Tutto possiamo dire della carriera di Ott Tänak tranne che non sia stata finora un cammino decisamente tortuoso. E’ vero, in uno sport come il rally è difficile avere una carriera “noiosa” e lineare ma sfidiamo chiunque, in soli quattro anni, a inabissarsi con l’auto in un lago e riuscire a tornare in pista due giorni dopo, perdere il posto nella lineup principale e riconquistarlo per 3 volte, perdere per un soffio quello che sarebbe stato il primo rally mondiale vinto in carriera ma essere comunque portato in trionfo dai diretti avversari.

Ebbene nel 2017 Ott sarà un pilota di punta di M-Sport, per la terza volta. Quest’anno però c’è un altro, “piccolo”, inconveniente: il suo compagno di squadra è il quattro volte campione del mondo Sébastien Ogier.
Come spesso accade quando tutta l’attenzione mediatica è rivolta verso la notizia principale, l’approdo del francese in casa M-Sport appunto, spesso ci sfuggono dei dettagli importanti, delle sfumature, che invece sono rilevanti per un’analisi più approfondita e completa dello stato dell’arte.
In sostanza: come l’ha presa Ott Tänak?

Non è una domanda scontata. Fino a poche settimane fa nessuno si aspettava l’abbandono di Volkswagen e il conseguente ingresso dei suoi tre driver nel mercato piloti. Secondo rumours affidabili Tänak addirittura rifiutò, tra settembre e ottobre, un’offerta Hyundai (per motivi che non ci è dato sapere al momento), e rimase fedele alla corte di Malcom Wilson. Così facendo Ott ha sviluppato l’auto su misura per sè, un compito affidato a chi ci si aspetta essere il perno del team. Ora l’arrivo di Ogier cambia tutto e Tänak, in un intervista per il sito estone http://sport.err.ee/ ha commentato così: “Ogier and Ingrassia sono dei fortissimi competitor ma è buono che siano nel nostro stesso team con la stessa auto. Questa volta non ci saranno più scuse sulla macchina, sui pneumatici ecc…, [in realtà] ci troviamo nella situazione migliore possibile [e cioè poter combattere ad armi pari].” – Ma non si tratta solo di “fighting talks”. Ott si è dimostrato anche abbastanza intelligente da vedere l’arrivo del pilota migliore del lotto come un’opportunità per migliorare e non come una minaccia. – “Voglio davvero vedere come lavora nelle situazioni più disparate, come gestisce le difficoltà. Io, Martin e tutto il team abbiamo tanto da imparare da lui“.

E’ chiaro che non ci saremmo potuti aspettare dichiarazioni negative o arrendevoli sull’arrivo del francese ma nemmeno per forza così determinate, con il mix ideale tra umiltà e sicurezza nei proprio mezzi.
La realtà è che l’anno in purgatorio con la DMACK pare abbia fatto maturare Tänak in modo considerevole, sia dal punto di vista della guida, molto più pulita e fluida rispetto agli anni scorsi, sia dal punto di vista mentale.

Sempre nella stessa intervista, Ott ha parlato anche dell’esperienza di sviluppo della Fiesta con le specifiche 2017: “E’ stata un’ottima esperienza quella di sviluppare l’auto dall’inizio, nel modo in cui preferivo. Non ho mai avuto un’opportunità del genere. I bottoni sul volante, le sospensioni, i pedali, il cambio, li ho tutti avuti come volevo. Di sicuro questa può essere la chance migliore per essere forti e competitivi.

E’ quindi un Tänak che lascia poco spazio alle scuse e che non sembra per nulla turbato dall’arrivo di un compagno scomodo come Ogier. L’estone, che sarà coadiuvato da un nuovo navigatore (Raigo Molder ha abbandonato di sua spontanea volontà per motivi personali), Martin Järveoja, ha già lanciato il guanto di sfida. Certo, questa volta l’avversario è tosto ma ormai cos’altro può far più paura a Ott Tänak?

 

Foto credit: 2eight (foto principale), Makary (foto nel testo)

 

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