A poco più di un mese dalla disputa del Rally d’Italia Sardegna, sesta prova del Campionato del Mondo Rally svoltosi nel magico scenario sardo, il presidente ACI Angelo Sticchi Damiani scuote e gela l’ambiente rallystico ponendo molte ombre su quello che sarà il futuro della tappa italiana del WRC.
PREQUEL – Facciamo un passo indietro. Nel Dicembre 2014 comincia ufficialmente la “crisi di Monza”. La Regione Lombardia cerca di entrare nella gestione del circuito brianzolo con l’obiettivo di assumerne la proprietà e sostituirsi ai comuni per quanto riguarda le spese di gestione e riammodernamento del circuito, operazioni necessarie per mantenere la titolarità nel Campionato del Mondo di F1 e non solo. Il progetto fallisce sul nascere a causa di un emendamento della Legge di Stabilità che non viene approvato dal Senato, bruciando di fatto il budget messo a disposizione dalla Regione Lombardia e mettendo a serio rischio il Gran Premio d’Italia dopo il 2016. Comincia quindi un lungo tira e molla con il patron del circus Bernie Ecclestone le cui richieste economiche sono però distanti da quanto viene offerto dal circuito per continuare il rapporto di collaborazione. La situazione si sblocca nel Maggio di quest’anno quando ACI Sport in prima persona si accolla l’onere dell’organizzazione del Gran Premio per il periodo 2017-2020.
SEQUEL: “ADDIO SARDEGNA” – Non sappiamo a quanto ammonti la cifra stanziata dall’Automobile Club per venire incontro alle richieste di Ecclestone, ma si poteva immaginare che qualcuno indirettamente avrebbe “pagato” questa situazione, visto che non si tratta di budget stanziato in più ma di denaro destinato ad altri progetti che è stato “spostato” su Monza. Oggi Sticchi Damiani senza troppi giri di parole ha fatto capire chi sarà la vittima sacrificale di questa situazione, mediante un’intervista rilasciata al giornale “La Nuova Sardegna”. Il presidente ha di fatto dichiarato che ACI Sport dovendo organizzare il Gran Premio di Formula 1, non potrà più mettere a disposizione gli stessi fondi degli anni passati per il Rally D’Italia Sardegna; se la parte di budget mancante non verrà coperta dalla Regione Sardegna o da enti interessati alla manifestazione (ipotesi che al momento non ha avuto riscontri), l’edizione appena conclusa rappresenterà il canto del cigno della più importante gara rallystica che si tiene sul suolo sardo ed in Italia. Un vero e proprio colpo allo stomaco per gli appassionati proprio nell’anno in cui questa manifestazione è stata elogiata da tutti, addetti ai lavori e non, soprattutto per gli scenari fantastici nei quali i piloti e i tifosi si sono trovati: dall’ormai classico “Micky’s Jump” sulla Monte Lerno alla cinematografica Power Stage sul lungomare. Una storia lunga 13 stagioni, cominciata nel 2004 con la vittoria di Petter Solberg e destinata a chiudersi in questo 2016 dopo il successo di Thierry Neuville.
COPERTURA E RITORNO MEDIATICO – Sostanzialmente è questo che muove gli equilibri a nostro modo di vedere. Sappiamo quanto a livello mediatico la Formula Uno rappresenti un prodotto più “televisivo” rispetto ai rally. Se aggiungiamo anche che il nostro sport dopo gli anni d’oro a cavallo tra il 1980 ed il 1990 non abbia più un forte appeal nel Bel Paese (soprattutto il calo di interesse del pubblico “generalista” dopo la dismissione della mitica squadra Lancia Martini e per la mancanza di talenti nostrani nel mondiale, almeno fino ad oggi) è facile giustificare la direzione presa dai vertici Aci Sport. Oltrettuto l’incredibile traino offerto dalla Scuderia Ferrari, il fascino e la storia del circuito di Monza stesso ed il podio brianzolo a “vista” sul pubblico sono alcuni dei cavalli vincenti che hanno mosso gli equilibri verso una preferenza ad investire sulla Formula 1.
GLI SCENARI FUTURI PER IL RALLY D’ITALIA – Sicuramente a Settembre con la stesura del primo calendario WRC 2017 sapremo meglio se le parole di Sticchi Damiani corrispondono a verità o meno. Il Presidente ha assicurato che l’Italia sarà certamente presente con la sua tappa mondiale abbandonando l’isola sarda per spostarsi in centro, probabilmente in Toscana-Umbria-Marche. Escluso decisamente un ritorno alle origini sugli asfalti sanremesi, mentre c’è da tenere in considerazione anche la (remota) possibilità di non avere un evento nel prossimo calendario e negli anni a venire, soprattutto se non ci sarà coesione tra gli enti amministrativi che dovranno accollarsi l’onere e l’onore dell’organizzazione di una manifestazione così importante. Considerando inoltre la spinta per entrare nel WRC di nuovi paesi emergenti, si tratta di un’opzione che, putroppo, non possiamo escludere.
Ora lasciamo la parola al Vostro pensiero: Dove vorreste che si tenesse la tappa italiana del WRC 2017?