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In copertina,il vincitore nella serie dei camion,Gerard de Rooy.E’ da qui che voglio partire:questa vuole essere un’analisi libera,sui punti focali di quest’ultimo rally raid. Il pilota olandese ha vinto,con quasi un’ora di vantaggio su tutti.E’ stata,per gli italiani,la categoria più appassionante o per meglio dire,gloriosa,con il ritorno di Biasion e la riscossa degli Iveco.
Ed eseguendo qualche calcolo,il due volte campione del mondo rally si trova a sei ore e trenta minuti dalla testa,esattamente il tempo perso nella riparazione della frizione.Non illudiamoci: De Rooy da quel momento ha rinunciato a spingere.Se guardiamo comunque in un’ottica generale i tempi dell’ultima settimana,possiamo dire che la vera spina nel fianco di Gerard,è stato proprio l’italiano,al di là di quanto possano dire i numeri.Avrebbe potuto,senza dubbio,lottare per la vittoria.Non dimentichiamoci comunque,che la Dakar è questa,nulla lo può negare.
Il team ha dato prova di grande compattezza:negli ultimi giorni,anzichè duellare,ci è stato un vero gioco di squadra,nel quale i tre mezzi formavano un trenino,in costante collaborazione.Le prime controversie nascono dai Kamaz,i grandi sconfitti dell’anno:una squalifica per Nikolaev,il quale a piena velocità,ha tamponato una vettura,senza curarsi poi troppo dei danni recati.Decisione forte,ma efficace.
Se vogliamo riassumere con dei voti:
De Rooy 9/10,Stacey 8,5,Ardavichus 7,5,Karginov 7,Mardeev 6,5,Biasion 9.
Serie dedicata alle vetture,meno emozionante.O per meglio dire,la Dakar lo è sempre,ma per quel che riguarda la vittoria,nessuno è riuscito a disturbare Peterhansel in modo serio.E’ stato chiaramente il pilota che meglio ha saputo gestire la sua gara,senza eccessi,con un ritmo comunque forsennato.Chi ha provato a mettere in discussione la sua leadership, compagno di squadra o rivale,tra i quali figurano in particolare gli Hummer,hanno subito qualche inconveniente tecnico oppure,con notevole frequenza,si sono insabbiati.Altro contatto discusso è stato quello tra il motociclista Ciotti e Peterhansel,finito nel migliore dei modi.Dopo le scuse del pilote,quest’ultimo ha richiesto anche l’eliminazione della penalità alla severa ma efficiente direzione gara.O cosa dire di Spinelli,pilota brasiliano,che ha sostituito l’alternatore con l’aiuto di diversi spettatori,al segreto di tutti?Notizia arrivata dallo stesso pilota,che in modo sportivo,ha rivelato l’infrazione.
Sulle moto,lotta tra Coma e Despres,entrambi con il coltello fra i denti.Si è dovuta aspettare solo l’ultima tappa ed un errore dello spagnolo,per decretare,come in tutte le categorie del resto,il vincitore.E senza queste difficoltà,si sarebbe potuta verificare l’eventualità nella quale gli ultimi 29 km cronometrati,molto tecnici,sarebbero stati decisivi.Così non è stato.Per gli italiani la sorpresa è Botturi,ottavo finale,ma in notevole crescita,che si presenta con grandi aspettative nel 2013.
Giungiamo ai quad,con il dominio dei “Patronellis”.Bene gli italiani,Tonetti settimo e Liparoti decima.
Al termine,è giusto ricordare coloro i quali,eliminando tutte le considerazioni personali,non ci sono più.Altri quattro morti,un pilota e tre spettatori.Non ci si può consolare o dimenticare affermando “è nella natura nel rally”.Frase più vera che mai,ma io dico che provare a sensibilizzare e migliorare le condizioni di sicurezza è possibile.Basta dichiarare di aver raggiunto gli standard massimi.Si può sempre provare a fare meglio,in una realtà come quella attuale,molto competitiva.
Come affermavo nel titolo, novità e controversie:quest’anno abbiamo visto novità,proposte,ma anche i lati negativi.Errori clamorosi sulle informazioni offerte ai piloti.Una mescolanza di buone e cattive notizie,una Dakar tra luci ed ombre.Nel 2008 ci fu il rischio concreto di un tramonto,mentre adesso la sua crescita è incontrastata,anche se la ricostruzione è lunga…