“Oh Sorry, Shit Sorry. One small thing… Sebastien Ogier will be driving for us the next year!!”
Parole e musica di Malcolm Wilson, datate 13 Dicembre 2016, il giorno in cui tutto è cambiato, almeno a Cumbria.
Lo Zio, come abbiamo imparato a conoscerlo e familiarmente chiamarlo, si presenta davanti ai suoi ragazzi del team ringraziandoli per il lavoro svolto e sicuro che la Ford Fiesta WRC 2017 rappresenta probabilmente la macchina più incredibile uscita dalla loro fabbrica. Mai nessuno, neppure lui, si sarebbe aspettato di ritrovarsi all’improvviso nel mazzo la carta vincente in quest’ultima mano di poker sul tavolo verde del WRC: Sebastien Ogier, l’unico pilota in grado realmente di spostare gli equilibri.
Tante volte sfiorato, quel titolo mondiale piloti. Tante volte sognato e desiderato e tante volte sfuggitogli di mano per pochissimo, come una bella donna che si lascia corteggiare ma poi decide in favore di un altro spasimante. Non è servito avere in passato l’appoggio ufficiale di un colosso come Ford per poter ottenere i successi sperati, e neanche avere in squadra alcuni tra i piloti più titolati e competitivi nella storia dei rally (basti pensare a Carlos Sainz, Colin McRae, Juha Kankkunen e Marcus Gronholm per citarne alcuni) per vincere: o ci si trovava con la persona giusta nel momento sbagliato oppure era il momento giusto con la persona sbagliata. Mancava sempre un qualcosa: un decimo di secondo, un decimo di millimetro di deportanza aerodinamica, un punto in classifica generale, oppure semplicemente un pò di fortuna.
Quella fortuna che si è materializzata sulle rovine altrui e si può riassumere in una parola: Dieselgate. Questo è stato più di tutti l’ago della bilancia che ha permesso a Wilson di poter intavolare un tavolo di trattativa con Ogier lasciato libero da Volkswagen e non disposto a spendere un altro anno sabbatico come nel 2012, questo è stato il momento in cui qualcosa è cambiato, e lo si percepiva anche nell’aria.
Era difficile, se non impossibile, potercela fare contro i colossi ufficiali: un “Davide contro Golia” ambientato nei giorni nostri dove la piccola M-Sport con i suoi soli mezzi doveva fronteggiare i giganti Hyundai, Citroen e Toyota (che gigante ancora non lo è ma mira a diventarlo). Come si può riuscire a battere queste forze? Come nelle fiabe, a volte basta crederci, lavorare bene e con costanza ed ecco che l’impossibile, almeno per una volta, è divenuto realtà.
Quante volte ha pianto Malcolm nella sua Gran Bretagna, lacrime amare e di sconfitta: McRae 2001, Hirvonen 2009 e 2011, e alcune volte anche prima, come nel 2006 quando il fato benevolo metteva fuorigioco Sebastien Loeb per le ultime prove del mondiale ma l’Australia strappava dalle mani a Gronholm il sogno iridato. Va bene la gloria e i riconoscimenti globali per le vetture che sono da sempre uscite dalla sua fabbrica, ma quel titolo piloti rimaneva sempre un piccolo cruccio nella testa di Wilson, ed è incredibile come le lacrime di rabbia abbiano lasciato spazio a quelle di gioia proprio nell’anno in cui forse nessuno avrebbe creduto che il sogno si sarebbe realizzato. Campioni del Mondo costruttori e piloti in Galles e vittoria della gara con Evans: what else? (come direbbe Clooney in un celebre spot di caffè).
Ci avete regalato il più bel campionato del mondo degli ultimi 20 anni e ciò che possiamo fare è solamente dirti GRAZIE, e sperare che il sogno non finisca qui. E’ stata la vittoria di un uomo e delle sue speranze nei confronti dei freddi numeri e delle prestazioni pure. Qualcosa di forse irripetibile ma che abbiamo avuto il piacere di vivere insieme.
Bella, Zio!