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Si è chiuso, con la gara del Belgio, il primo terzo del campionato FIA GT. Una serie, come abbiamo ricordato nel precedente appuntamento, la cui caratteristica da quest’anno è la brevità, a causa dell’indisponibilità di alcuni team a partecipare attivamente ad un campionato dispendioso ed estenuante.
E’ pertanto a Zolder, storico circuito belga, che si chiude il primo anello di un GT ancora mescolato e lontano dal raggiungere un favorito. E’ in questo scenario che si è profilata la sorpresa Kox-Rosina, a partire dalla qualifica, la coppia già protagonista in passato di ottimi risultati con la Lamborghini, ripresentatasi con Reiter Racing, storici componenti della serie.
Noi, però, ci occuperemo solo dell’aspetto riguardante strettamente la performance di Loeb, nell’evoluzione di un pilota di rally su pista: un ciclo inverso, ad esempio, in confronto a quello di Raikkonen. Sarà, in seguito, oggetto di interessante analisi. Come detto, in testa il sabato la Lamborghini, seguita propria dal francese in coppia con Alvaro Parente. Più indietro le Audi dello squadrone del Belgio, favorito sulla carta da una vettura molto equilibrata. Forte di piloti dall’esperienza ben rinsaldata, il Sebastian Loeb Racing Team ha completato la propria squadra di attacco in quarta posizione, in seguito alla penalizzazione dello stesso Loeb, i cui tempi sono stati annullati nella qualifica a causa di una pressione del turbo irregolare, compromettendo, seguendo il cosiddetto “effetto farfalla” l’intero weekend, come vedremo.
Per chi non lo sapesse, le vetture GT3, sono abbastanza facili nella guida e, la presenza dell’ABS, oltre che di una potenza del propulsore neppure paragonabile a quella espressa di una GT1, implicano una complessiva fluidità in percorrenza di curva. Il che, a sua volta, è sinonimo di precisione e pulizia di guida. Il sorpasso non è affatto un’operazione semplice, neppure in piste di un certo spessore come Zolder. Pertanto, partire dal fondo della griglia, ha innescato nel duo franco-portoghese la necessità di riportarsi avanti con incisività e caparbietà.
Se in testa alla gara, è stato un gioco di nervi fra Audi e Lamborghini, con il prevalere della prima, dal fondo dello schieramento è emersa energicamente la livrea della McLaren blu/bianco, che si è infilata in modo fulmineo nelle prime dieci posizioni nella Qualifying Race. Parente, tuttavia, pur essendo veterano della serie, ha pagato a caro prezzo la riscossa, “bussando” violentemente sul posteriore della BMW di Cacà Bueno. Dopo aver subito un drive through, scontato da Loeb, è stato deciso il ritiro anticipato. Quarta la coppia Zuber-Parisy.
In testa al primo turno invece, il binomio Ortelli-Vanthoor su Audi, che ha approfittato di una sbavatura di Stefan Rosina, su Lamborghini. Segue l’osservazione del belga:
“Andavo meglio in frenata, ma la Lambo accelerava più in fretta ogni volta, quindi era difficile passare”. “Allora ho provato a mettergli pressione e per mia fortuna ha sbagliato.”
Acuta osservazione di un altrettanto lungimirante pilota, il cui successo ha seguito un percorso di maturazione progressivo, portando al momento giusto l’attacco nei confronti dell’avversario, con stile e pulizia.
Valutazione sostanzialmente ribaltata nella “Championship Race”, nella quale, la Lamborghini ha resistito con ardore alle aggressioni delle Audi. Terzi Stippler-Sandstrom, quarti ancora Parisy-Zuber, particolarmente regolari in quest’occasione, ma poco penetranti nell’attacco.
Si chiude invece la disfatta, la Caporetto per Loeb-Parente –tredicesimi- lontani dal vertice, condizione originata dalla bagarre iniziale, tipica del resto delle vetture a ruote coperte, nella forma “muscolare”.
Raccogliendo i frutti, Loeb può dirsi insoddisfatto, poiché a fronte di un potenziale sufficientemente buono per collocarsi in zona podio è corrisposto un collocamento dal leader della classifica quantificabile in 29 lunghezze di distacco. Il prototipo del campione universale si è rivelato già in occasione di Nogaro, ma deve tuttora raffinarsi, adattarsi ad uno scenario sportivo/motoristico totalmente differente da quello del WRC, in cui prevalgono anche altre doti. Il tatto morbido, la cura, la precisione, sono qualità esportata dal francese nella serie, la quale, comunque, trova nella sintonia della coppia e nella freddezza nei frangenti determinanti, le sue chiavi di volta. Se la correlazione fra i punti ottenuti e la competitività in gara resta il problema centrale, è tuttora indiscutibile il magistrale ingresso nella serie del nove volte iridato.
Prossimo tappa il circuito di Zandvoort, nei Paesi Bassi, il 7 luglio.