Presso l’hotel “Il Ciocco” giovedì 22 Marzo 2012 si è tenuta come di consueto la cena di presentazione del programma Citroen Racing Italia e la presentazione del Trofeo DS3. Oltre al team Procar al completo, team che per il secondo anno seguirà l’organizzazione del  Trofeo DS3 R3T in Italia, era presente il responsabile Citroen clienti e molti giornalisti conosciuti e non del panorama rallistico.

La cena, come preannunciato nel prologo di ieri, non ha di fatto rivelato grandi novità ma mi ha permesso di cogliere innanzitutto il grande affiatamento che c’è tra Citroen e Procar, concetto ribadito anche dall’equipaggio ufficiale 2012 composto da un’unico equipaggio guidato da Simone Campedelli e navigato da Danilo Fappani, team che si è dimezzato rispetto il 2011 a causa della crisi che sta’ colpendo il settore automobilistico e non solo.

La seconda cosa che è stata ribadita più volte dagli esponenti del team è il chiaro obiettivo di vittoria del CIR Junior pur facendo fronte a un regolamento di assegnazione punti che penalizza le macchine R3T e R3C favorendo le meno potenti R2.

L’ultima cosa che è stata fortemente trasmessa è la volontà di Citroen di voler arrivare ai giovani attraverso offerte competitive, con l’utilizzo da quest’anno dei Social network ( Twitter, Facebook, etc ), non a caso la scelta di riconfermare Simone e Danilo come primi rappresentanti della casa Francese. Non mi resta che fare gli auguri a questo team affiatato e affamato di successi.

Ringrazio ancora una volta Antonio ( admin del nostro sito ) per la grande occasione fornitami, pur essendo stato il più giovane della serata dopo un primo momento in cui mi sono sentito un pesciolino in mezzo a “squali” di rally il clima sereno ha reso l’evento davvero piacevole ed emozionante.

L’intervista con Simone

Ho avuto inoltre modo di intervistare Simone Campedelli che si è mostrato ( non ne dubitavamo ) molto affabile e disponibile come solo i grandi campioni sanno essere:

Rally.it: “Dopo un 2011 vittorioso, come credi di poter portare avanti la tua carriera? Trovi che rifare il CIR con questa vettura possa essere la vetrina giusta oppure il campionato francese, dove Crugnola ha deciso di partecipare e dove Arzeno grazie alle ottime prestazioni sembra già essere riuscito a trovare una vettura per programmi internazionali?”

Simone Campedelli: “Mah penso che da pilota privato si possono fare tante scelte. Io corro per Citroen 7 volte campione del mondo e decidono loro dove farmi correre a me sta’ andare a tutta, se il team ha deciso per l’italiano io devo stare alle loro scelte. Credo che sia fondamentale un rapporto di fiducia, loro credono in me ed io in loro. Io ho avuto la possibilità di correre con un S2000 in Italia ma non l’ho fatto, a volte bisogna anche fare un passettino indietro per poi farne parecchi in avanti

Rally.it: “Cosa ti è mancato per sfondare nel WRC, visto che diversi anni fa (2008) hai partecipato come produzione?””

Simone Campedelli: “Beh sicuramente l’esperienza, ma soprattuto la differenza di budget tra i piloti italiani e stranieri, noi abbiamo vinto 5 ps con il mio team privato Rubicone Corse sempre con le risorse limitatissime, non potevamo cambiare nulla sulla macchina. Li ringrazio sempre perché è stata una grande esperienza, ma ogni volta che osavamo di più potevamo compromettere l’efficienza della macchina perché poi non avevamo i ricambi,tant’è che nelle stagioni prima in Irlanda 2007 e a Cipro 2006 ho fatto un 4° è un 2° in Sardegna. Nel 2008 abbiamo accettato questa sfida, ma la macchina spesso si rompeva e io ho fatto degli errori per provare a stare davanti a piloti più forti di me. In sostanza mi è mancato una buona dose di budget e una spensieratezza da dire vai a tutta che se rompi la macchina c’è nè un’altra.”

