Andreucci è uno di quei piloti che oltre a lasciare il segno sul campo, vincono con l’obiettivo di porsi sul pulpito dei campioni, che sfida anche il regolare corso del CIR. E’ stata questa l’intenzione o provocazione di Peugeot, chiudere un percorso di lavoro con una cerimonia, un “vestito” per le grandi occasioni ed un pilota, infine, eccellente, naturalmente simbolo dei numerosi “atti” di un film vincente. E’ questa la foto del Costa Smeralda 2013, un rally a metà fra luce ed ombra. Indubbiamente, ad essere premiato, è lo scenario e la qualità delle prove, solo sei ma secche e decisive, ereditate dal WRC in buone condizioni, dove comunque, a prescindere, viene premiato il talento più cristallino. Le PS sono dunque tecniche e selettive, degne di una compresenza prestigiosa verso cui l’elenco iscritti è stato certamente poco generoso: solo tredici arrivi e sei S2000 partite, di cui tre appartenenti al CIR. Un bilancio disastroso, del resto riflesso di un crollo sempre più verticale. I tentativi di scongiurarlo sono falliti e la serie si avvia verso una fase decisamente meno turbolenta, contrassegnata da una minore incertezza sull’esito finale: dal Ciocco al Costa Smeralda, fra spettacolo e appuntamenti d’eccellenza, fra speranze e rassegnazioni. Con una metafora sfumata di mitologia, si è aperto un Vaso di Pandora nella tempesta, con la chiara impossibilità di chiudere quel vaso causa scatenante di una vera calamità nostrana. La cornice non può che rappresentare la memoria, nel weekend in cui il motorsport dovrebbe condividere il ricordo della decennale scomparsa di Loris Roggia, per ripartire e non dimenticare che, nonostante le lecite difficoltà degli organizzatori, la sicurezza rimane un valore fondante dello sport.
CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI
Paolo Andreucci 10
Le parole per Andreucci, ormai, si esauriscono. La firma sul Costa Smeralda è autorevole, perché prima di tutto riparte, dopo una primavera da “factotum”, con la stessa grinta del 2012 e la stoffa dello stesso campione. La polivalenza, la versatilità nonché la flessibilità sono le ricette note che fanno di Andreucci la punta del rallismo nostrano: questa è una storia già nota. Impressiona tuttavia come il toscano sia vicino in campionato a Scandola e come la forma, ma anche la sostanza, sia rimasta immutata, se non perfezionata da un insolito percorso con la 208 R2. E’ la storia, in altro modo di una crescita a tutto campo e del culmine raggiunto con la celebrazione che del resto ha il dono della sintesi più efficace: non è altro che il riflesso dei quattro titoli raggiunti con Citroen. Una sorta di “deus ex machina” per un evento a due volti, fra l’importanza dell’evento e la pochezza del duello in prova speciale o se si preferisce, uno sfizio per un cavallo di razza, per poter procedere a briglie sciolte. Un triangolo perfetto, costituito da sterrato sardo, l’auto di sempre e il pilota migliore. La supremazia del nuovo Cerrato non è mai stata così ben saldata. SUPREMAZIA DA EPOPEA
Umberto Scandola 8
Perde la sfida con Andreucci, un affronto “storico” negli ultimi anni del CIR, ma ciò non può negare al veronese una prestazione ancora positiva e assolutamente funzionale in materia di campionato, una partita che va risolta con l’arte della regolarità e della costanza, senza strafare e dunque, per mezzo dell’equilibrio: flash di un Costa Smeralda in cui Scandola ha “tenuto botta”, ha rintracciato un passo gara molto incisivo e lineare, cogliendo anche un successo di prova. Una combinazione fra una gara di scoperta, per verificare gli effettivi progressi, ma anche un’altra casella segnata a proprio favore nel contesto complessivo del CIR. Del resto “Caput imperare, non pedes”, comanda la testa, non i piedi. Maturati questi progressi, con un ritardo importante ma non abissale, Scandola può ripartire con ottimismo, conscio di aver portato fieno in cascina e di aver maturato progressi interessanti. TREND POSITIVO
Alessandro Perico 7
L’arte dello sterrato, come quella dell’asfalto, sono discipline d’élite e in quanto a piloti, producono scuole assai differenti e divergenti, anche nel pensiero. La terra, notoriamente il primo avversario del bresciano, non ha punti di tangenza con il pilota e dunque, il distacco, che d’altronde è un po’ il modello di questo Costa Smeralda con distacchi da Rally Dakar, ha le sembianze di un viaggio travagliato, dei nostoi epici riversati nel ginepraio sardo. Una specie di tenaglia che ha avvolto gran parte dei concorrenti, alle prese con le asperità delle prove, davvero dure da affrontare, nel contesto di una rincorsa di Perico destinata anche a verificare i propri limiti su terra, purtroppo superati nel corso della “Monti di Alà”, nella quale ha patito una foratura. Con spirito e la scienza del “fare”, dell’improvvisazione, si apprezza particolarmente l’ottavo posto finale simbolo di impegno e volontà, per mezzo di una rimonta affannata ma in fin dei conti utile, essendo valevole come terzo posto per il CIR.
