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L’Editoriale del Rally Argentina 2012:
Essendo giunti al termine del quinto appuntamento del WRC, è il momento di tirare delle somme, per analizzare un WRC a due volti: incerto sul piano meteo, infatti il Rally Argentina è la seconda gara consecutiva condotta in condizioni precarie. Ben più chiara per quel che concerne la classifica, che vede Loeb in testa, con ambizioni di fuga. Parola forse inadatta al rally, visto che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ma dall’altro canto, il pilota francese ci ha abituati ad assistere a questa “tattica”. E’ giusto tuttavia sottolineare che rally lunghi, imprevedibili mettano in risalto un driver come Ostberg, competitivo sui fondi viscidi.
Chi riesce a gestire meglio un weekend, senza commettere sbavature, viene successivamente premiato. Ecco che, piloti cresciuti dopo anni di, lasciatemi utilizzare un’espressione forse eccessiva, follie, hanno trovato nella stagione 2012 la loro “esplosione”. Giunge anche in questa settimana una notizia piuttosto importante, il campionato mondiale rally ha perso l’appoggio di Nokia: un contratto durato poco e ciò contribuisce certamente all’indebolimento della serie. Tuttavia, Jarmo Mahonen, presidente della Commissione WRC, assicura sul fatto che ben presto la serie formerà una nuova partnership, la quale dovrebbe essere annunciata il 15 giugno.
Le buone intenzioni c’erano, poteva nascere una buona piattaforma di collaborazione, ma mantengo dello scetticismo. Il WRC ringrazia la copertura locale, fino ad ora positiva, specialmente per quel che concerne il Portogallo, ma fino a quando? Chi ha letto i miei precedenti editoriali, si ricorderà che parlavo del 2012 come periodo di transizione. Viste le news sempre più fitte sull’ingresso di Hyundai e sull’interesse di Toyota al mondiale, questa “teoria” può considerarsi valida. Infatti, nonostante il 2012, che nel suo insieme, è negativo, sotto diversi profili, a partire in primissimo luogo da quello economico, il WRC si avvia ad un miglioramento, ad una fase più stabile. Un pizzico di ottimismo è dovuto, il 2013 potrebbe vedere quattro o cinque squadre ufficiali.
E’ l’ingrediente necessario per raggiungere l’obiettivo primario del campionato, lo spettacolo, che quest’anno viene meno per diverse ragioni, fra le quali appunto ricordiamo l’assenza di verà competitività. L’anno scorso le gare erano più al limite, vista anche la lunghezza minore, composte più sull’aspetto della velocità pura. Mancano nomi importanti, come quello di Ogier, mentro la partecipazione di Sordo è saltuaria. L’ingresso di Volkswagen ed il possibile ritorno di Mini, dopo le “grane” economiche sono lo standard minimo. Perchè se non ci sono investimenti economici da parte dei team, non c’è neppure interesse nell’avviare un ciclo economico più corposo. Diciamo quindi, che la copertura televisiva è una variabile dipendente, che ha assolutamente bisogno di riscuotere un determinato pubblico. E viceversa, condizione sufficiente e necessaria, le case automobilistiche a loro volta richiedono maggiore visibilità. Ecco che parliamo di una catena, di un moto che si deve avviare, per poter dare il via ad un processo. Il regolamento tecnico è il pilastro del campionato ed i risultati si commentano da soli.
Da questo punto di vista, la FIA ha prodotto un buon, se non ottimo modello. Insomma, far crescere il WRC è possibile, specialmente se lo confrontiamo ad altre serie di punta come il WTCC e la F1, chiusi, legati ed intrecciati in polemiche sterili, prive di alcun significato. E se per il turismo ci sono speranze, grazie ad un regolamento in crescita, per la categoria regina la situazione è ben peggiore. Dal 2009 è vittima di scandali tecnici, che si susseguono uno dietro l’altro. Pur non volendo descrivere la situazione della Formula 1 con una sfumatura di parte, anzi, nessuno nega la qualità dello sport automobilistico più noto, è altrettanto evidente che case europee e in particolar modo tedesche, non hanno alcuno stimolo nella F1. Gli ingressi di Volkswagen, BMW nel WRC sono solo un esempio. Tema dibattuto è anche il calendario del mondiale rally, che ha naturalmente una rilevanza nel contribuire ad una maggiore visibilità. A questo punto, rimane solo l’attesa. Il WRC è “in bilico” fra la caduta ed un ampio passo in avanti di qualità.