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Le notizie diffuse nei giorni scorsi sulla stampa nazionale e sul web circa la squalifica di Massimiliano Rendina da parte del CONI – resa pubblica con un comunicato del 27 aprile scorso – risultano incomplete e quindi difformi dalla realtà dei fatti. In ragione di questo, il presente comunicato stampa, ha lo scopo di chiarire la vicenda nella sua interezza, per la tutela dell’immagine personale – come uomo e come sportivo praticante – di Massimiliano Rendina e di tutte le persone a lui riconducibili.
Si porta a conoscenza che il giorno 27 aprile scorso lo stesso Rendina ha ricevuto dal CONI la notifica della sanzione della squalifica per 15 mesi a decorrere dalla stessa data in quanto responsabile dell’addebito ascrittogli, visti gli artt. 10.4 e 2.1 del Codice WADA. Lo stesso giorno, tramite il proprio rappresentante legale, Rendina, in forza all’articolo 700 del Codice di Procedura Civile, ha presentato ricorso d’urgenza al Tribunale Nazionale d’Appello in Roma avverso alla condanna subìta.
Venerdì 4 maggio, a seguito della dettagliata documentazione medica prodotta, il Tribunale Nazionale d’Appello ha riconosciuto che i farmaci assunti da Rendina – ed oggetto di causa della squalifica – sono appropriati alla patologia in essere di egli stesso. Tali farmaci, infatti, assunti dietro severo controllo medico, sono parte integrante di una dieta dimagrante cui Rendina si è sottoposto da tempo e risultano tra quelli “controllati” e non “vietati” dagli organismi internazionali antidoping.
Altresì, è stato riconosciuto che non sussiste il motivo della recidiva – secondo quanto indicato dal CONI nella sua notifica – per cui sono stati ritenuti futili i motivi che hanno portato alla sospensione della licenza sportiva CSAI di conduttore di Massimiliano Rendina.
L’intero problema è stato generato da una dimenticanza da parte di Massimiliano Rendina stesso nel dover produrre nelle opportune sedi e tempistiche la certificazione medica relativa all’assunzione dei farmaci oggetto della squalifica per esclusivo uso terapeutico.
Il Tribunale Nazionale d’Appello ha quindi deciso la sospensione della sanzione, in attesa di eventuali azioni future degli organi di competenza che potranno eventualmente essere prodotte nei termini di legge di sessanta giorni a far data dal 4 maggio scorso. Trascorso tale termine, la sospensione andrà a cadere annullando la squalifica stessa.
Per questo, Massimiliano Rendina, allo stato attuale, potrà proseguire la propria attività sportiva nel Campionato Italiano Rally “produzione”.
Nella serata di ieri Massimiliano Rendina è stato dimesso dall’Ospedale di Terni ove era stato ricoverato lo scorso fine settimana per un malore, con la diagnosi di una forte infiammazione gastro-intestinale. Si sta sottoponendo alle cure del caso per poter essere al via della terza prova del Campionato Italiano Rally, il Rally dell’Adriatico, previsto per il 18 e 19 aprile prossimi a Cingoli, nelle Marche.