Come ben sapete, abbiamo intrapreso la strada dei rally-raid da seguire per tutta la loro lunghezza in questo 2018. Nel fine settimana appena trascorso abbiamo visto Al-Attiyah cimentarsi tra le nevi del Baja Russia, valido per la coppa FIA Cross Country. Tuttavia questa è una disciplina che sta crescendo, e che troviamo proprio qui in Italia. Il Campionato Italiano Cross Country si snoda in sei eventi, iniziando con il Baja di Primavera a Marzo, terminando con il Baja d’Autunno a Novembre. Nel mezzo troviamo l’Italian Baja, dove il Campionato Italiano incontrerà il campionato FIA.

Mauro Toffoli, fidato navigatore di Andrea Tomasini, scandisce le sue note sul sedile del passeggero di un Suzuki Vitara, seguito dal team Suzuki Italia. Il mezzo rientra nella categoria T1.1, dove l’equipaggio è riuscito a strappare un secondo posto, e una meritata sesta piazza generale. Sicuramente un esordio con Suzuki molto importante, e che vi racconterà proprio Mauro nelle tante parole scambiate. Il regolamento ricalca quello FIA, che abbiamo accennato e spiegato a grandi linee nell’articolo precedente.

Da quest’anno saranno presenti nuovi mezzi. Proprio per questo avvenimento è stato istituito il nuovo Gruppo TX. I dati parlano da se: 680 cavalli, 6.0 L di cilindrata e pneumatici da quaranta pollici. Questi mezzi sono nati per il rock crowling, ma li vedremo cimentarsi nelle svariate pietraie del nostro territorio. Ovviamente faranno classifica a se stante, ma potranno parteciparvi anche altri mezzi con telaio a vista con cilindrate inferiori. Ma le novità non finiscono qui. E’ stato introdotto il Suzuki Challenge Classic, dove l’iscrizione è gratuita per Samurai, Jimny e GS. Polaris si è impegnata a portare un trofeo quest’anno tra le prove del Cross Country italiano e anche Yamaha si è subito interessata alla categoria “side by side”, o comunemente noti come UTV.

Insomma tante novità quest’anno, a partire dall’equipaggio formato da Mauro Toffoli e Andrea Tomasini, che hanno grandi prospettive e che sicuramente faranno parlare di loro in futuro. Qui sotto le tante parole espresse dal navigatore di Pordenone, in cui ci spiega il grande lavoro che gli prospetta e soprattutto la voglia di riuscire a coronare un ottimo risultato. Buona lettura!

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-Vediamo questo campionato, che ahimè, è un po’ dimenticato da tutti. La prima domanda sorge spontanea: c’è un’effettiva collaborazione da parte di ACI in questi eventi? O comunque della semplice promozione…

Sbagliano loro per primi a non promuoverlo, e come molti di noi sentono che non c’è un riflettore su questo campionato, perciò non c’è una grande partecipazione, di conseguenza se non ci sono numeri nessuno viene ad ascoltarti. Fortunatamente, uno degli organizzatori più presenti, che organizza l’Italian Baja ed il Baja di Primavera/Autunno, sta cercando di riportarlo alla ribalta; tanto che si parla di avere il Mondiale per il prossimo anno a Pordenone. Quindi grandi nomi che potrebbero riportare in luce questa disciplina. E’ una realtà che comunque sta crescendo, con sempre più richiesta, ma è logico che se la gente non si impegna a parlarne non si riuscirà mai a riportarlo alla ribalta. Io e Andrea [Andrea Tomasini – Pilota] stiamo facendo un po’ di fumo, cercando tramite i nostri social di riportare foto e video di quello che è il campionato. Abbiamo molto riscontro, e anche Suzuki Italia ha il suo addetto stampa ma comunque facciamo due tipi di promozione differenti. Già inter-nos la Suzuki non spinge tanto su questa cosa e non capisco perchè. Infatti io e Andrea ci siamo chiesti “non è che dobbiamo arrivare noi a promuovere voi?” Dovrebbe essere il contrario. 

