Il 6 gennaio è la data che gli appassionati di rally raid hanno segnato con il cerchio rosso sul loro calendario. L’edizione 2018 si sta avvicinando e noi crediamo possa essere una delle più interessanti degli ultimi anni. Vediamo nel dettaglio quali sono gli elementi di risalto del nuovo ed avvincente capitolo di questa saga intitolata Dakar…
Peugeot vuole lasciare da vincente – La categoria auto quest’anno si è rinnovata parecchio. Negli ultimi anni Peugeot era sempre partita come favorita e senza dubbio lo sarà anche nel 2018, non dimentichiamo che sono i campioni in carica. La 3008 DKR Maxi mantiene ancora la sua sostanza ma viene costantemente aggiornata ed affinata con l’obiettivo di cercare il successo. Loeb, Peterhansel, Sainz e Despres rappresentano le stelle del team e sono tutti espertissimi della competizione. Loeb dopo aver appreso molto sulla competizione sudafricana sembra finalmente pronto per vincere con Elena; sarà importante per loro non commettere errori gravi sopratutto nella prima fase che prevede percorsi desertici e con molti chilometri sulle dune. La navigazione sarà un elemento fondamentale come sempre e nel deserto è pronto ad essere protagonista la leggenda Peterhansel, conosciuto come Mister Dakar visti i suoi incredibili 13 successi. Despres ha vinto per due volte il rinato Silk Way Rally con Peugeot ed è ormai da considerare fra i grandi delle auto. Menzione speciale anche per Carlos Sainz: El Matador, 55 anni, vuole assolutamente tornare al successo e fare festa con Peugeot per chiudere il capitolo Dakar. I francesi infatti si ritireranno e anche Sainz sembra pensare ad un ritiro definitivo dai rally.
Toyota e Mini fanno sul serio questa volta – Toyota e Mini partiranno per la nuova Dakar con nuove ambizioni e sopratutto con nuovi mezzi. Toyota sembra essere una minaccia concreta: dal Giappone è arrivato un messaggio chiaro, la Dakar 2018 vogliono vincerla. Per la prima volta in tutti questi anni la modestia viene quasi lasciata da parte, si preannuncia una vera e propria sfida a viso aperto. Il mezzo sarà ancora una volta l’Hilux 4X4 ma anche se dall’esterno questo può sembrare sempre lo stesso, è proprio il team ad assicurare che la versione 2018 è completamente nuova. L’ottimismo di casa Toyota viene poi sostenuto da alcuni cambi regolamentari che mirano a bilanciare le performance dei mezzi due ruote motrici con quelli 4X4. La punta di diamante in questo caso sarà Nasser Al-Attiyah, fresco campione Fia Cross Country e già campione Dakar nelle edizioni 2011 e 2015. Toyota potrà contare sull’apporto di un altro ex campione ed espertissimo come Giniel De Villiers e della novità ten Brinke che è ormai diventato un volto conosciuto nei rally raid.
Toyota si è rinnovata insomma, ma un’altra grande e piacevole sorpresa è la novità in casa Mini X-Raid. Il team infatti è riuscito a mettere a punto la versione JCW Buggy, un vero e proprio colpo di scena visto che la notizia è stata tenuta nascosta fino a poco tempo fa. Verranno impiegati tre buggy che verranno affidati all’ex WRC Mikko Hirvonen, Bryce Menzies che da anni è protagonista nelle gare off road americane e Yazeed Al-Rahji che è sempre risultato veloce nella Dakar. Mini porterà in gara anche i “vecchi” ma sempre affidabilissimi Countryman che verranno pilotati da nomi importanti: Nani Roma e Orlando Terranova sono ben noti, ci sarà anche il cileno Garafulic che in passato ha fatto registrare alti e bassi nella durissima maratona. Proprio Nani Roma è stato al centro di un interessante passaggio da Toyota a Mini. Il due volte campione ha spiegato a sport.es i motivi dell’abbandono a Toyota dopo una grande Dakar 2017 dove era sempre stato fra i primi e aveva battuto anche il “rivale” di marca De Villiers. A far tornare Roma in X-Raid è stato il nuovo progetto: la squadra è riuscita a riprendersi alcuni ingegneri che erano andati via, il nuovo buggy rappresenta un progetto interessante, nuovo e a lungo termine. Nuove ambizioni e condizioni di lavoro giuste sono state la chiave per il ritorno di Roma in Mini che però non si è tirato indietro nel ringraziare la stessa Toyota Europa e la filiale spagnola del marchio nipponico che lo hanno sostenuto lungo tutto il 2017. Dunque questi i grandi favoriti per il successo finale tra le auto.
