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Non è ancora finito il mondiale 2017 che già il mondo-rally cerca di delineare il proprio futuro. Tra fantamercato più o meno realistico (Loeb) e possibili ritorni di case costruttrici in prima persona (Ford), dalla Spagna si comincia a mormorare: nel 2018 ogni squadra ufficiale presenterà ai nastri di partenza quattro autovetture. Sarà vero?
La regola attuale prevede che ogni team può nominare tre piloti in ogni gara per raccogliere punti per il costruttori, di cui solo i migliori due vengono conteggiati ai fini della classifica. L’anno prossimo, secondo i rumors, i piloti nominabili potrebbero diventare quattro ed in questo caso sarebbero i primi tre a marcare punti per la propria squadra di appartenenza.
Uno scenario questo che apre tanti spunti di discussione: in primis si rimetterebbe in gioco e di molto il mercato piloti; una casella in più potrebbe aprire scenari prima inimmaginabili, con ad esempio l’insoddisfatto Sebastien Ogier libero di accasarsi, per assurdo, con una quarta macchina in Hyundai (nonostante la line-up attualmente completa) oppure in Citroen, squadra con la quale ha debuttato nel mondiale. Gli stessi francesi potrebbero anche mettere sotto contratto Sebastien Loeb limitatamente ad alcune delle sue gare preferite (come fatto nel 2015 a Montecarlo) alternandolo agli attuali piloti, riallacciando così una sorta di legame con lo squadrone Peugeot degli anni 2000, dove ad esempio gli “specialisti” del catrame Panizzi e Delecour prendevano il posto di Rovanpera in ottica costruttori.
Il rovescio della medaglia è, ovviamente, legato ai costi di gestione di una vettura in più. Una World Rally Car di nuova generazione rappresenta un esborso economico non indifferente anche per quanto concerne il capitale umano (ingegneri, tecnici e meccanici aggiuntivi per gestire una macchina in più) e non tutte le squadre potrebbero essere favorevoli a questa idea. Pensiamo ad esempio M-Sport: Wilson ha fatto letteralmente i salti mortali per avere Ogier in questa stagione e per il momento i risultati gli stanno dando ragione. Potrà permettersi un ulteriore sforzo economico il prossimo anno o, se ottenuto il “bersaglio grosso” nel 2017, sarà costretto ad un drastico ridimensionamento nella prossima stagione? Nel 2003 ad esempio Ford, dopo anni di stipendi monstre (per i tempi che furono) versati regolarmente a Carlos Sainz e Colin McRae, decise per una drastica diminuzione del salary-cap spingendo Wilson a lasciare partire i due campioni e puntare tutto su un progetto giovani che coinvolse Markko Martin, Francois Duval e due finlandesi di belle speranze: Mikko Hirvonen e Jari-Matti Latvala.
Basterà un titolo mondiale piloti in bacheca per riaccendere la voglia di WRC di Ford ed evitare un clima (secondo i bene informati) di smobilitazione in casa M-Sport?
E soprattutto, vi convince questa prospettiva?
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