Rally.it: “Molti piloti presenti nei campionati internazionali sono spesso privi di un’adeguata gavetta, ma hanno sponsor alle spalle. Pensi che nel rally moderno il talento venga pagato o no?”

Simone Campedelli: “Mah, purtroppo il talento puro non paga e non può portare da nessuna parte, ma questo unito a una buona dose di fortuna e giusta mentalità, non dimentichiamo che dopo 2 gare i piloti italiani si sentono già arrivati. Questi elementi possono portare in alto, io ringrazio sempre la mia famiglia che mi ha permesso di correre, ma sempre con budget limitati. E’ anche vero che dove io e Danilo siamo andati, se non al primo anno al secondo, abbiamo sempre vinto quindi anche se dopo 5 anni abbiamo ricevuto la chiamata ufficiale è comunque arrivata, penso che ci sia un equilibrio da trovare. Per il discorso mondiale solo sei equipaggi sono ufficiali perché non hanno spese e percepiscono un minimo di stipendio se poi molti piloti si sono svenduti, è chiaro che si sono invertiti i ruoli e che il pilota deve avere la valigia e non fa più il pilota. Se tu vuoi fare il mondiale e basta rally serve lo sponsor dietro se invece punti a vincere no, dev’esserci un equilibrio. Una volta tutti erano pagati anche i medi, ma oggi c’è spazio solo per i top.”

Rally.it: “Parlando della Ds3, visto che avete già battuto la concorrenza della casa Renault, in che direzione avete puntato lo sviluppo e quali sono state le principali migliorie?”

Simone Campedelli: “Al moneto la vettura è quella dell’anno scorso, di nuovo ci sono delle piccole protezioni per i freni, degli air-box migliorativi, i vetri in plexiglas col finestrino apribile, ma al momento modifiche sostanziali non ce ne sono.”

Rally.it: “Poco tempo fa hai provato la Peugeot 208 r2, come sono state le sensazioni e a che punto sono con lo sviluppo?”

Simone Campedelli: ( Ride ) “No, allora noi siamo tester di Citroen, proviamo anche macchine del gruppo PSA ma non possiamo ancora svelare nulla perché non è ufficiale…”

Rally.it: “Nel nostro forum discutiamo anche sull’online rally ( RBR o simulatori di guida rally ndr. ) dove molti giovani come Breen e Andrea Crugnola si cimentano. Pensi che possa essere utile, hai intenzione anche tu di iniziare?”

Simone Campedelli: “Posso fare la battuta? E’ utile ma non abbastanza perché abbiamo vinto noi. No dai scherzo. Penso che tutto sia utile, ma è una cosa personale. Provando si può vedere se questo tipo di cose possono migliorarti, di sicuro c’è da dire che nella F1 che è il massimo della ricerca usano il simulatore quindi perché non continuare nello sviluppo di RBR che rimane però un mondo a parte che richiama molti appassionati? Io voglio vederlo ancora un po’ ancora come passatempo più che come un vero allenamento, però sono aperto anche a questa direzione nel caso avvertissi su di me che fosse migliorativa.

Per dirti la difficoltà che ho trovato e che non rispecchia molto la realtà è il discorso delle note, sono molto pressapoco perché a volte fai delle curve, io l’ho provato a Brescia, delle 3 le fai in quarta mentre a volte il contrario. Allora cominci ad usare la memoria e ritorna un gioco arcade, ma la giocabilità resta ottima anche se c’è da modificare la frenata che, a mio parere, ti dia più sensibilità perché sei su un supporto fisso e non riesci a frenare e ti inchioda, quindi anche lì ritorni in una condizione di virtuale. Forse dovrei provarlo su una piattaforma che si muove.”

L’intervista in formato audio

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