Gli outsiders Renault, i rallisti e altri – Non solo i soliti noti, nella Dakar hanno possibilità di ben figurare anche tanti piloti privati e team minori (per budget si intende). Renault sarà presente con la squadra Renault Duster Dakar Team, un progetto che ruota intorno alla filiale argentina del marchio francese. I piloti ingaggiati per domare i quasi 400 cavalli del V8 di derivazione Renault-Nissan sono il campione Cross Country 2003 Carlos Sousa e l’argentino Emiliano Spataro che è molto conosciuto in patria e ha vinto titoli nazionali in pista, correndo anche per il team ufficiale Fiat argentino. Un altro pilota apprezzato e molto acclamato dal pubblico argentino è “El Pato” Juan Manuel Silva, anche lui plurititolato su pista in patria ma anche campione Cross Country Argentina. Sarà al volante di un Mercedes Classe M preparato dal team Colcar. Tantissimi i rallisti che hanno voglia di sabbia e deserto. Nicolas Fuchs sarà alla guida di un Borgward BX7; il marchio tedesco fondato nel 1929 è tornato a produrre automobili, appunto il SUV BX7, e vuole rilanciarsi sul mercato sudamericano dopo la bancarotta del lontano 1961. Presenti anche Martin Prokop che ci riprova con il suo Ford F150, Al Qassimi che sarà al via con con un 3008 DKR aggiornato e gestito con il supporto di PH Sport e Peter van Merksteijn con un viola Toyota Hilux 4X4. Due gli italiani al via: Eugenio Amos correrà con un buggy motorizzato Ford con cui ha vinto una tappa nel Silk Way Rally e Stefano Marrini che è ormai un abituale della Dakar e guiderà un Toyota. Nella entry list è addirittura presente un allenatore di calcio: si tratta dello Special two André Villas-Boas, il più giovane allenatore della storia a vincere una coppa europea con la sua ex squadra Porto. Villas-Boas per ora ha messo da parte giacca e cravatta per indossare tuta e guanti da pilota, il cross era sempre stato una sua grande passione da ragazzo ma nella Dakar sarà alla guida di un Toyota Hilux e verrà coadiuvato da Ruben Faria. Altri nomi interessanti sono quelli di Lucio Alvarez su Toyota Hilux, l’ex endurista e bravo Jakub Przygoński su Mini Countryman, Marco Bulacia su un Ford Ranger, Benediktas Vanagas su Hilux e infine occhio ai fratelli Coronel che saranno in azione, questa volta insieme, su un nuovissimo e potente buggy motorizzato Chevrolet di 6.2 di cilindrata. Tom Coronel ha anche un canale youtube grazie al quale tiene aggiornati i suoi fan, pubblicando video giorno per giorno della Dakar che mostrano quando dura e massacrante sia la gara per un pilota.
Il percorso – Importanti novità sul percorso che nel 2018 si snoderà attraverso Perù, Bolivia e Argentina. Si parte da Lima il 6 gennaio e l’arrivo è previsto in Argentina a Cordoba. Si parte subito con una 1° tappa di 272km, di cui 31 di prova speciale su sabbia. Il gioco si fa duro dalla 2° tappa con ben 267km di prova speciale e i primi chilometri saranno caratterizzati da dune molto difficili. 3° tappa con 295km di prova caratterizzati ancora da molte dune e poi un percorso molto variegato. 4° tappa con partenza su sabbia e ancora dune a volontà per circa 330km di prova di cui gli ultimi caratterizzati da navigazione nei canyon. La 5° tappa prevede per le auto ben 932km divisi tra trasferimento e prova, ma è dalla 6° tappa che i motori e gli equipaggi dovranno fare i conti con la crescente altitudine: ci si lascerà alle spalle il deserto e le dune e si sale in altura. Dopo un giorno di riposo si riparte il 13 gennaio dalla Bolivia, La Paz. La prova 7 costituisce la prima parte della tappa Marathon, dunque niente parco assistenza e solo l’equipaggio potrà lavorare sul mezzo. L’8° tappa sarà quella forse più dura con 498km di speciale, 3500 metri di altezza fra le dune e in generale ci si aspetta una grande selezione a questo punto. Il viaggio continua da Tupiza da cui inizia la 9° tappa di 242km di prova e si arriva in Argentina, a Salta. Nella 10° tappa ci saranno altri 372km di prova e i piloti avranno a che fare con le prime dune argentine, la tappa 11 è la Super Fiambalà ovvero la seconda Marathon. La 12° tappa porterà a San Juan dopo ben 522km di prova e da lì partirà la tappa 13 (368km di prova) che ricalca anche parte del percorso utilizzato dal WRC. L’ultima fatica è la 14° tappa, non una passeggiata visti i 119km di prova in cui si attraverseranno anche tanti piccoli fiumi. Arrivo a Cordoba dove una grande cerimonia finale chiuderà l’edizione 2018 della Dakar.