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I tifosi e il web uniti per salvare il Rally d’Italia Sardegna

E’ ufficialmente iniziata la mobilitazione per salvare il Rally d’Italia che dalla prossima stagione rischia di scomparire dal calendario della serie iridata. Tecnici, addetti ai lavori e semplici appassionati si sono ritrovati sul web e sui vari social network per sensibilizzare gli enti locali e nazionali a riconfermare la gara in Sardegna, dove si è appena celebrato il decimo anniversario della gara valida per il Mondiale Rally. Abbiamo incontrato Matteo Deriu, uno dei promotori della pagina Facebook “Il Mondiale Rally deve restare in Sardegna” e responsabile dei social network per la gara sarda.

“La pagina è nata con il contributo di due amici nonché grandi appassionati di rally, Tommaso Todesco e Giuseppe Pirisinu e successivamente altri ragazzi come me, Giuseppe Depalmas, Claudio Pilia, Andrea Addis, Mirko Zidda abbiamo sposato l’idea per cercare di mantenere in Sardegna una gara che, per tutto il turismo, è un volano economico in periodi di bassa stagione. Ad oggi contiamo quasi 2’900 iscritti sulla pagina, e tra questi abbiamo anche vari piloti del Mondiale.

Nella pagina ci sono diversi articoli molto interessanti e diverse proposte concrete, dove si parla di cifre molto importanti per l’indotto turistico. Come avete ottenuto questi parametri e sono reali?

Si, se contiamo che tra camere di alberghi e Bed & Breakfast occupati dai vari team, equipaggi, meccanici, addetti stampa e appassionati sono stati occupati oltre 10’000 posti letto con un introito di oltre 6 milioni di euro. Numeri ai quali vanno aggiunti le importanti ricadute pubblicitarie e di immagine del territorio, oltre le dirette in Italia (Rai Sport, Mediaset, SportItalia, Canale Italia) la gara è stata vista in tutto il mondo, dalla Germania (Sport1), alla Finlandia (MTV3), fino ad raggiungere Asia e America grazie a Fox Sport.

Secondo te, perché l’Italia rischia di perdere un evento così importante?

La situazione economica della Sardegna in questo momento è drammatica, la Regione deve affrontare alcuni problemi. Ci sono alcune aziende (Alcoa e Legler su tutte) che rischiano di chiudere, quindi ci sarebbe una grossa perdita di posti di lavoro. In alcuni Paesi emergenti, come la Polonia, l’effetto “Kubica” ha convinto la LOTOS ( ente petrolifero nazionale) a investire denaro per portare il Mondiale Rally nella nazione. In Italia ad oggi manca totalmente la cultura del “motorsport”, a parte la Formula 1 e la Ferrari. La “Toro Rosso” (scuderia faentina) ha molti più tifosi oltre alpe che in Italia. In termini rallystici, manca da tempo un pilota che possa accendere le folle e i tifosi, e con essi gli sponsor, l’ultimo in ordine cronologico è stato Gigi Galli. Altro esempio, citato dal miei colleghi di “battaglia” Giuseppe Pirisinu e Claudio Pilia è l’esempio della Formula 3, in GB è un campionato che gode in salute, con autodromi sempre pieni e un plateu di piloti al via importantissimo, mentre in Italia nonostante biglietti omaggio, le tribune erano sempre deserte è il campionato è morto.

Avete provato a sentire qualche pilota per avere eventuali riscontri positivi?

R) Si, certo!! Grandi nomi come Mikko Hirvonen, Jari-Matti Latvala ed Eygeny Novikov hanno descritto la nostra gara come una delle più belle del mondiale. Abbiamo notato che anche i “privati” del WRC2 e del WRC3, nonché tanti italiani che hanno corso la gara ci stanno aiutando. Da Ala’a Rasheed, Christian Riedemann, il team Ascania, e i nostri piloti dai locali Giuseppe Dettori a Davide Catania a Mauro Spagolla. A loro diciamo grazie, per far arrivare lontano la nostra voce.

Avete in mente di fissare un tavolo tecnico, di incontrare le istituzioni?

In questo momento l’obiettivo principale è quello di far capire ad istituzioni, stampa e a tutti che l’evento del Mondiale Rally, è il secondo evento motoristico in termine d’importanza dopo il GP di Monza in F1. Assieme a questo, l’idea del tavolo tecnico c’è, il nostro obbiettivo è quello di aiutare e collaborare con gli organizzatori per far crescere l’evento sempre di più, coinvolgendo albergatori, commercianti, ristoratori nel creare un gruppo di lavoro unito che possa offrire pacchetti e promozioni per gli spettatori che giungono ad assistere alla gara. Con maggiore scelta di offerte, si potrebbero creare maggiori entrate da investire successivamente in iniziative atte a far crescere l’evento, in maniera tale che se la Regione volesse uscire, i fondi per la gara sarebbero garantite da coperture private. Oltre questo serve tanto altro, per attirare anche i non appassionati almeno nelle aeree service, da concerti, a lotterie ecc..ecc…bisogna crescere senza avere paura di “copiare” da altre manifestazioni e da altre gare le idee migliori, trasformandole in idee attuabili alla gara.

Luca Piana

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Luca Piana

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