nella loro disciplina d’origine hanno trovato rifugio. Petter Solberg ci ha vinto due mondiali nel Rallycross, tanto per citarne uno. Ma se la pensione ti viene “imposta” quando tu invece sei ancora in grado di dire la tua nel tuo campo, beh, la situazione cambia. E Sebastien, quando chiamato in causa, l’ha sempre dimostrato.
ANCORA IL PIU’ FORTE? – Il quesito che tutti si pongono è più o meno questo: c’è chi dice no e c’è chi dice si. La realtà, come in tutte le cose, sta nel mezzo. Loeb non ha scelto eventi a caso per ritornare nel WRC, ma gare in cui per storia, caratteristiche e capacità, ha sempre recitato un ruolo da protagonista. In Messico, primo appuntamento dell’anno, ci ha vinto sei volte, in Corsica quattro, in Spagna addirittura nove di cui otto consecutivamente. E’ vero che stiamo parlando di un pilota dal curriculum che presenta pochissime gare dove non ha trionfato, ma l’affinità con il percorso è uno di quegli elementi che ti permettono di poter trarre il massimo del profitto da un impegno così centellinato come quello che si è concesso quest’anno. Ciò non toglie il talento assoluto del pilota di Haguenau, di diritto nell’olimpo dei più grandi di sempre. Unico neo? Forse non l’essersi messo mai in gioco con una casacca diversa da quella Citroen, cucitagli addosso a sua immagine e somiglianza, ma che ci ha permesso anche di rivederlo di nuovo in sella in questi anni.
DISOCCUPATO – Il 2019 al momento sembra essere la prima stagione durante la quale il trattamento INPS a lui riservato sarà completo. Dopo il ritiro di Peugeot dal Rallycross, nessun programma sportivo è ora nei piani dell’extraterrestre, anche se potrebbero esserci alcune comparsate con Citroen nel 2019 nel caso in cui servisse del sostegno a Ogier e Lappi, prossimi alfieri del Double Chevron. Non sapremo mai come sarebbero andate le cose se lui fosse rimasto nel WRC a tempo pieno, sta di fatto che rivederlo e poter dire “io c’ero” lascia certamente a tutti gli appassionati un sorriso ed un ricordo difficilmente cancellabile.
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