-Perchè la scelta del Vitara? Siete voi che avete cercato Suzuki oppure il contrario? Raccontaci un po’ qual’è stato il vostro passato…

Noi a inizio anno 2017 avevamo fatto un budget per poter correre con una macchina: un GVR, una macchina che è nata in Portogallo con motore Peugeot, ma che negli anni si è trasformata ed è stata acquistata da un noleggiatore di Novara che ha sostituito il motore con un propulsore Alfa. Diciamo che ci siamo sentiti presi in giro, perchè già a novembre 2016 abbiamo concluso quarti. Le prime due gare sono andate malissimo, dato che la macchina dopo sei chilometri si è rotta ed era un susseguirsi di problemi. Alla terza gara, Suzuki si è accorta che volevamo cambiare aria, così hanno chiamato e ci hanno chiesto se volevamo continuare con loro il campionato. Abbiamo fatto la prima gara in Suzuki a San Marino, che non è andata bene per un errore di navigazione che ci ha fatto prendere venti minuti di penalità. Abbiamo comunque un buon presupposto per il 2018, e stiamo cercando inoltre di attirare l’attenzione su di noi come abbiamo fatto con Suzuki. Inoltre ogni anno appoggiamo qualcuno nel sociale, e quest’anno abbiamo deciso di appoggiare la Sport 21 e “Prematuri si nasce”. Mentre nel 2017 non avevamo aspettative, cioè quello che viene viene, nel 2018 abbiamo deciso di metterci più impegno facendolo diventare quasi un secondo lavoro. E’ sicuramente molto impegnativo, poichè dobbiamo preparare le brochures, cercare gli sponsor… io ho notato comunque che sta venendo a mancare un po’ anche il rally, a maggior modo il CIR che sta svanendo, nelle difficoltà di organizzare gli eventi e nel correre. Perciò per riassumere, il 2018 sarà l’anno per emergere.

-Vista la nuova categoria entrante quest’anno, sai dirci di più su questi nuovi mezzi? 

Sono già stati introdotti a Novembre, facenti scopa a noi in gara. Sono macchine che comunque non si trovano nel loro habitat naturale, dato che sono vetture nate prevalentemente in America e vengono usate per arrampicarsi sulle pareti rocciose, praticando il cosiddetto Rock-Crowling. Quindi per come la vedo, anche per loro, il Campionato Italiano serve per avere un po’ di visibilità anche perchè prima di novembre io non avevo mai visto questi mezzi. E’ una cosa che è rimasta circoscritta in quelle zone; un po’ come ci sono ragazzi che praticano Off Road con il 4×4 ma che comunque la mantengono nascosta come disciplina, o per lo meno molto ristretta. Probabilmente per un problema di natura conflittuale con gli enti, ma per me non fanno nulla di male. 

…Parlando invece su come è l’ambiente del Cross Country, Mauro ci risponde così:

E’ sicuramente un ambiente molto tranquillo, molto “easy”, e soprattutto molto amichevole. Per dirti Al-Attiyah lo vedi tranquillamente passeggiare tra la folla come se niente fosse, e ci si può scambiare quattro parole senza problemi. Tuttavia la rivalità non manca, c’è molta competizione tra tutti.

-Forse è una domanda banale; secondo te come si potrebbe migliorare appunto il campionato Italiano Cross Country?

Guarda io sinceramente lo vedo già bello, nel senso che c’è già un percorso in atto per potersi staccare da quello che era la coda dei rally, perchè a San Marino, in Sardegna si passava dietro le vetture del CIRT. Quindi si cerca di fare una cosa a se stante, indipendente. Però organizzare un evento come questi è davvero un macello. Comunque io a livello di campionato non cambierei niente, visto che stanno già procedendo da soli a creare qualcosa di importante. L’unica cosa, è ciò che risiede nella tua prima domanda, è che cosa sta facendo ACI. Non sta facendo nulla, dovrebbe dare più visibilità e far vedere qualcosa di più. Il loro impegno è puntato verso i rally, puntando sui giovani, ma comunque facendo degli sbagli. Ultimamente per correre ci vogliono molti soldi, e se non parti già di buona famiglia rimane sempre un sogno. 

Non ho aspettative verso gli altri, corro per me stesso e non devo dimostrare nulla a nessuno, lo faccio esclusivamente per me. Accetto le critiche costruttive, per migliorare, ma quelle che servono solo per fare pettegolezzo non le sto neanche ad ascoltare. 

Tornando alla tua domanda, per me è solo questione di tempo. Anche piccoli gesti come commentare un post, può far nascere del nuovo interesse. 

-Ti ringrazio molto per la chiacchierata, a presto! 

Sono io che ringrazio te per l’interesse , ciao!

 

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