CLASSIFICA TRT
Valter Pierangioli 8
L’irriducibile Pierangioli, dopo un anno di attacchi e colpi di coda alla classifica TRT, ci riprova, combatte con coraggio e tenacia, nonostante le ovvie difficoltà presentate dal percorso. Eppure, lottando con grandi personaggi della serie, in una gallerie così variegata, il pilota alla guida della Mitsubishi ha resistito, rispondendo a Ricci, Manfrinato, ma anche Costenaro e Tonso che dispongono di vetture più agili, quali le S2000. Forse non è ancora al top della prestazione e non ha raggiunto quei picchi prestazionali per mostrare un’effettiva superiorità personale sul passo, ma la consistenza è certamente emersa, specie sul piano della regolarità, in un contesto di condivisa confusione, fra forature ed incidenti.
Nicola Marchioro 8
Fra i più costanti si può certamente evidenziare Nicola Marchioro, promettente giovane Under 23, che è spuntato, dopo un apprendistato fra le Ronde nazionali, in una gara di prestigio, di valore, dove il piede conta ed anche l’audacia. E considerando che in Italia la scuola su terra vacilla, bisogna assolutamente blindare questi talenti, perché partire con un bagaglio limitato di esperienze alla partenza ed arrivare al traguardo con un secondo posto TRT maturato con la giusta dose di ardore –senza sforare i limiti- è un prodotto davvero buono, con tutta la prudenza che il caso richiede. Con l’augurio che tale performance venga pescata e percepita. PERFORMANCE ESEMPLARE
Giacomo Costenaro 6/7
La grande beffa del giovane Costenaro consiste nell’aver perso quella leadership tanto cara e attesa, nonostante il secondo podio nella serie, utile ed importante, nel corso della PS 5; l’incoraggiante andamento, finalmente al top, è stato insufficiente proprio in virtù di una foratura “da mettere nel conto”. Un conto che, ad ogni modo, non è così severo, poiché garantisce il secondo posto nella classifica e la consapevolezza di essere ben inserito nella sfida per un titolo bollente, per una corsa a quattro.
Fabio Gianfico e Luigi Ricci 7½
Decisamente fra i meno fortunati risultano i due veterani del Produzione, due fiori all’occhiello della galleria piloti nazionale; il primo, ex vincitore del trofeo Produzione CIR, ha patito una foratura nel corso della prima prova, mentre il secondo addirittura ha subito un guasto meccanico, dopo una prima rimonta seguita, inoltre, ad una foratura ulteriore. Un quadro, come già diverse volte sottolineato, di marcato disordine che ha favorito dunque lo spuntare di piloti differenti: nondimeno, Ricci e Tonso (s.v.) sono apparsi, in prima parte, i più tonici, seguiti appunto dal vincitore Pierangioli. Due rally abbastanza duri, San Marino e Puglia-Lucania attendono i piloti, con il driver della Subaru leggermente favorito su tutti gli altri, ma attenzione a Gianfico, brioso e mai incolore.
Massimiliano Tonso e Giovanni Manfrinato s.v.
DENTRO IL RALLY- L’ANALISI
Rally Costa Smeralda 7½
Il voto è una media alquanto complessa di differenti e abbastanza contrapposti fattori, dalla razionalizzazione dei trasferimenti ottimale, alle infrastrutture nonché alla preparazione del percorso più elevata, in virtù della concomitanza con il WRC. Una preziosa opportunità che ha garantito pubblico numeroso e spettacolo con molti se e ma. E’ innegabile il CIR si sta avvitando e creando un vortice da cui è sempre più difficile uscire, troppo fragile l’elenco iscritti per una gara così dura. La sfida nel TRT è abbastanza animata, c’è un confronto serrato nel campionato, benché non esteso ad un parco piloti ampio. Andreucci e Scandola, due punte, poi il vuoto, un vortice che testimonia, dunque, le innumerevoli difficoltà del campionato nostrano Per l’ennesima volta, raccontiamo una gara a due facce.
Pilota del Rally Costa Smeralda: Nicola Marchioro
Andiamo controcorrente e indichiamo un nome abbastanza in ombra nel contenitore del rally sardo: non fra quelli che spuntano in primo piano, ovvero i più popolari, blasonati, bensì un pilota più originale in quanto ad estrazione, Marchioro. Forse appare abbastanza semplicistico e superficiale attribuire ad una prestazione particolarmente positiva un valore eccessivo, ma noi ribattiamo che si tratta di una performance maturata non solo coniugando sapientemente accortezza e passo gara, ma anche che è il frutto di una prova di carattere e personalità, essendosi sviluppata dopo un passato nelle Ronde. E perché no, dopo Bresolin, potrebbe essere un’arma da lanciare all’estero, chiaramente solo in seguito ad una più articolata crescita…