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È un dibattito eterno ma che ultimamente è diventato un vero e proprio leit motiv, la questione ordine di partenza ha preso ormai un’intensità e dei toni che vanno oltre l’ordinario e che dividono gli addetti ai lavori, fan e piloti.
Oggetto del contendere: le attuali regole che prevedono che il primo pilota in classifica generale parta per primo per ben due giornate, capovolgendo la classifica provvisoria di domenica. Le conseguenze le conosciamo tutti: nei rally su sterrato, chi parte per primo è svantaggiato e spesso e volentieri ha pochissime possibilità di vincere l’evento.
La questione e le polemiche non si sono mai fermate da inizio campionato, in particolare da parte di Sebastien Ogier e Jost Capito, il team principal Volkswagen, che recentemente ha alzato i toni, anche in modo eccessivo, andando oltre la giustificazione di una normale e sana pressione politica. Le sue dichiarazioni secondo cui Kris Meeke, il primo pilota britannico a vincere nella patria dei rally non dovrebbe godere della propria vittoria, e che se fosse arrivato secondo sarebbe stato un “idiota”, si commentano da sé.
Su una cosa possiamo essere tutti d’accordo, le attuali regole sono sicuramente controverse. Lo svantaggio sui sterrati è forte, ma allo stesso tempo lo è anche il vantaggio in rally come Montecarlo e Germania. Il punto vero è che una soluzione veramente equa è impossibile e che, al di là di dichiarazioni di cattivo gusto, è necessaria una soluzione a lungo termine.
A fine mese c’è la riunione della Commissione WRC, già in questa sede si parlerà di una possibile soluzione. Una scelta definitiva verrà poi fatta a settembre, in occasione del World Motor Sport Council a Parigi. Le opzioni che la commissione si troverà sul tavolo sono diverse, e riguardano anche soluzioni meno recenti, vediamole:
Qualifiche
Praticamente il regolamento adottato nel 2013: una prova preliminare dà la possibilità al miglior qualificato di scegliere la propria posizione di partenza. Ai tempi è stata bocciata in quanto si attivavano continuamente giochini di squadra poco eleganti, con piloti che rallentavano apposta in maniera strategica. Questo problema verrebbe ridimensionato dal fatto che oggi non sono più possibili comunicazioni radio e aggiornamenti sugli split intermedi.
Ordine di classifica solo il primo giorno
Da molti considerato il compromesso migliore. Si segue l’ordine di classifica solo il primo giorno di prove, gli altri due invece si parte invertendo la classifica provvisoria del rally.
Ordine di classifica il primo giorno, ordine del rally il resto del weekend
Questa soluzione è quella che, secondo molti, ricalca il vero spirito del rally dove è sempre il più forte ad aprire le danze. Il primo giorno si parte in ordine di classifica mondiale, il secondo in ordine di classifica del rally.
L’unico problema di questo tipo di regolamento è che il primo giorno potremmo vedere auto che rallentano apposta per avere un miglior piazzamento i giorni successivi, anche se la mancanza di comunicazioni radio agli equipaggio potrebbe teoricamente eliminare questo problema.
Una soluzione/accrocchio per fare tutti felici
Scusateci il linguaggio povero, ma la parola “accrocchio” è forse la più adatta a descrivere la classica regola che viene tirata fuori per non scontentare nessuno. In genere chi ci rimette in questi casi sono i fan e lo sport in generale. Una soluzione/accrocchio è la classica regolazione complicatissima, con classifiche aggiuntive, punteggi con le virgole e simili… di quelle che che finiscono per rinchiudere il rally ancora di più in sé stesso. Speriamo non sarà questo il caso.
Rimane tutto così com’è
Le attuali regole avranno le loro problematiche, come tutte le altre opzioni a disposizione ma hanno avuto il pregio, dopo 12 anni di dominazione Sebasteniana di regalare al mondo 6 equipaggi vittoriosi in 8 rally diversi.
Inoltre, se si vuole fare un’analisi seria e reale della situazione non si può non tenere conto degli interessi che ruotano attorno al WRC, parliamo di cifre a diversi zeri che coinvolgono sponsor, promoter, case automobilistiche, federazioni e via dicendo. Chi pensa che ad agosto si cercherà la soluzione più “equa” pecca di ingenuità. Quest’anno si è lanciato un segnale molto importante: è possibile vincere i rally anche se non si è una corazzata e non si ha il migliore pilota sulla piazza. Si tratta di un messaggio che può far sciogliere riserve a molti dei signori sopraelencati che portano al movimento le cifre a diversi zeri anch’esse sopraelencate.
Detto in parole più povere: se hai paura ad entrare nel WRC perché Ogier e VW ti asfalterebbero 13 eventi su 13, e verrebbe meno il prestigio che vuoi ottenere partecipandovi, sappi che ora non è più così. E lo stesso vale anche per altri soggetti e sponsor vari che sarebbero più propensi ad investire su un prodotto dove vi è la possibilità di vedere il proprio marchio sul gradino più alto.
Ma al di là di tutto, il vero augurio che ci facciamo tutti è uno solo: quello di trovare una soluzione per lo meno sensata, di tenerla per un periodo più lungo, e di metterci questa questione alle spalle, tornando a parlare di rally vero.
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