«Ci siamo resi conti che la gara, anche se ha sempre avuto ottimi voti, non è sufficiente – dice Antonio Turitto, direttore generale del Rally Italia Sardegna, durante la conferenza stampa di presentazione -. Abbiamo capito che gli eventi collaterali sono il valore aggiunto e, infatti, ne abbiamo organizzato diversi».
E’ una strategia della sopravvivenza. Percé l’edizione 2011 del mondiale Wrc, dal 5 all’8 maggio, potrebbe essere l’ultima in Sardegna. «Non è vero che mancano i tifosi – spiega ancora Turitto -. I tifosi ci sono, sulle prove speciali. E anche tanti, tantissimi. Ma si dividono, non si concentrano in pochi punti, come succede in altri rally. E perché? Perché le nostre prove speciali sono facilmente accessibili da più punti, e il pubblico si disperde».
Turitto illustra anche che cosa farà l’organizzazione, forse con un po’ di ironia: «Per far capire che il pubblico c’è, faremo partire in ritardo qualche prova speciale. Così, alla Fia, comprenderanno che non possono tagliare la Sardegna dal calendario del 2012».
C’è poi tutta una partita politica. Il presidente della Provincia Olbia-Tempio, Fedele Sanciu (Pdl) dice che «interesserà tutti i livelli istituzionali per difendere un evento che dà un grande ritorno di immagine, ed economico, alla Gallura e alla Sardegna». Anche lui ha una sua strategia: «Scriverò ai presidi delle scuole superiori, dirò loro di dare una giornata libera agli alunni in modo che possano andare a vedere le prove. Poi scriverò a tutti i sindaci, perché il rally mondiale è di tutti. E ne parlerò con il presidente Cappellacci, perché la Regione deve fare di tutto per tenere il mondiale in Sardegna».
Missione possibile? «Noi regaleremo dei biglietti per il mondiale in Grecia ai tifosi che li vinceranno il giorno della partenza, faremo firmare gli autografi ai piloti, metteremo su una serata musicale» insiste Turitto.
Il resto è affidato alla corsa, che quest’anno sarà accompagnata dal rally Costa Smeralda, giunto alla trentesima edizione. «Sappiamo che i rally sono una voce importante della nostra economia, dobbiamo difenderli a tutti i costi» dice Carmelo Mereu, l’organizzatore della storica gara gallurese.