E’ arrivato finalmente a splendere il sole, sulla “Dakar” di Michele e Pietro Cinotto. Ieri, con la terza tappa della maratona sudamericana, entrambi gli equipaggi hanno ripreso fiducia, correndo senza particolari problematiche tecniche.
Ciò ha consentito a Pietro di rimettersi in forte evidenza nella categoria di appartenenza, finendo la tappa in quarta posizione e 50° assoluto. Un brivido ha attraversato la schiena sua e del navigatore Dominella quando in un tratto veloce si è aperto il cofano motore rischiando di farli uscire di strada. Hanno tenuto la mente fredda ed hanno poi risolto il problema in soli 15 minuti.
Michele, con Zini sul sedile di destra, partendo in posizione molto arretrata per via del ritardo accumulato con la seconda giornata, ha dovuto liberarsi spesso dal “traffico” generato dai camion in gara, rimanendo anche insabbiato nel famoso “fesh-fesh”. Michele ha guidato comunque bene, con estrema attenzione in quanto era necessario seguire i solchi scavati dai camion stessi.
“La Dea Bendata ancora non ci vuole accarezzare scherza Pietro Cinotto ma noi non si molla! Siamo andati bene, abbiamo corso forte e nel frattempo preservato la meccanica della Toyota. Abbiamo comunque visto che ce la possiamo giocare. E’ ancora molto lunga, ma teniamo duro, vogliamo arrivare a Valparaiso, abbiamo un appuntamento con . . . la bandiera a scacchi!”.
“Anche oggi è stata dura commenta Michele Cinotto abbiamo dovuto guidare tra il tanto traffico dei camion, ci doveva fare molta attenzione. Comunque, a parte un insabbiamento direi che siamo andati bene. E’ ancora lunga . . . e le sensazioni sono comunque davvero uniche!”.
Con 657 km di sezione selettiva, la quarta tappa di oggi, da San Juan a Chilecito rappresenta la speciale più lunga degli ultimi anni: infatti, dalla storica tappa del 2005 da Zouerat a Tichit non si correva un tratto competitivo cosi lungo. Di fondamentale importanza sarà la capacità degli equipaggi di tenere sempre la concentrazione alta ed un ritmo costante per tutto il percorso, che sarà caratterizzato da passaggi in canyon stretti, attraversamenti di fiumi e terreni estremamente ampi dove sarà difficile mantenere il contatto visivo con i compagni di squadra. Una volta giunti al bivacco, sarà importante recuperare le energie per la tappa successiva che misurerà una speciale di 527 km con la sabbia come protagonista principale: sono queste le tappe chiave della prima settimana della Dakar 2014