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Dal 1986 al 2012, dalla Opel Kadett alla Mini John Cooper Works Wrc, da Capitan Ventosa al Rally Infernale. Da 25 anni protagonista indiscusso tra le strade italiane e d’Europa, ecco i progetti di Piero Longhi per la stagione.
Rally.it: Quali sono i programmi per la stagione 2012?
Piero Longhi: I programmi li stiamo definendo proprio in questi giorni. Stiamo verificando la possibilità di correre con la MINI nel campionato Terra in versione regional Car oppure nel TRA o nel IRC italiano in versione WRC
Rally.it: Quante possibilità (ad oggi) ci sono che Lei partecipi al Cir?
Piero Longhi: Difficilmente riusciremo a partecipare al CIR. E’ probabile però che potremo fare qualche gara o per testare la MINI in versione Regional Car oppure con la Peugeot 207
Rally.it: Come giudica la Mini Wrc e le World Rally Car di ultima generazione?
Piero Longhi: Secondo me stavolta la FIA ha fatto molto bene con questo nuovo regolamento in quanto i costi rispetto alle vecchie WRC sono diminuiti di molto sia per l’acquisto della vettura sia per la gestione. Inoltre le macchine hanno meno potenza ma sono molto agili e divertenti nella guida e secondo me senza elettronica si vede maggiormente l’abilità del pilota.
Rally.it: Da pilota Mini, cosa ne pensa delle vicissitudini del team ufficiale nel mondiale?
Piero Longhi: Be sicuramente è un peccato in quanto David Richard due anni fà o forse più era partito con questo progetto molto interessante sopratutto per BMW. Ha fatto secondo me una bella macchina che oltretutto ad oggi ha anche fatto dei bei risultati, un vero peccato che ora BMW non lo supporta a dovere.
Rally.it: Lo scorso anno avrebbe dovuto debuttare al Rally d’Italia con la Mini ma non fu possibile. Quest’anno cercherà di essere al via della gara, con la Mini Wrc?
Piero Longhi: E si l’anno scorso c’era il progetto di debuttare proprio in questa gara ma poi la vettura non arrivò in tempo. Non sarebbe male cercare di esserci quest’anno ma al momento la vedo dura sopratutto per reperire il budget necessario
Rally.it: La diatriba Sardegna-Sicilia per il Rally d’Italia. Lei cosa ne pensa, ed è felice della scelta dell’Aci?
Piero Longhi: Sono due belle gare anche se molto diverse, certo che la Targa Florio ha una storia incredibile dietro e devo dire che non sarebbe stato male disputare una gara del mondiale. Le strade ci sono e se si vuole si può fare anche un percorso misto. Non sono a conoscenza dei particolari che hanno portato a scegliere di nuovo la Sardegna e quindi non posso giudicare
Rally.it: Lei è grande amico di Valentino Rossi. Il Dottore potrebbe avere un futuro nei rally?
Piero Longhi: La passione di Valentino per i Rally è ormai nota a tutti, secondo me una volta finito con le moto è probabile che voglia fare qualcosa con le macchine. I Rally però sono complicati per il fatto delle note e della conoscenza strade, quindi ci vuole sicuramente del tempo per emergere.
Rally.it: Alcuni anni fa si è parlato di un suo possibile impegno nel Tra. Come giudica questo campionato?
Piero Longhi: Potrebbe interessarmi anche quest’anno, infatti potrebbe essere uno dei campionati appetibili con la Mini, le gare sono belle e spettacolari visto che possono correre le WRC bandite dal campionato Italiano. Il livello dei piloti è alto e quindi non è sicuramente da considerare un campionato minore.
Rally.it: Quest’anno ci sono diversi team e piloti italiani (Bresolin e Basso) che correranno nel campionato mondiali e internazionali. Pensa che il movimento in Italia sia in crescita e Lei un pensierino ai campionati oltreconfine (quello sloveno ad esempio) ce lo fa?
Piero Longhi: La mia esperienza all’estero è stata molto positiva, per il prossimo anno purtroppo non penso riuscirò a fare di nuovo lo Sloveno. Sicuramente se avessi la possibilità di andare a correre all’estero lo farei subito anche per esperienze nuove visto che sono ormai 27 anni che praticamente corro in Italia. Da quello che sò oltre che Basso e Bresolin anche Rossetti correrà in Turchia oltre che nell’europeo, non vorrei però che la situazione Italiana attuale ci costringa a guardare all’estero.
di: Luca Piana e Giulio Bisio