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Sono passati quasi due anni dopo l’ultima battaglia per riavere l’autorizzazione a fare sport come navigatore nei rally ed eccoci nuovamente qua a discutere dell’autorizzazione negata da parte della Federazione Sportiva Automobilistica ACI Sport. Francesco Cozzula, ipovedente di Osilo, per undici anni ha fatto sport automobilistico svolgendo il ruolo di navigatore nei rally, unico atleta al mondo ad averlo fatto, e ha preso parte a quasi 70 gare, in Italia e oltre i confini nazionali. Nonostante i silenzi per non sollevare polveroni e arrivare all’obiettivo di riavere il permesso per poter correre nei rally, in questi ultimi tempi Francesco ha lottato dietro le quinte per poter riavere la licenza sportiva, sedere nel sedile di destra e fare ciò che più gli piace e lo rende libero: dare le note al suo pilota. Ma nulla è cambiato, Francesco non corre più dal 2016, perché non possiede la patente di guida, documento che Francesco non può avere e non ha mai avuto a causa dei suoi problemi di vista. In Italia abbiamo un’eccellenza sportiva e invece di portarla come esempio si affonda con tutto ciò che ne comporta, si parla di un atleta che quotidianamente combatte per non diventare cieco totale, si parla di un disabile che non sta con le mani in mano, si parla di uno sportivo che nel 2018 ha collaborato con la Federazione Sportiva Automobilistica ACI Sport per portare a casa un prestigioso riconoscimento internazionale ambientale e sportivo per la tappa italiana del campionato del mondo rally, si parla di un’atleta che istruisce ( è istruttore abilitato) i ragazzi e le ragazze che si avvicinano al mondo dell’automobilismo sportivo. In cambio prende schiaffi da una Federazione Sportiva Nazionale e Internazionale che pur di non averlo tra i piedi cambia i regolamenti innalzando barriere che non potranno essere superate. Francesco, con i suoi problemi di vista, non potrà mai prendere la patente di guida , un documento che altre categorie di disabili, che fanno i navigatori, hanno e che non potranno mai utilizzare in casi limite come in presenza di un malore del loro pilota. In questi ultimi venti mesi tante sono state le promesse di intervento da parte delle ACI locali e nazionali, ma non si è mai giunti a una soluzione definitiva. Il tempo scorre. Francesco negli ultimi mesi ha chiesto aiuto alle maggiori cariche istituzionali della Regione Sardegna (presidente della giunta, assessore allo sport, presidente del consiglio regionale) ma nessuna risposta. Stessa sorte sul fronte nazionale (presidente della Repubblica, presidente del consiglio, delegato allo Sport del governo). Ora come ultima spiaggia è pronto a prendere l’aereo e barricarsi davanti alla sede di ACI Italia per far conoscere la sua storia e sperare che chi di competenza possa una volta per sempre sistemare una situazione che ha del paradossale, per undici anni ha potuto gareggiare nei rally ed ora non può farlo per un cavillo beffardo che pare creato apposta per tenere Francesco, unico atleta disabile visivo al mondo, lontano dal suo sport.
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