L’eterna lotta tra la potenza e l’agilità. Da una parte i cavalli motore, la trazione, la coppia, dall’altra l’immediatezza della risposta, le dimensioni ridotte, il livello di aderenza prodotto in curva. E’ finita uno a zero per l’agilità, almeno a giudicare dal risultato del Nido dell’Aquila 2014, svolto a Nocera Umbra nel weekend del 4 e 5 ottobre. Sui 9km sterrati che separano la valle ai piedi del Monte Pennino dalla sua vetta, il gradino più alto del podio ha sorriso ad una WRC turbo, la Ford Fiesta del vicentino Mauro Spagolla, coadiuvato alle note da Justin Bardini. Auto moderna certo, ma leggermente in debito di cavalleria rispetto alle WRC 2.0 aspirate che avrebbero dovuto dettare leggere su un tratto di strada composto di tornanti lunghi ed allunghi quasi anomali per un rally, specialmente italiano. Ma niente e nessuno ha spaventato Spagolla, portacolori della scuderia Delta Rally, che ha così messo il primo sigillo sul campionato Race Day Ronde Terra, atteso ad una prossima, ennesima, spettacolare prova in quel di Radicofani con il Ronde della Val d’Orcia.

Il primatista del Nido 2014 è partito guardingo durante la prima tornata di gara, appannaggio della Subaru Impreza del finlandese Teemu Arminen, ma già dal secondo passaggio ha iniziato a fare sul serio con il primo posto assoluto nella PS2 e nella PS3. Con coraggio è determinazione ha poi saputo contenere quanto basta i rivali nell’ultima manche di gara, segnando un rassicurante quarto posto nella generale, a due secondi e mezzo dal vincitore della prova Luca Bertin, autore anche del tempo record di 5’21.4. Proprio Luca Bertin, navigato da Giuseppe Zamboni, a bordo di una Citroen C4, ha rappresentato una seria minaccia per Spagolla durante tutto l’arco di gara, arrivando a contendere a quest’ultimo la leadership assoluta per poi accontentarsi di un eccellente secondo posto a soli tre secondi e quattro decimi dalla vetta della generale. Terzo tempo di gara per un’altrettanto ammirevole Francesco Fanari, pilota di Spello e grande conoscitore delle strade marchigiane. Anche per lui una gara giocata sempre su distacchi minimi che gli hanno fruttato una medaglia di bronzo ed il primato tra le vetture di gruppo N. L’umbro, su Mitsubishi Lancer Evo IX, è riuscito a contenere gli attacchi di Arminen, quarto a quasi due secondi dal podio, molto soddisfatto della prestazione che gli ha consentito di togliersi la ruggine accumulata in due anni di stop.

Si piazza quinto Luciano Cobbe a bordo della prima Ford Focus WRC, dopo una rimonta che lo ha visto superare il rivale Giuseppe Grossi, primo di gruppo R, alla fine dell’ultimo passaggio sul Pennino. Alle prese con le “misure” della Peugeot 208 T16, Mauro Trentin chiude settimo; una prestazione in crescendo per il trevigiano che ha cercato di “cucirsi addosso” la nuova belva del Leone dovendo, al contempo, “spazzare” la terra per i colleghi all’inizio delle ostilità. Lo ha seguito nella fase di apprendistato il savonese Maurizio Ferrecchi, a digiuno di strade sterrate da ben undici anni, ottavo all’arrivo con la Ford Focus WRC, a sua volta seguito da un altro “domatore di leoni”, lo svizzero Federico Della Casa, al debutto sulla 208 T16. Chiude la top ten Andrea Succi, con alle note Giancarla Guzzi, nell’abitacolo di una Mitsubishi Lancer IX di classe N4. Tra le vetture a due ruote motrici svetta il veneto Tullio Versace, in bagarre con Elia Chiaruzzi fino a quando questi non ha dovuto parcheggiare la propria Renault Clio R3C causa rottura dell’idroguida.

 

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