Seppur non priva di insidie, la tappa di oggi, ha riservato qualche sorpresa di troppo. Avevamo già anticipato questa possibilità ieri, ma i danni sono stati decisamente sproporzionati: siamo entrati decisamente nel vivo dell’azione, mentre in origine, questa doveva essere una tappa di “rodaggio”, per entrare in sintonia con la gara.
Partiamo con ordine: i due ruote motrici, come si suol dire, scattano “a razzo”, accumulando già un piccolo vantaggio sugli inseguitori, con Chicherit, Sainz e Al Attiyah racchiusi in appena tre secondi. In seguito, sono emerse già le prime insidie per questi ultimi, che hanno commesso un errore nella navigazione, mostrando però ottime capacità di reazione: si considerino, infatti, i quattro minuti recuperati dai due compagni di squadra. Il francese, invece, è stato vittima di una foratura. Fra i 2WD si salva solo Chabot, terzo assoluto. Per quanto concerne invece i 4×4 è la giornata del riscatto per Peterhansel, vincitore di tappa e nuovo leader, accorto in partenza, a briglie sciolte nella seconda fase del percorso, lungo il quale ha accumulato circa due minuti su De Villiers, anche egli in grande spolvero. Per dare una dimensione alla particolare classifica, si consideri che Orlando Terranova sull’ormai obsoleto BMW X3 ha raggiunto la quarta posizione, davanti a importanti nomi, quali Novistkiy, Al Attiyah, Alvarez, Holowczcy e Sousa. In fortissimo ritardo Nani Roma, quindicesimo a venticinque minuti, ventinovesimo Gordon a cinquanta minuti. Il gap, per questi partecipanti, è particolarmente pesante e sarà un grande ostacolo per una rimonta efficace, accorta ma anche aggressiva.
Passiamo alla categoria “trucks”, che in quanto a vittime eccellenti, ne ha procurate diverse, in qualche caso da KO quasi totale. Vince De Rooy, che pur ha ammesso di aver avuto qualche problema nella navigazione, con appena due minuti di vantaggio sul ceco Loprais, diventato, almeno temporaneamente, il più pericoloso avversario: il suo Tatra 815 è considerato, nonostante l’età, uno dei mezzi più efficaci sulla sabbia soffice. Segue il connazionale Biasion che conquista il podio virtuale ma non convince pienamente: sono undici i minuti di ritardo dal compagno di squadra, evidentemente deve trovare ancora completamente il feeling con il nuovo copilota, Umberto Fiori e con il Trakker, il quale ha subito delle modifiche dal 2012. Nel finale ha recuperato con un passo gara molto interessante, quindi domani potrà ripartire con più certezze. Quarto il ceco Kolomy, quinto Nikolaev con il Kamaz ufficiale, a venti minuti, dopo aver inseguito a breve distanza l’Iveco di De Rooy. In virtù di prestazioni molto positive, è tuttora un avversario molto insidioso, così come Hans Stacey, unico driver capace di sopravanzare De Rooy, ma un problema non ancora definito è stata la causa di un crollo in settima posizione. I nomi dei partecipanti vicini al KO, sono Mardeev, Van Vliet e Karginov: sebbene la Dakar riservi sempre colpi di scena, è difficile ipotizzare una rimonta di oltre un’ora di distacco, valutando il ritmo gara tenuto dal gruppo di testa.
La tappa di domani, la Pisco-Nazca, sarà ancor più densa di novità ed emozioni: elemento centrale saranno ancora una volta le dune, le quali, nel tratto centrale, saranno ripide, per usare un eufemismo. Il percorso cronometrato si estenderà per 243 km. Siamo solo alle premesse del rally, dunque le carte non sono state messe ancora in tavola: da doamni, emergeranno i primi dettagli di uno scenario assai confuso e incerto.